PIER VINCENZO MENGALDO LA TRADIZIONE DEL NOVECENTO Prima serie ,ma8Íco deT^a PPreSe*ta i"0**: "nc°ra ci ^ ci 1 dl ^ontale, 80110 ti nel foto Va d> quanto 1 ,co1 tripKce ca-, elemento biogra-non priva di civet-i e Mozart e io :a I per i] peggiore» , esempi di riscon-;8 e anche se non in proposito risulti sondaggio: se non i giusta intuizione di "parole per é» » OHřoqúíň35 obrano di Clivo, sue grandi vek \e perilprimoMon- quello in ^ verso moi ratoauno«s . „ lir*"' per c»/ť»nj linguistica di Montale: qualch, e restauro )2I .f0StrUmento»), perifrasi verbale altamente aulica, amplificazio-^onora affídata alia nota nbattuta di -anza (piů allitterazione) nttogli accenti principáli, ehe attua un legato fonico di tipo un po' Lrso da quelli piú caratteristici del poeta (come, in questa stessa rica, la rima al mezzo abilmente mimetizzata «dal greppo ehe sco-0ie, I Sscende verso íl mare I ehe tremola e si íende per accoglierlo»), esemmai piů vicino a uno schema, piuttosto raro, quale: «la luce si fgiwi« - amara l'anima» {I limoni). Ma quel verso di struttura e tono alquanto eccezionali nasce da trasformazionedUmluogo di un nomsimgÜprctt01' per le cui qualitä Montale ha espresso la" sua ammi-razione,10 e appartenente a un bráno tra i piů topiči delľopera: ľaria Chi son? Sono un poeta del primo quadro delia Bohéme: «Ma il furto nonm'accora, I poiché v'ha preso stanza I la [dolce] speranzal» (dove la metafora verbale ě assai piú «motivata» che in Montale, dato che einquestione l'«anima milionaria» = «forziere» da cui «talor... ruban tuttiigioielli I due ladri: gli occhi belli» ecc). Niente piů di una curio-sitä, perö utile a mostrare come nella storia letteraria le vie del Signore siano molteplici, ma anche perscrutabili e finite. n. «Como mglese» e «Alcione» Uno dei dati costitutivi della poesia di Montale fino dai suoi inizi ecertamente quella che Contini ha chiamato, per Dante, 1«interna l2HSitajmguistica>>:11 a riprova dell'impressione di un suo nascere ^^ušuřplře un'altra formula continiana12 - come da una saturate culturale. Non diremmo, prendendo alia lettera una recente auto-ris«va del titolare, che ciô comporti una pronuncia ore rotundo,^ ma s«f dubbio il gusto marcato di kvQratesu dati linguistici gia tor-^nent^borati, su una materia, ^nTě stato.detto,' J J** <* * Stravinsky (I93x), in Fuori di casa, Milano-Napoli z969, p. «quei quasi Bavori che sono i libretti di Giacosa e Ulica*. Ŕ 12g- contini, Varianti e ultra linguistica, Torino 197°. P- 45 Letteratura> IV> 4s (dicem-g- contini, Pour presenter Eugenio Montale, in « arag traduits de ľitalien J ?53), P- 5 (e giä come introduzione a E. ^^Zcizi Torino i97*]-«Sr-• Avalk et S. Hotelier, Geneve 1946) [ora m.^~=^sä5Sm^h. 53 (marzo Cf'- ľintervista di Montale con MLCorti sulľ«APProd° ■ P- t,4- - tica contemporanea, Padova polena Presentazione ad aa.vv., Rtcerche sulla Imguap P- x. Pars 13 !97i) - -"'•«protezione psicolo .rr„xato cu evidenze formali cui spetta anche il^ pito di imbrigliare il vuoto e l'atonia esistenziali, lo ha detto ott'^ mente Solmi,'6 e non e il caso di ripeterlo. Come e noto, specic"* fasi piü avanzate e mature della produzione montaliana, questat«. denza a rigiocare su una diyersa scacchie^matetkli^ioti comporta pure la riutilizzazione e rielaborazione di^ejrieiitLdLvQcabolatiot \ ben piüTdi sintassi immaginativa, gia impiegati in precedenza dallo stesso poeta:1' in una prima fase, analoga funzione possono rivestirc, di preferenza, prestiti ricevuti dalla tradizione poetica antecedente e circostante. Come tale storicitä