o- f 7 m Cr C? A */ é Falsetto La composizione ě dedicate a Esterina Rossi, giovane sport-va frequentate da Montele nella casa di Francesco e Bianca Messina giä nelľestate del 1923í-e.la data di composizione non va oltre l'l 1 febbraio del (924 Ühe sigla uno dei mano-scritti conservati. Esterina ě ispirätrice minore, lontanatanto dall'inquietudine fascinosa della Nicoli quanto dal malinconico destino funebre di Annette: una adolescente ricca di ascenden ze letterarie (tra i rimandi proposti appare particolarmente persuasivo quello di Sanguineti alla pattinatrice gozzaniaw di Invemale, egualmente contrapposta al poeta) osservata con simpatia e al tempo stesso con ironico distecco. Esterina ě l'immagine di una confidenza con la natura« di una visione agonistica della vite che possono ricordare il clima dannunziano, e che perö le precedenti poesie degU Ossi (/ limoni e Corno mg/ese) hanno giä rifiutatq. Per questa ragione la vitalita panica delia fanciulla deve essere cantata attraverso un registre altro dal proprio, un «falsetto» appu"' to. Assumere quel punto di vista, che non appartiene al poe-ta, vuol dire assumere un linguaggio neoclassico (con echt soprattutto dalle odi di Foscolo e da Zanella) e dannunziano Ma non vuol dire assumerlo seriamente: se seria ě la benevo-la ammirazione per lo slancio vitale delľispiratrice, ironico é il velo che awolge il rilratto e che annuncia il diverso pun'9 di vista del poeta prima ancora che la conclusione, infine^f flä g "in voce" anziehe in falsetto, la renda esplicita. .. METRICA Quattro strofe (di ventuno versi la prima; di qu* tordici, le due centrali; di due, la conclusiva), con vari metri: 18 • numerosi settenari (diciannove versi) ed endeca-acCanto 31 versij si trovano ottonari (sette versi), decasil-sillabi ( novenari (cinque versi) e quinari (due versi). lab' (sel v ma'non regolari le rime e le altre figure foniche. £sterina, i venťanni ti minacciano, grigiorosea nube che a poco a poco in sé ti chiude Ciö intendi e non paventi. Sommersa ti vedremo nella fumea che il vento lacera o addensa, violento. Poi dal fiotto di cenere uscirai adusta piü che mai, proteso a un'awentura piü lontana ľintento viso che assembra ľarciera Diana. Salgono i venti autunni, ťawiluppano andate primavere 1-21-- minacciano: perché si ě ironico, come mostra anctie " su paura. Sommersa.. sea». cid... paventi: lo capisci e non mea>>) che ;] vento vio- violento: ti vedremo awolta dalle nuD_ rappl-esenta la panica lento disperde o concentra; ě una nuoe ^ ^ ^ y 2 con a,. collocazione nella natura e che nprei ^ mare di ce. lusione í™í™ nlľetä. Pot- ü,a"r v_____ŕ*aHiista») che mat -azione nenu u m.a e che riprende la rigura uc, .. 'usione ironica alľetá. Poi... Diana: poi uscirai dal mare di ce-nere, cioé dalla nube grigia, piü abbronzata («adusta») che mai, F00 il viso concentrato («intento»), che assomiglia a Diana, con 1 arco rivolto a una nuova awentura. Bausi ha segnalato vari ri-mandi a Poliziano, fra i quali, relativamente a questi versi: «0 1ual che tu ti sia, vergin sovrana, / o ninía o dea (ma dea m'as-sembri certo) / sé dea forse se' tu la mia Diana» {Stanze, I, 49. w- 1-3). Salgono: arrivano, erescono. i venti autunm: i venti au-lunnali; ma non si puô eseludere un raffinato gioco anfibologico c°n u numero degli anni di Esterina e con i suo. vent, (numerate «finale) autunni. ľavviluppano: