Da un articolo del giornalista Beppe Severgnini per la sua rubrica “Italians” sul quotidiano “Il corriere della sera”, 2004. severgnini.png Il congiuntivo è moribondo. Omicidio, suicidio o evento accidentale? Il congiuntivo è moribondo. Omicidio, suicidio o evento accidentale? Nessuna di queste cose. Credo si tratti della conseguenza logica di un fenomeno illogico. Sempre meno gente, quando parla, esprime un dubbio; quasi tutti hanno opinioni categoriche su ogni argomento (vino e viaggi, sesso e sentimenti, case e calcio). Pochi, per esempio, dicono "Credo che il Milan sia favorito". Molti invece affermano "Credo che il Milan è favorito" (i milanisti, sognando lo scudetto; i tifosi delle altre squadre, pensando a certi gol misteriosamente annullati). La crisi del congiuntivo, quindi, non deriva dalla pigrizia, ma dall'eccesso di certezze. L'affermazione "Speravo che portavi il gelato" non è solo brutta; è arrogante ("Come si permette, questa qui, di venire a cena senza portare il gelato?"). La frase "Speravo (che) portassi il gelato" è invece il risultato di una piccola illusione, che segue una delusione contenuta e filosofica. Accade, nella vita, che la gente dimentichi di portare il gelato. La crisi del congiuntivo coincide col tramonto di verbi quali "penso", "credo", "ritengo". Pochi oggi pensano, credono e ritengono: tutti sanno, invece, e comunicano. L'assenza di dubbio è una caratteristica della nuova società italiana. A furia di sentirci dire (dalla pubblicità, dalla televisione, dalla politica) che siamo belli, giusti e simpatici, abbiamo finito per crederci. Il risultato è che le conversazioni si sono trasformate nello scambio di comunicati emessi dall'ufficio-stampa che ognuno di noi si porta nella testa. Non solo. Chi esprime un po' di cautela (con relativo congiuntivo) rischia di passare per insicuro. Non da oggi, a dir la verità. Ricordo il mio esame per diventare giornalista professionista, a met dei remoti anni Ottanta. Durante la prova orale, iniziavo ogni risposta con "Credo che sia...", "Mi sembra si tratti...". Il commissario s'è irritato: "Smetta di dire 'credo' e 'mi sembra'. Le cose le sa o non le sa!" Gli ho risposto che vivevo in un Paese (l'Inghilterra) dove dicono "I believe..." prima di dirti che ore sono: l'orologio potrebbe essere fermo. Mi rendo conto d'aver sbagliato. Gli orologi degli "scongiuntivati" vanno sempre. È la testa, ogni tanto, che si ferma. 1.Sottolineate i verbi al modo congiuntivo. 1. Paola desiderava una casa che avesse un giardino davanti. 2. Molti credono che la libertà sia il bene più prezioso. 3. Si rietiene che quest’isola non sia mai stata abitata. 4. Il pescatore sperava che, se avesse portato al re quela grossa perla, sarebbe stato ricompensato. 5. In questo gioco bisogna che la palla sia lanciata con forza. 6. Credo che abbia suonato alla porta un venditore ambulante. 2.Spiegate il valore assunto dal congiuntivo in queste frasi indipendenti. (augurio, cortesia, supposizione, dubbio, possibilità, timore…) 1. Fosse vero che verrai domani! 2. Va’ e che Dio ti protegga! 3. Che gli sia successo qualcosa di male? 4. Che sia il caso di prendere l’ombrello? 5. Vinca il migliore! 6. Che sia questa la soluzione del problema? 7. Mi dicessi la verità, una buona volta! 8. Prego, si accomodi. 9. È meglio che tu vada a letto. 10. Che mi convenga comprare una macchina usata? 11. Possa andarti bene! Te lo meriti davvero! 3. A coppie. Utilizzate almeno 7 frasi dell’esercizio precedente per creare un dialogo o un breve racconto. Poi recitatelo davanti alla classe.