linguistica investa il maggior produttore di | «oggetti verbali» disponibile sul mercato, cioe D'Annunzio, ho gia procurato di illustrare in parte anni fa.18 Riassumendo il senso dei fenomeni vagliati in quella occasione, si puö dire che i materiali darj- 1 nunziani rimessi in opera da Montale si raggruppino fundamental-mente in due categorie: a) echi estremamente puntuali ma distribuiti • localmente e isolatamente, ä modo dl ma~c^KIe^colore o per cos' dire di ictus formali - e sono la maggior parte; b) concorjaflze pra late e che potremmo dire«di situazione», formalmente meno pereiv j tone ma m compenso piu~dTrtuse e poTtanti: un esempio di quest vt 1 timo genere puö essere la similaritä fra la prima parte di Tfl»P« * j Bellosguardo e una delle Elegie romane, Sera su i colli d'AlbaJ Neil un caso e nell'altro Montale procura di mantenere le>Mn' dalmodello_o a) dislocandone a piacimento materiali frammentari come " Cfr l'anicolo di Montale suiia „c:- -tum:, Le pnme letture Jt- <- <..ir. i'articolo di Momale sulla «Ficra lctteraria» del 15 rtprile I9J8. toru, Le prime /eiture di Engrnio Monlilr, in «lkl(agor», xtx (1964), P- jB " s. solmi, ScriKon nef.lt anni, Milano 1963, p. »89. ^ si' ^ " Cfr. in particolarc lo studio di rj'A.s. avai.ir sugli OnvcAwi, or* >n 'n tale, Torino 1970. n(| JW I'" p.v. mi.ni.auxs, Da D'itlMMeto a Montale. Riccrc/>c sulk formation? * ■ ,6VlV> gutW" porricu monUiluiuo. in aa.vv., Rirnv/v shAi lingua poetka contcmporanea s-"'1" ™' l- numero 1 della presenle raccolta). >» Cfr. P.v. MiNCAuxi, CWfWl 13'/lM«uní/o e 2a fmgna poetica oW Nou derni d»nnun7.i*ni», XI.-X1J (197»), p. J9 t" qui, p. da c. •cento, in «01"' Per la cultura linguistica di Montale: qualebe restauro }2} e neutře di un mosaico, o b) allentando i legami formali col testo-ieStríce (legami che, infatti, possono cosi nsuJtare diiiícilmente rico-^0$\- Naturalmente, perö, il fatto che nella príma e piü frequente "enomenologia gli elementi dannunziani tendano a collocazioni puntuali e aleatorie non toglie che, per una legge precisa della memoria formale cui si puö ben applicare la metafora di^r^ddla^«visco-sitä»20 essi finiscano talvolta jer aggregarsi in serie contestuali: la ^uTomogeneitä in genere non stará tuttavia, beninteso, nel riprodursi dei legami di consequenzialitä semantica propri del o dei testi origi-nari, bensi semplicemente nel fatto che sempře di elementi dannunziani si tratta, cioě che essi coagulano assieme per un processo centri-peto di attrazione e calamitaggio di natura prevalentemente o escíu-sivamente stilistica e tonale. E precisamente un caso lampante di questo tipo che vorrei illustrare qui, e che riguarda Como inelese. (dove il fatto ehe si tratti di una delle liriche piů antiche degli Ossi ě ovviamente tutťaltro che insignificante). Ancora una volta - giova avvertirne subito a scanso di ripetizioni o di interpretazioni malintenzionate - ľepisodio in esame verificherä un dato che, almeno orientativamente, si puö con-siderare costante quanto alle modalita di utilizzazione da parte di Montale delle «fonti» dannunziane (e forse di molti altri poeti): e cioě Ľf>e a un malšimo dl continuitá formale, sul piano a volte dei soli signi-ficanti e delle loro associazioni e figuře, corrisponde un minimo di continuitá semantica.21 Nel saggio surricordato avevo gia dedicato 41 11 j,.' ^ECRE. Esperienze ariostesche, Pis* 1966, p. 57. specie CaS° ^C"a ''r'co c'1<-' csnminercmo risulta piultosto lontana dal mondo dannunziuno. éiear. Cncr"'0 conto delľoriginaria collocazionc nella serie