ti intricano, come tmposses- 19 Falsetto La composizione ě dedicata a Esterina Rossi, giovane sporti-va frequentata da Montale nella casa di Francesco e Bianca Messina giä nelťestate del 1923; e la data di composizione non va oltre l'l 1 febbraio del (924 Ohe sigla uno dei mano scritti conservati. Esterina e ispiratrice minore, lontana tanto daH'inquietudine fascinosa della Nicoli quanto dal malinconico destino funebre cli Annetta: una adolescente ricca di asccnden zc letterarie (tra i rimandi proposti appaix- particolarmentc pcrsuasivo qucllo cli Sanguineti alla pattinatrice gozzania*" cli Invemale, egualmentc contrapposta al poeta) osservata con simpalia c al tempo stesso con imnico distneco. Esterina c 1'immagtnc dl una eonfideimi ion la nulita.' di una visione ninmisticn della vito che passono riCOrdW |] i Hrna danium»lano, e ehe pcivN lc preeedentl poesie depM1K ví (/ /mami e C\>mo iMe/evrl Imivno glít HfiutatO IVrqu*» milione I« vitalita panlca dolin lanoii.lla dovv essere Cltn»« ? tm lin)iiiitiu)ii> ii~ —'- ,., nit .lctlsctWI«V m.ivi pilnM vU vlMa. ,t\e non app-uueno ■> la. uml >lnv awiimoiv im Htt|itiawiio n>>« >' l> v sopeattulto dalle .vli v\i I n* oW via /smolhO >' N\.« u,»n \">>l >l»v »mini venainenle -o vua i" ';> ,x , j In ammtn\»lvme \vi lo slam tovu.uV dolIVpitttttVC, io>,(,v tl wie. vlte «vwxl*e \\ ttliwUvi c che amuinv m \\ Awiv l*w eh \v»ta del \vvia prim* am-,«« , |,,, \,( |,w,«w, M\IW*» me*mvixť *t\»M\e in laWno la ivnda t«pU\ii.i M ,i numc-msi seltciuiii (clicitinnovc vcrsi) eel endec u "ll'bi (u"did vcrsi) sl tmvan0 oltonari (svUc versi)'tlccasi|-i'u"(sd vei-si), novenari (cinque vcrsi) c quinari (clue vcrsi). Numcro.se ma non regolari 1c rime e le altre figure foniche. Esterina, i vent'anni ti minacciano, grigiorosea nube che a poco a poco in sé ti chiude Cid intendi e non paventi. Sommersa ti vedremo nella fumea che il vento lacera o addensa, violento. Poi dal I'iotto di cenere uscirai adusta piii che mai, protest) a un'awentura piii lontana fin tento viso che assembra I'arciera Diana. Saigono i venu auiunni, 1 >vviluppano andate primavoi t "'"Nil, 1,1,1,1 |h-i\ he si avvlciiui il venlcslino onnploaiino: ' ""»i>,> nun,, inosnii an, lie il successive U(i|iellivo «m ijiiom iwivii/i l,i capiscl o mm ne liai pauia S>»>iiih-i.\n. J|"/.>i/,, i, V,.,||VI),,, „VV(|||„ dalle mihi («liiinea») i lie il wnlo vlo """iliNlvule o v omenu a. o una mibe che rappiv.scula la |iimi,., ^'"'Hii.-ione nella naluia e > lie I ii'iende la (tain del \ .1. ,on ,,| ,Kl""e in.,,,, ,, ,,11'eia /\n... /Ii.lfhl |Hii iiMil'MI dal male ,li Q| ('Mv ' '">x >l,ilia nulv ,111,11a, |ini .ihhn-n ala l.adviMa.l , |v ,,,,,, j"" 11 vino i.MKriiiuiln («littenl««). ehe awiini^lui a lliana. eon *,,v,l> "v>'h.i ,i una ntiiiva awvnlum lta>i>( lia sepnalalo \au n '•"ul1 ■< l-.-h i.in,, I,,, i quail, ivlaliiamenle a ^iieMi uiv, .o ' ''i' ni li m,< m'iviii »»»Ina « nmla » .lea una ,lea in ,„ ......ii.il «e ,1, ,i Ion,' M' la la una hiana- (,s .... , | ^ V 1 » Nm^onii aii.iau» iIvmi'iio h*hi<(Vi-iui'„„.' """•'Ii ma min i, poo. en li'il^»' »" '«tliiialo S,,H^, anliti,i|,w >,<" 'I mimem ,h-ali «""> «h »' Mni, „u.nuTal.. ^"^"'•'l.