degli Accordi (vedl sotto), quclla vja "'""no chiamare la dominante orsanizzatrice del materiále tematico. il che coesiste tutta-R? Ut>a ''"'Shissima inřiltrazione di dannunzianismi lessicali, formali c anchc «microtematici». ^assumo rapidamente aleuni iwli dati «esterni». Como inglesc (tilolo originale Com; ing/esi) Meč"'/" r's"mP°'» in Ossi Ji seppia di selte poesie dedicalc ad allrcttanti strumenti musicali ^ "WÜJubblicate dapprima nel »'""ero'z ('1g)W*> 'V22'dl «rrimo tempo, (cťr. or* 1: con-ľ( ""rnito tempo» 102J19J}, Miláno i97J. PP- 105-08), c riedite rccentcmentc nel-Ihr Prcsso mesc» del luglio i960, a eura di G. Spagnolctti (vedi dcllo stesso, sull'argomcnto *istoria d, Montale, in «Lettenmira», xxx. n.s. xiv Igennaio giugno 1966), pp. 8z sgg. = aa.vv ' ""•Bito a Montale, Miláno 196Ŕ), e quindi in f.. Montau;, Accordi & Pastell,. Miláno i963' dichiarato qualehe anno fa dallo stesso Montale (vedi Spaanoletti, Preistorm di Montale P- 8,: quj anclic un giudizio retr.>S|x-ltivo delľautore su quellantica esperienza), gli Accordi *n° «certanu-me |x»steriori. a Mertfi-are palltdo e aswrto ma «assai anteriori. a Rřetere A P»"e la variante nel lilolo e la sostituzione del punto esclamativo col pumo fermo ncllulti- 324 La tradizione del Novecento qualche osservazione a elementi di origine dannunzian Como inglese: ma si trattava di rilievi senz'altro insuff in dunque una lista di concordanze allargata (comprensivä^e]]1' ^ denti) e, mi auguro, piü completa. e Prece- Cominciamo col segnalare una Urica di Alcione che sembra esercitato su quella di Montale una suggestione piü globale e se ^ giante che non sia la semplice influenza di elementi isolati, U Jjj fiesolana. Partiamo dal riscontro forse piü evidente: Como inglese, 15-16: nell'ora che lenta s'annera suonasse te pure stasera (e anche : stasera, 1, all'interno) e Sera fiesolana, 1-5: Fresche le mie parole ne la sera su l'alta scala che s'annera. A questa eco se ne associa un'altra, perché se in Montale ciö che s'annera é I'ora... lenta (in quasi-rima con -ento), ľidentico ver- j bo dannunziano é metricamente contiguo a un'opRA lenta (pureinl rima), v. 4: 22 silenz'íoso e ancor s'attarda a ľopra lenta. alla redazioK mo verso, e stato introdotto da Montale un unico ritocco importante nspetto au di «Primo tempo» e delia princeps degli Ossi, ai w. 3-4: cfr. oltre, PP- i2^ e. "°s ^uit, Oltre all'articolo di Spagnoletti, mi limito a rimandare, anche per tutta la sene, a . Montale, Firenze 1965, pp. 20, 22 sgg., 47, 68, e a e. sanguineti. Ideológia e Imguogi' 1965. PP- 37 sgg- .. .. 22 Ľaccostamento con ľattacco dannunziano resta per e pertinente anche quando si riconosca ľ--: ehe si costituiscono — - ' * 'a S RAM**' ,.are, anche per tutta la sene . ^ >gg., 47,68, e a e. sanguineti. Ideologu e hngmm U piu atten*1* 22 Ľaccostamento con ľattacco dannunziano resta per me, globalmente, r „unt0"1 e pertinente anche quando si riconosca ľesistenza a latere di altri possibili "^Qj^clvecd"0' ehe si costituiscono in serie, e «tradizione»: soprattutto il pascoliano (Cantt A.^^uľo Ufringue llo cieco): «e vidi 1 che strniem a lento lento » (il sole: vedi il Vocabolarto irJ. di G.L. Passerini, Firenze 1928), ma anche, prima, Dante: «...l'aere s'anneraya ' a cgotv duttore di Virgilio: «Vedi il vento mutato, vedi il mare I di ver' ponente che s an gm*!' iia», Tasso epico. «cd adombrato il ciel par che s'anneri» (il tutto segnalato „ vers" daionano delta lingua italiana diretto da S. Battaglia); e dopo e meglio Gozzano 1 .^„t. cosi pascoleggiante di U gioco del sUenzio. «Ricordo - o sogno? - un cielo che s assieme al Moretti di La domenica di Brugg», v. 81 (stessa lezione si aveva nella P ^ stcsura del 1910): «e nell'aria che •'- , in rima con sera e preceduto a disti replicato « Let"" '■ die mi pare ■■- - —~ «1 iworetti r)i r • °" ulerrri„ Z'«&ia : e d„.. lu segnalato nei u™— 3*«-» « Len,, enľa S ľ* che Ä V' «' (stel7"°' - <- cielo che s'annera». ™le (ricavo e„,ranin£ ""J ----- l'acqľa ?* ^0"' si a-«'a nella pit, arapú m ,n corso di y r , nte P<>™coIarniente note-• c°Ietti sul pocta romagnolo)' Per la cultura linguistka di Montale: qualche restauro 3V uesto punto puö risultare pertinente un'altra concordanza. Nel „,»rna di rime inaugurate da lenta {s'inargenta, 6; sisenta, n) D'An- „unzio inserisce, v. 9, un assonanza o quasi-rima, distenda: ceJata entro j|vers0) ma in posizione tale che con essa la misura endecasiUaba e compiuta, e il successivo membretto, un velo, ne fa un endecasiJIabo caudato come quello appena citato e come ancora i versi pari di cia-scuno dei tre «ritornelli»: cerule e par che innanzi a se distenda i un velo. A questo tecnicismo corrisponde in Montale la sequenza (vento:) íttento: (strumenti:) protendono dei vv. 1-3-5 ~ e P*u avanti ancora vento, lenta, ancora strumento - dunque con rima non solo imper-fetta ma anche «ipermetra».2' Meno importa la presenza sempře nella prima strofa della Sem fiesolana del significante rame, ma in altro significato (plurále di rama), anche perebé formalmente non eviden-ziato. Invece la lišta ora esposta di riscontri con la príma strofa della Urica dannunziana rende interpretabili come non casuali anche un paio di coincidenze con la terza: Corno inglese, 4: Se"> fiesola Yorizzonte di rame, (Nuvole in viaggio, chiari reami di lassii!... na, 35-36: Io ti diro verso quali reami ďamor ci chiami ii fiume... V: le colline su i lirapidi orizzonti J> Ooti pure la rima immediata reami: chiami in D'Annunzio che Puo ben essere stata non estranea all'associazione montaJiana chiari Kami)}* " In r ■ ,■ , , ■ hrevissinw distanzo con spento (interno) e awe- """tnto .l,df- v- 2°. *> alia fine della strofa precedents 'nm llo prolende in fine di verso chi ' P 334, nota 31 udeva citato a .. -iv. „r,raa Utende in fine di verso chi Woprin"" ľľ deUa 5 Äf. *r * fnteno): vedi I'articolo di Orelli ci ^"Prio con vento, mentre gia m j^TJ, e tempo (interno; s^rie con/mto (interno), ancora * ^ ^ ^ D-Ammmit a t. nota 31. „ rM fiesoUr"U" n u PerunaltroriflessodeUaV«/"5 M0«*Í€ cit., p. 185 [= <•">• P' ,8J' f* La tradizionc del Novecento Procediamo ora nelľordine successivo dei ver<; A- n H vento ehe stasera suona attento gli strumenti dei fitti a/£eri... (nella prima redazione «gli strumenti degli alberi»)-Pioggia nel pineto, 46 sgg.: E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro aneóra, stromenti diversi sotto innumerevoli dita: il caso ě interessante, poiché si tratta di un processo, per cosi dire, di completa lessicalizzazione delí'analógia dannunziana, anche un tan-tino distaccata se non proprio divertita, al di lä del consueto marchio razionalizzante che Montale imprime alle immagini poetiche tradi-zionali; e precisamente tale lessicalizzazione sta alia base delia tro-vata per cui la scéna deseritta «rappresenta» analogicamente il suono del corno inglese (ora il rapporto resta affidato solo al titolo, ma la cosa era evidente quando la Urica faceva appunto parte della seriedi poesie dedicate, con gusto cosi «primo Novecento», a vari Strumen 1 musicali). 