^anlvmiTl ♦Wt'a^M*' «I miiti.tnn lm^* 1 Wk*,^ ^ ~j>c acco per te rlntocca tm prcsagio ncll'clisie sfcrc. Un suono non ii renda qual d'incrlnata brocca percossa!; io prcgo sia per te concerto ineliabilc di sonagliere. i a dubbia dimane non t'impaura. Leggiadra ti distendi sullo scoglio lucente di sale e al sole bruci le membra. Ricordi la lucerlola lerma sul masso brullo; te insidia giovinezza, quella il lacciblo d'erba del fanciullo. L'acqua 6 la forza che ti tempra, nell'acqua ti ritrovi e ti rinnovi: noi ti pensiamo come un'alga, un ciottolo, come un'equorea creatura sandosi di te. riniocca... sfere: risuona un annuncio ^neSco cieli elisi (il paradiso della mitologia classics, gia richiamata J» dea dei boschi Diana), un suono... sonagliere: (il rintocco be che annuncia dal cielo il future felice) non restituisca al tuo o ^ chio un suono simile a quello di una brocca incrinata colp'ta -que un suono opaco. privo di vitalita -; io prego che quel "nl0CC°Ujei. per te un concerto di sonagli non esprimibile a parole per la sua ^ lezza. Al di la dell'uso contrapposto del suono fesso della brocca. quello squillante delle sonagliere, i due nmandi abbassano real camenteTtteslCD e le immagini nietaforiche, lasciando balugjs-con piii nettezza Hronia diétro la autentica profferta deu'augunO- 22-35. La dubbia... impaura: il future incerto non ti spaven ' bruci: abbronzi. te: compl. ogg. quella: la lucertola; comp^ ogg. Ě sottinteso. per ellissi. il verbo "insidia" (cfr. .minacciano* al v. 1). il lacciblo d'erba: il cappio costruito con uno stelo vegef' le; per catlurare le lucertolě. ti ritrovi e ti rinnovi: rafforzi e iti»10* n la tua personalita, ti pensiamo: ti immaginiamo. equorea: m»" , salscdine non intacca ;,,i;;;;;;aimopi>.pura. 33 Hai ben ragione tu! Non turbare Lbbicilsorridentcpresentc. Laiuagaicz/a impegna giä il futuro eduncrollardi spalle iirocca i fortilizí del tuo domani oscuro. Talzi e ťavanzi sul ponticello esiguo, sopra il gorgo che stride: il tuo profilo s'incide conlro uno sfondo di perla. Esiti a sommo del tremulo asse, poi ridi, e come spiccata da un vento rina. non intacca: non consuma o disturba. toma: riferito a ■creatura» e retto dal «che» precedente, al lito: a riva. 36-19. ben: veramente. di ttbbie: con preoccupazioni e ansie in-giustificate. La tua gaiezza... oscuro: la tua allegria condiziona in anticipo il future e il tuo scrollare le spalle (in segno di indifferen-si e di spensieratezza) distrugge le resistenze, cioe vince le diffi-colta, del tuo future ancora incerto. La sicurezza di Esterina ě iro-"izzata, certo. dal poeta, e i consigli che precedono hanno m evidente sfumatura ironica: tuttavia Esterina ě anche. sia pure ln ""odo ingenuo. quel modello di indifferenza nei confronti del ™aJe di vivere che altrove Montale indicherä quale unica possibi-di salvezza. L'atteggiamento nei suoi confronti é dunque, in "luesti versi piü nettamente che altrove.jimbivalente e sospeso. avanli... stride: cammini sul trampolino^STsopradel mare che rumoreggia s'incide: si staglia. di perla: color grigio perla. Esi-'■■ asse: indugi sulla cima del trampolíno. Ě la seconda perifrasi Pjjziosa impiegata a indicare.un oggetto comune e realistico; se-c°ndöun procedimento che Montale impieghera poi altre volte in ^""o. ma per lo piii con finalitá di innalzamento anziehe dj pa-r,*Jia neoclassica. La secoňčla edizione degli Ossi. nei 1928. pre-*ntö qui i) refuso «Esisti« per «Esiti» e, come scrisse ironicamen-e Montale in Trentadue variazioni. -molti lettori preferirono la orrna errata giudicandola piů... esistenziale.. come spiccata da vento: come se un colpo di vento ti staccasse (dal trampolíno)- cd*1 ťabbattl Ii,, I,- I,,,,, , |a toltuodMnoamicocheťafferra 'i ííusiixlismií) iioj, clclla i;i//,i 'ii chi ritnane a terra ßSitfaS? **fti'^:.,i«eM ne,,e bracciald lot? ' cloe li n'ceve e ti accogl* Jett° sopra, una creature/-1 ^ilsalto peril tuffo ch> rimane a te a terra-talone della d£' duiu>«e non ''^PPaneniarno alia razza^1 s.