2-4: ricorda un forte scotere di lame - ,e restauro P7 ľorizzonte di rame. La rara rima e gia nelle Madri, sempre in Alcione, sebbene qu'^ abbia Lame toponimo, in Montale lame nome comune, anzi con ^ significato peculiare;25 in compenso rame entra nello stesso s'ntagre con di ed ě adibito a un'analoga nota forte di colore (ma vedl p p. 334, nota 31): » Che non e "lame", ma con ogni verosimiglianza va ricondotto nell'ambito * jj lamma, chiosato (ra l'altro dal vecchio Casaccia con "Lamiera di ferro distesa di M<". c0-"■ — . d oporto e torse Montale, v. 18 - m feria i' 10: Vonia, 3 sgg-- 13- fiove i*'«1-'- — , A\ cristalline stmce Albicailmar, dienst« varia..- , 21 e U mare che «fb - Nella cala tranquiUa scintilla, intest0 di xagha come ľantica lorica del catafratto, U Mare-- aei t<"»- ilMare: * coraosservarealmej° ptt> segue: che il S"5„ Semb" »''*„,! I««»1;"™ I« di vetso); ehe, p« essend- inrelazionecolripetuto tre, 29 (interno). do, 0*c0 ,» » Non lontano, J-J^ S* aPP"* . 4 u , ~cef". Mih"" » Non lontano, v. dd řfcr*. * „«nc " E vedi le «** »° "Ed.Mondador-,^ > Montale cit., P- 4' 1 .„„.ď F" un «i\ mare mutava co „8 12-1): Le Ore marine, 53-55: Annwersario orfico, 5-6: La tradizionc del Hovccento lancia a terra una tromba (: rimbomba di schiume intorte; e ascolta la row6a della voluta e odevi la tromba del Tritone... Dalle scbiume canute ai gorghi ititorti fremere udimmo tutto il mare nostro 6) (e si osservi qui nella quartina precedente la rima Gombo: rimbombo\ E altro ancora, piü marginalmente, si potrebbe notare. Ad esemo" che il sistema di libere assonanze sul timbro -ü- che percorre in senso verticale Como inglese {luce-Nuvole-lassu-malchiuse-muta-schiume-pure) rientra in un gusto del legato fonico di cui si compiace spesso l'estro armonico dannunziano, probabilmente a controbilanciare con questo basso continuo piü sordo e grave la prevalenza di rimeejssn-nanze impostate su timbri espansi e squillanti. Si veda, per prendere liriche giä chiamate in causa, la terza strof a della Sera fiesolana (fiume-incurvino-chiuda), o la terza della Pioggia nelpineto (laggiu-umida-tuttt-muta aggettivo: cfr. in Montale lassü-muta verbo), o ancora la penul-tima dei Tributarii {luna-cruda-tutti-lungo-indued) ecc. Non sfuggira naturalmente che ciö che in D'Annunzio era perlopiü gioco timbnco episodico e divagante qui diviene decisamente un elemento costrut-tivo portante, vera ossatura fonica. Alio stesso modo Panalisi appena un po' approfondita dei ram ^ mali rivela, in una lirica per vari aspetti ancora acerba, una a tecnica giä magistrale. A cominciare dalla ^^^J^f^^^i riodale e circolare, specie di giovanile cartone della tarda e sup ^ Anguilla, che chiude saldamente su di se il breve ^P0^* guard gendo dunque proprio alia diffusivitä dannunziana. Ma soprattutto la funzionalitä e pregnanza semantica che assu™e]a sUbito costanti della tessitura fonica. La partitura sintattica s^Vi^ catche il significato della lirica e articolato suiirejgniajltsflü^^^ dinalmente disposti, vento-mare-cuore. Ora la stratégia 1 ,^.qUestä ímporta se inconscia) del poeta é consistita fra ľaltro nei 0» messa in rilievo sintattica con una_ fonico in virtu deUa quale quei semantemi_sies£an come dominant, costruttive a tutta la liricTmediante^^ a[^ipazi5rTclr^ del loro signiticjp-te (ě un p«>c p„ la culiura Imguistka distale: aualche restttm ndo alle ricerche di ^jp^osti). £ dunque tento si ri, "'-'nella catena di r.me o quast-nme p,u ricca delTo^J^ c,,ot -. jowwent/ - anche onzzourn - prormnom - !mTa i;ento); MAR^e preannunciato per anagramma da rame; cuore demente