° 11 saP°.e di"^ne aP,a t ' P,f«a da Es.erina; ed a ilP* see ta mvesiita di SlBn f°pra'tutto ?■ C di u"a privazione ma <* ^nrvir^": Una SCa" euc, £ "Mediterranean u* ^3 '^'^prohlcwnalicaalnl?'' Pubblicato a precedere Falsetto con il titolo di Musica so-gnata nella prima edizione degli Ossi, questo componi-mento ne viene escluso - caso unico - nella seconda, per rientrarvi nell'edizione di Tutte le poesie nel 1977 con la collocazione e il titolo attuali; in ogni caso ě parte di un terzetto di testi dal titolo musicale (oltre a Falsetto c e in-fatti Como inglese), e dunque ben connessi al titolo di se-zione («Movimenti»). In una tarda intervista a Zampa, Montale confessava di considerare la propria poesia come la piů musicale del suo tempo, specifícando che la musica sarebbe stata aggiunta, a D'Annunzio, da Debussy: se il modello dannunziano ě dunque un esempio da attraversa-re e allontanare da sé, come testimonia Falsetto, il modello di Debussy, in se stesso percepito quale sintesi di cruccio esistenziale moderno e di autoironia, ě invece citabile esplicitamente in esergo addirittura quale fonte («da C. Debussy*). In effetti in piii occasioni (ultima, quella sopra ri-cordata) Montale ha dichiarato il proprio debito nei confront del musicista francese, e una precoce dichiarazione di interesse e di ammirazione ě in un appunto diaristico del Quaderno genovese (1917): «Debussy. Les collines d'A-nacapri et Ménestrels: musica descrittiva e impressionistica P'ena di sconnessione, di colon e di metri. [...] Ménestrels e- o passa per essere, musica ironica» (p. 34). II terna ě quello della «musica senza rumore», eseguita da un'orchestrina clownesca: raffigurazione dell'arte nuo-va, tra simbolismo e avanguardie, con suggestion di tipo crepuscolare e futurista, e, fra gli italiani, soprattutto da 23 3 n Epigramm» ..... Poesia d'occasione, malinconica e leggera (da assegnare forse, come l'altra del dittico, al J923|. L'amico («Camil-lo» nel testo che precede, «Sbarbaro» qui) ě ritratto, se-condo i modi classici di un idillio allegorico, quale fan-ciullo che affida a un rigagnolo barchette di carta variopinta; immagine nella quale non sarä arduo decifra-re la composizione di testi poetici. Cosi come dietro 1 invito al passante onesto di tutelare la «delicata flottiglia» stará la speranza che l'opera dell'amico trovi i suoi_com-petenti lettori. L'unione di leggerezza incantaia e di se-gnali turbati ben esprime la complessitä del carattere dell'amico e della sua arte. METRICA Versi lunghi di andamento esametrico, format* dall'unione di settenari e ottonari (la formula 8+7 ě ai w. 1 e 2, quella 7+8 ai w. 3 e 6, quella infine 8+8 ai w. 4 e 5). A coppia, le rime, secondo lo schema ABACBC. Raffinato il tessuto fonico e specialmente rilevati gli enjambements ai vv. 1-2 e 2-3. -;-r-""* Sbarbaro, estroso fanciullo, piega versicolori carte e ne trae navicclle che affida alia fanghiglia l.tstroso: btzzarro (inctto e geniale Iruleroe, si vorrebba dire) •'gnicobrt: variOOinte. 