ritardato a sorpresa fino all ultimo verso, e in realfalnT ilto dalla sequenza di vocaboli con nesso -or-, spesso preceduto eguito da dentale (e talvolta qualcosa di piü, -cor, -ore), che per-^rre tutta la lirica (ricovJa -forte- Eldonadi - poue - cohvs. - intoue -««ore - oRtf - scoKdato; e anche -ro-, anzi rot- I tro-; pKorendono, mmba), e che dunque fa aggio sulla prolessi esplicita «te pure... scor-dato strumento». Tutti insieme, unitä sintattica, echi anaforici e rimandifonici contribuiscono in particolareallostrettoparallelismo. tfcüTsi impianta il significato della poesia,2' fra l'apertura e la chiusa: il vento - il vento; stasera - stasera; suona ■ suonasse; n'coRDA, scotere - Scordal; Strumenti - strumento. Ora, tornando al punto di partenza, ci si puö chiedere se la pre-senza cosi cospicua di echi lessicali e rimici dannunziani non importi qualche conseguenza piü generale sull'organizzazione formale com-plessiva di Como inglese. Si sarä notato che i materiali dannunziani memorizzati e riutilizzati da Montale provengono non solo, come e abbastanza normale, tutti d&Alcione, ma spesso da liriche del tipo metrico creatura appiattato entro ú ten u & A ^ la rima giä distanziata verdura: impaura; ma anc "á 'ÍkPrt0' piÜ d«isamente metaforizzato, vento-cuore cfr. ^ ' 6: «il vento che nel cuore soffia». incui 33° La tradhione del Novecento cussione immediata entro lo stesso verso come,neUamede canto» siitia s>ro(. «e varia nell'flrá», «seco«Jo le íwnde», «al planto il si pub accostare il montaliano (v. 2) «ric(Wa un fc^"*'^8*'! mente si verifica anche il processo inverso, vale a dire la* ^ di ricostruzione mentale o alia lettura di misure piu ampie > píľ [jtte, e una sirma contesta di versi piu brevi, e a rime espostg-Bl-^-^ con confine esattamente a meta del componimento, fra i vV- ^ Cio premesso, resta che anche qui la rete delle rime_e_£!!2^nTf0 libera una ipostruttura di versicoli in corrispondenza, come u". ^ ordito sottoposto alia trama: e di nuovo si potrá trattare di eC . riparati in sedi appartate, o a notevole distanza, come ream' a 1 Per la cultura linguistica di Montale: quakbe reslaum u v. 8 e dopo enjambement che riprende la rima lame: rame e piú compl^mente replica la figura íonica del secondo termine delia cop-da, 0 scordato che spunta solo alia fine ad assuonare con EUoudí. Per cui si ha, a prendere solo i casi piu limpidi: TI vento oppure-- 11 vento che stasera suona attento nell'ora che lenta s'annera s'annera e lascio ai lettori di proseguire a esaurimento il gioco. Quello che soprattutto conta, e va messo in rilievo, é che non si tratta aífatto di un Úpo di organizzazione íormale raro e isoiato in Montale, magari circoseritto per eccesso di eloquenza musicale alle prime prove, bensi di una precisa costante della sua tecnica, che ha vita duratura (íino alla recentissima Saturn) e che andrehhe, se la cosa non risultasse alYatto pratico troppo maechínosa e (orse stucchevole, ňntracciata e documentata su larga scala. Per non cercar lontano, topo-graficamente e cronologicamente, bašti per ora vohar Vocchio alla Pagina successiwa di Ossi di seppia e analizzare rapidamente la prima str°fa di Quasi una fantasta. La quale si puo scomporre, con qualche feeresionalita, cosi (frapfrenteli le sillabe, cosi divenute tnmah di membro, coinvolte in sinale(i): ^■'oeiorna, lo pKse"'° di frust" lista u" Da Tor"" „,0 voci.1 •furaten^COnt (nella riscrittur* ■inest-c^- 3}2 U Vizione del Novecato delle assonanze piü marcate, che sfiorano la rima, lasciandod le consonanze in omaggio alle