2. ne true: ne ricava. navicelh: barchet 32 con suono che a§ha;»-Siposso-wvole, glii/a ter ™>ne, suono/su->mba/lancia, tur-*to, proteso/pro. to questa poesia suggestionato, e iticadiReborala li sprigionarla, la die varie coppie pre un processo ttolineare l'inca-:si partecipe pri->to Corno inglese imento del topos ey con la celebre e, even as thefo- verso sdruccio; )rUsca riduZlone lri in successive lSequenzadi^? c-oHpo^61^ ;istrannsiste^ ttENTo; 3 *trU luente appal»To ^^^g^Ě; Ä cuore), l^ome, ^^^ämite maggioritariee, in- che «5^5^™ (3 sPaz,a con 4 onzzonte), hanno sieme íp^econaj nanze ^3 P nQn sono par. funzione rimica, la dove le rime vere e p P ^ ^ ^ . l6)'£ TrS^ con 16-17 ^«««»-^«»; evldente m" maquelladiistoera co / e a^ ÄS (J qualche rüievo la simiBtudi- I del v 6). Da un punto di vista metrico, va nlevato che il v. , ě uno dei quattro endecasillabi prodotti da Intervent! dl correzione che hanno dato come risultanza una sinalele di 6 e / con accento ribattuto (Lavezzi 1981a, p. 162); il corposo verbo finale rompe l'andamento piano dei primi tre endecasillabi, preparando il cortocircuito del settenario. Falsetto II tempo di composizione della poesia ě pressoché sicuro: di-sponiamo di un manoscritto per Bianca Messina e della foto-copia di un manoscritto quasi identico per Francesco Messina, attualmente conservata dagli eredi di Vanni Scheiwiller, che reca la data «11 Febb. 924», con dedica «a E.R.», ed ě ra-gionevole pensaFe che il teste sia di poco anteriore. La dedi-catanaeEsterinaRossi (fino all'edizione Carabba si mantiene a dedical^äEsterina»),una villeggiante conosciuta da Monta- « «Ho sb.rciato inutilmente ™ emPraSp0rtÍ- «••eeco la casta donzella Ester della trik j • d ag°st° mi' e am suo passo di gazzdlT a T de Rossl Gerrere gazzella», d 7 settembre 1923 (LPM 46 e 54) 41 r S? J rina risponde a una sorta di cliché ehe si ritrova anche nella Nataša di Tolstoj, tanto per fare un esempio: ě un «eterno femminino» che per il poeta del «male di vivere» non poträ che avere funzione vicaria rispetto a quello delia donna che com-patisce il dolore del mondo o delia fanciulla morta, ma comunque operante anche a distanza di tempo: Esterina, che coratl'arahaiejiice_esce_«adusta» dal «fiottp_di_ceoeie», ě pronta a rinascere dalle ceneri del suo passato con assoluta integrita, Siilv.ua da una leggerezza che «non ě virtü, ě deiti-no», per trasformarsi nella Filii del Diario del '71 e del '72 su cui «nulla gravita» (Ľimponderabile 7 e 4) e, ancora nel Diario del '71 e del '72, in Adelheit, «una Fenice che mai seppe aedo / idoleggiare [...] alunna di un artefice che mai / poté sbalzarti nelle sue medaglie» (Diamantina 6-7 e 25-26). L'aspetto metrico-ritmico del těsto ě di un certo interesse per la netta prevalenza del settenario (diciannove oecorrenze su cinquantuno versi) sugli altri metri, seguito ad una certa distanza daU'endecasillabo (12 oecorrenze), non sempre in abbinamento; questa scelta appare giustificata nel quadro di un interesse sperimentale per versi cantahili. come sembra te Si° SteSS° í!'0'0'11 test0 ě disseminato delle consue---ĚNJ/END (vENT'anni, intENDi, intENTo distENöi trfS?^ tfe V°lte violENT°-«ffiauiWÄiSS sorridENTe, presENTe), ~"*»*>asu. opposmva sia la persisrente Ul; loprattutto. invoca U venrini Ancmíde dhi™. Ufr. pp, Y""*™™ come «»rdfc di fehl, Ftoret/i 277-2Ä1 ctní ti Mano Novan. ,k Í. w , i pa^noCk. ... ar„„,va .u||„ ^£ " "f ,Urr°* ma con rammanco -Perché**' T'1"-. mle-<>enertili)\ spice* imcw la consonant del gruppo r.t ehe attraversa tutto ü cotn-h» funaone temauca: lustra/;/e-mnoce«/e-tinna«- imbito dell" fi t^U-zĽ? Umzi«>e ten ,, ' ,Cfte 1,ttraversa ti chc-asesnľľT0-^'^ N n-,Ustra"'e-innoce Sm«'«iadd" ll^rad«^. ,iam^° figure reton- ' °[A s"ono «tenue Iľ {Et,,assata-epossata) elr uciie ngui siuestesia del \ «j u\ suono «tenue rivo ehe incanta»)-E-pigramma Come Cffi- 4 Rupj./o, anche questa poesia^di cui non rima-ne traccia manosemta, dovrebbe risalire fese si da cre-duo a un accenno contenuto in una lettSi Montale a Francesco Messina del io seuemKr» , «ho anchemesse giüunpaioti^Zl n la sua apparentc semplicita il second (LPM l79)' N --- «condo componimento per 54 Sbarbaro ě testo di una certaric^Jjez^a: tutt'altro che irrUe-vante appare il genere iihisYrecuiappartiene, spesso confi-gurato comejjiocsia d'occasione, che esplica lapropria natura soprattutto in forma di invito, consiglio o raccomandazio-ne, proprio come accade in questo caso. Va tenuto presente die non alľaggressiva e mordace epigrarnmaijea italiana' si riallaeeia Montale, ma a quella classkaC^caVopratfiitto. del componimento dalle sfumature malinconiche e delicate; cui si unisce un inedito - per lui - gusto minlatüristico (nelle~ navicelle, nella flottiglia, nel porticello), per il quale si potreb-bero ricordare, tanto per fare esempi notissimi, le atmosfére ( n ale dall'uso di giovanetto, villanello epecorellenell'incipit del xxiv canto dell'Inferno dantesco, o di vecchierel e fami-gliuola nel xvi componimento dei Kerum vulgariumfragmentu del Petrarca. Anche l'immagine del «galantuomo che pass[a]» ě senza dubbio legáta al topos sepolcrale, e soprattutto alľinquieto terna dellVhomo viator», che riveste negli Ossi una notevole importanza4:Jamatrice: ě epigrammatica -con medium pascoliano -, ma Montale sembra riprendere un passaggio delia giä citata recensione ai Trucioli: «solo chi ha imparato a conversare con sé e a riconoscersi puö presumere di fermare /'/ distratto viandante...» (Camillo Sbarbaro, p. 7). Guerrini (1977, p. 445) condanna l'«immagine scherzosa-mente riduttiva dell'amico» che in realtä ha vissuto un «0-scuro dramma», ben lontano dall'atmosfera giocosa del breve componimento; ci sembra invece che di questo dramma Montale awerta efaccia awertire la presenza con ü^arattere latamente sepolcrale del testo, mascherato con il consueto pudorě dietro una cortina di immagini che sembrano dettate da «affettuosa ironia» (ancora Guerrini), ma lasciano facil- 3. Del taglio sostanzialmente satirico e in qualche modo riduttivo del-lepigrammistica italiana puô rendere awertiti la consultazione áeWAntológia delt epigramma italiano, a eura di R. Sirabella, Guanda, Parma 1965, in cui, s^mificativamente, manca il componimento montaliano. (ijLír. Sarcofaghi 1,17, «uomo che passi» e III, 9. «" camminante». U JSľ^lola dei fandům 1, ~\! pť««"'«> F»»ť deWinfaxva }z-»,jm™Ě!