caratteristiche predominant^ nel di confronto, D'Annunzio, se non sempre in Montale stesso) o sta disposizione «arbitraria» ha fra l'altro il vantaggio di eyidenziar maggiormente certe simmetric e rapporti internLJ^cco dunquecKT dopo il discrimine dell'endecasillabo collocato in posizione centrale sia metricamente (settima sede - e ancor meglio nella disposizione «originaria»: quarto di sette versi) sia sintatticamente (sigillando la prima delle due unitä sintattiche maggiori di cui si compone la strofa), si ha un terzetto di versicoli che rispecchia quasi esattamente quello di apertura tramite rime o quasi-rimé (in -ore: -ole c'e correlazione di liquidita dei fonemi consonantici), le quali rafforzano la ňotěvolě corrispondenza grammatical dei rispettivi membretti costituenti: Rag-giorna verbo - toma verbo, entrambi cardini ď apertura delle due unita di discorso e non solo affini semanticamente (indicando azione ck si ripete, che torna a verificarsi) ma ancor piü strettamente legati da un rapporto «metonimico», poiché il «raggiornare» ě effetto de ritorno del sole; «da un albore» - «dei sole», parimenti scomponM in preposizione + articolo + sostantivo, e nuovamente i sostantiv, oltre ad avere entrambi carattere visivo, presentano l'interrelazi causa-effetto; mentre per i «versi» centrali dei due terzetti va p tenuto presente che il sostantivo awenimento entra in un ^inta^or nominale perifrastico e ridondante passibile in sostanza di tras mazione in sintagma verbale di tipo semplice,'0 a non dire legame semantico, ancora di carattere metonimico, che unisce 1 «P ^ sentimento» del fatto e il suo realizzarsi (l'«avvenimento»)-osservi poi tutta la distribuzione strategica dei verbi. A parte i gettivo presento, che anticipa la situazione delle strofě successive, 0 nate dalle prime persone (verso cui convergono anche varie aPPar^j terze, tramite l'accompagnamento pronominale: «mi turgeva», diranno», «mi sarä comparso», e solo alia fine della Urica, circ mente, si tornerä in modo netto alle terze vere e proprie), sono c tro verbi di terza persona o non personali, «oggettivi»: tutti in sizione forte, ottenuta anche mediante rilevanti inversioni, sono locati a chiasmo e secondo regolata proporzione («versi» i> il sog-domi-:nti iffli ;olar-quat- in P°-col-e8 ^ Da VAnnunzio a Mo„tale cit „ ncordo di un luogo sabkno di Trieste e u„a Jo'nLV4 C "°tc ?8-79 («nche per il pr° nna> I- qui, pp. 66.68 e note g9.90; ;ioe esa Per la cultura linguistica di Motttale: qualche restaum lttamente al centro, 14, con uguale intervaUo fra la prima coppia tXseconda), e la struttura chiastica e sottolinem dal parallelismo sillabico e accentuativo fra i due centrali, rispettivamente, e gli estremi pa ■ Torna bisillabi, accento di prima; Raggioma - non porta trisil-labi, accento di seconda). I tre verbi semanticamente dominanti su cui s'incentra la progressione dei discorso (lista e certo secondario e per cosi dire appositivo) sono collegati da rima e quasi-rima (-orha: ■orM, correlazione di dentalitä), che si aggancia poi alla strofa suc-a (foRZA, in punta di verso), e l'aggancio interessa particolar-(t ■ z: oltre all'elemento dentale e in comune ancfie quello ) il terzo, «nonporta», che chiude la strofa e apre alla suca on soltanto per Ii~sua posizione terminale, mapiu ancora per il suo 1 1« oo^M^nza delle azioni \ cessiva mente sivo) i (/ÖRZA, in punta ui vcuu,, *-e (t - z: oltre all'elemento dentale ě in comune anche quello occlu il terzo, «non porta», che chiude la strofa e apre alla successiva ... joltanto per