°T . ^helapassasse».ma anche, neUe Occasioni, Nel parm diCaserta n-11, «allac-_; cla / senza tregua chi passa». mente affiorare un sostrato di inquietudine e di trepidazio-ne: del resto il componimento si regge, come nota Giusti (2000, p. 150), sul richiamo intertestuale a Rimbaud, Le bateau tore 93-96: «la flache I noire etfroide ou vers le crepuscule embaume / un enfant accroupi plein de tristesses, lache I un bateau frele comme un papillon de mai»'. La poesia e stata af-fiancata, per affinita di stati d'animo e atmosfere, al ciclo dei Sarcofaghi, da cui tuttavia si discosta per la presenza di un di-segno concettuale mcno elaborato e comunque non del tutto omogeneo a quello della suite. E il primo componimento degli Ossi in cui la misura metrica tradizionale viene radicalmente sowertita a favore dei versj. lunghi, lormati dall'accostamento di nuclei scttenari c Otto-nan (quelli che Mengaldo 1975, p. 326 definisce con il tipo «verso lungo alcssandrino-esametrico»): il primo verso e for-mato da ottonario+scttcnario, con cesura in corrispondenza della virgola, il secondo e analogo, con cesura alio snodo del ncMO rclativo, c cosi via (seguono le coppie 7+81 8+8, 8+8,_ 7+8). PUS che a un intento «provocatorio», che risulta assai piu persuasivo nell'utilizzo degli alessandrini in concomitan-za con versi canonici nei Limoni, la scclta degli ipermetri ri-sponde al tciltativo dialtualizzare il metro classico tipjcodel. KC-nere cpigiamiiiiiücu. il distico fonnato da csametro+pei*-i.inieiro, suH'cscmpio dello sperimentalismo carducciano di testi come Sogno a"estate c Una sera di San Pietro nelle Odi barbart (Brifinti 1984, p. 1K6), mentre piü improbabile appa-iv I'inllusso del mclro «polemico» adottato dal Thovez (cfr. Pinchen 1969. P. 176)- Non sarä irrilevante neppure l'awia-mcnto dattilico dei versi, perfetto nei primi quattro, che si ri-propone, come segnala Tizi (1989, p. 82),in Sarcofaghi 1, 1-, in corrispondenza del tcma del «camminante». Di gusto pre- 5, Mieiicoravi. 11 MomaledagUAktWciconsegneriun'impietos« ll"•"'MMoioq-w........, «R.cmpiil.uoUulco dei „„„ , ,„,„„., -■■«»;• i;>»i.">.' -.„.,.,,..,,.,!„ ,„,„,,„.„,.„,,.. .......ilulini, c p,„ lo lasc, / in.prwon.toe mezzo scoperch.ato / tra il picrisco. Puo dars. che taliino / nc trawta in uhro qualche logUo, (one / U ,„■,.,, . u t»?» (AUmu Ml,- Mm,- ,->,) peR8'oreechc lmP°r- j+Wmi che si inanelkno tra un verso e z10so sono le "ten^m^^ fan^- y altro (il gruppo LLI^£,Lo) T^ara-anagmmna car-^Ua-flottiGLja, l^dXoK P^-^^-^a mob«WvecCfc. I equate» («rigagno; ^ e «sl segno di .nterpun ^e J J 3 mvicelle, flotttgUa, perda; guidak»>- ,tre sosta fa„cruttoegaUnttMO, lorttcello, umt, all use <^e™ ^^«0 dTpTacevole Pcrcano 1'atmosfera del dilho co q ^ ^ miniatura del quale s ^euo < ^ ^ ^ • r^'Sve anfhSo nei quadro di un omaggto al genere poetico. 57 Sanguineti (1961, pp. 33-5) ha messo in rilievo come la sia svolga un motivo giá sviluppato in Invernale di Q**?' Gozzano: anche la, la donna aff ronta senza paura il corif ° to con la nátura (un lago gelato su cui si pattina) mernT 1'uomo si ritrae intimorito dal ghiaccio che si incrina, meri tandosi dalla sua compagna l'epiteto di vile. Ě assai probabi-W che Montale abbia pensato a una ripresa di quel testo, che doveva essergli senz'altro noto: non ci sono dubbi sul comu-ne sostrato tematico, mentre colpisce l'ambientazione marina ed estiva dello stesso motivo (complicato, in Gozzano,da quella «volutta di vivere infinita» del poeta che non trova ri-scontro in Montale). Sull'asse crepuscolare si innesta pero una piů robusta matrice neoclassica, con particolare atten-zione per il Foscolo delle Odi, di cui il poeta si ricorda so-prattutto