HTsua posizione terminale, ma piu ancora per il suo senso^rovesciando in negativo («non») Ja sequenza delJe azioni verbau e problematizzando dunque la situazione (infatti la prima parola delia seconda strofa ě Percha?). Qualche altra osservazione, a recuperare speciaJmente i íei considerati meno pertimenti alľatto della riscrittura. Ancfie il quarto versicolo ě in realtä fortemente relate, poiché frusto, oltre ad assuo-nare con barlume e piü con chiuse: diffuse, consuona con bsta e soprat- • a dunque ľendecasillabo centrale sipuo due unitä di5 + 6sillabe unite > i fenoméni e ii quarto 1 nscririma. c 1 ■ ĽCTjwcra oltre ad assuo-versicolo e in realtä fortemente relato, poicne nun> , n chiuse: diffuse, ^su^^ntraJe si puô tutto con FineSTRe; a sua volta dunque 1 endecunJte da una scomporre, ottimalmente, in due unitä di 5 fouse, con alter-sorta di mpportatio sonora {lista -finestre, **w 0 un'uiteriore "anza consonanza-assonanza) - e com"^ueJ e reg0Jaritä di suoni *omposizione farebbe risultare altre proporz -ene „vece sotto-* *mpi (o intervalli) su cui non mi ^?°úítl0 «period°>>>^™E '■neare ehe la penultima unitä minima deP"* jn n „ppor o st*con la penultima dei secondo per^S ^ di epanalessi fonica e «rima con*J' { u«u nuov^ ^rosequenza consueti strepitt P"° ^ (v^«"« *SmPa e "Jf tra: -ETI: .EpiTI) del modulo^ j D M£ á del genere, interno dello stesso verso, ^o)edi ^eg¥., ^ora n«Pineto (da cui giä si ě 'ú """aIToÚ -ominciare dallf ^^c.,^nte j-ojgj odow», «vi si mešce, s ac^_ £ n0n df^. per l'uso di protendere in Montale e in D'Annunzio. • riesct » In Da D'Annunzio a Montak cit., pp. i75 e 183 [= qui, pp. 28 e 36i- Non ,19 di accogliere veramente ľindicazione di c. galimberti (Dino Campana, Miláno 19°1< ?Ciß. - e vedi anche pp. 120-21) sulľaccostabilitä di Montale a una data zona della poesia di pana «anche per certo dantismo di fondo». Continuo a pensare che da questo lato u P dente che piu pesa sia, in quell'area, Rebora. Per la cultura linguistica di Montale: qualche restauro »5 ienza retorica. Questo in genere non e, cosi im Continus a sem-^Tcaso di Campana, e poco importa se aU'origine di eib vi sia Jawe'ro e sempre un proposito eversore di disordinamento deüe forme, o anche e semplicemente una dose eitettiva di inopia tecnica, leggi difficoltä di arrivare alia forma. Fatto sta che Qampanajn modo che non potrebbe essere piu remoto da Montale - il quale, se e possibi-le sintetizzare cosi, imposta i suoi enunciati siilla mesistenza di un processo espansivo di pluralismo e moltiplicazione lessicale e di un pro-. cesso. ridutüvo di assimilazione fonica -, gioca sostanzia/menre k sue carte sulla figura deU'ke^zabnerkmic^e verbale (per una preva-rieazione, anche psicologicamente interessante, dell'identico sul vario e sul simile). Donde sia l'apertura infine limitata del suo registro lessicale, infatti meno ampio e inventivo che nei contemporanei «vo-ciani»;5' sia la tendenziale riduzione dei tradizionali schemi musicah di similaritä (rima ecc.) a favore della mera ripetizione. I Leitmotive lessicali e frastici (come anche nella urica cui ci ri(eriremo) iunzio-nano insieme da segnali e nodi delTelemento ossessivo, sul piano psi-»logico e visivo, e, sul piano formale, da punü ^J^lZin future compositive altrimenti debordanti ^^Zrie lui 1 'ncompiuto e cosi poco un accidente): guas>/az!°"'Pdi Montak - ' s o- b""° \Ľri ross«tri e scale,-fc'ca * Versi spars, entrata ^l.^.ľomi* «a*» «n riscontro come V«'°y^,l. scritti, Firenze .9*» ^«*VV :":^iSeguiva,autöma»,-^aun<'«*ir CUra*e la canicolalS.»r«PaSOP