per la creazione di un ambiente connotato da una speciále aura di luce e compostezza di forme, con echi figu-rativi di templice grazia": ma si noti, d'altra parte, come 1'degante e perfetta dimna foscoliana non abbia niente in co-mune con l'intrepida ragazrji di Montale, né basti a ricono-*ceroe k ascendenze letterarie il raffronto con la donna dan- 1 nunziana di Cmmo nwo e delle Laudi, nella quale la nátura di *portíva ti fonde invariabilmente con una voluttá e una malizia che «ono sconosciute all'«equorea creatura* (e M \ volutta affiora nell AďAe%cente di Cardarelli, che «e- 1 «mdn Solmi 1957, p. 3?2 é un ipotesto da tenere presente per f-ahetto). E wngolare come la figura di Esterina, che pure ap-^VH^í vivezza di un ritratto dal vero, richiami soprattutto libro della Recher-acau ticura, lo »guardo luminoso, la speciále imper- Tl ^^T'x^T0 2*> 'WlVintemo viio chej.M.-rnbra / Xu-"** V XXIV.,. x^ytaJžDJCKa ra< tía / protest 42 7a o noncuranza degli atteggiamenti sono tratti che fa-lT ': ci ritfovano nella «piccola brígata* che passeggia I olo di Balbec, jrella loro «nature hardie, frivole et du-5 nci loro «beaux corps aux belles jambes, aux belles han-Tes aux visages sains et reposes, avec un air ďagilite et de ruse* che fanno pensare alia loro appartenenza a un «mon-de inhumain» di classica belJezza - esse sono «comme des statues exposées au soleiJ sur un rivage de la Gréce» - cui iJ Narratore che le osserva non potrá mai avere accesso («Du sein de quel univers me distinguait-elle?»)'2. Possiamo ipo-tizzare qualcosa di piti di una casuale corrispondenza, se ě vero, come testimonía Carlo Panseri, amico degli anni geno-vesi, che Montale grazie a lui ebbe tra le mani «certi numeri della Nouvelle Revue Frangaise del millenovecentotredici, dove Proust aveva pubblicato a puntate Á 1'ombre des jeunes fi lies en fleur»'K Mi pare dunque probabile che Montale, pur lontano dalla sensibilita dello scrittore francese, abbia coscientemente utilizzato čerti moduli proustiani per delineare il ritratto di Esterina; anche se un altra possibde fonte, decisamente piu tamiliare ál poeta ligure íma non ě detto che i due testi non abbiano collaborato entrambi), si trova nel giá citato libro di Carlo Linati, Portovenere. Imaginie fantasie marittime, pub-blicato nel 1910 e importante modello di riferimento anche per altri testi degli Ossi di seppia'\ Del resto la figura di Este- espressione relativa alia «razza che rimane a terras si veda la contonanza con il passo proustíano di A [ombre des jeunes filles en fleurs: "l eIJes que si. ..elles eussent jugé que laTotilé éfltlfonnante était composeě a itret d un autre racer, (mio il corsívo). Cito da M. Proust, A la recherche du temp, perdu, texte ctabili et présemé par P. Clarac, a. Ferré, Gallimard Pa- ™ '954.1, p. 791. 13- C. Panseri, Comperale alia Fiera del Uhro t volumi di questi giovani Knttort tiptrí, in "II Secolo XIX", 20 maggio 192S. In realtá la pubblicazione uelJe pagine proustiane inizia con iJ primo fascícolo del 1914, e prosegue con van estratti, fino al 1922. Nel 1918 A 1'ombre des jeunes filles en fleurs esce nelle edizioni della rívísta. 14. Lo scrittore descríve con una cena felicitá di tratto «vergini aduste c ragazztne sbtavite, dat corpicíni di serpen, e in particolare una «adusta Armellína» ípp. 22e 58; e Esterina viene da Montale paragonata aJIa lucerto 43