_ _|lgllu;MllUHiyUMMIM Aido Palazzeschi Peetica della dissocrante allegria Nel 1909 anchť Aido Palazzeschi, come Govoni, confluisce spontancamente mento futurista come autonomů e un po' atipico fianchevviatore Palným i ř Me' "'ovi •••••• -----—~~ M„:„:!r*exh! •" cffett, k 25 im ««so I tom • ""f ---r y w ----- ■ ••mm in £Mt £id (rovu semita della prima, cui fara seguito la risposta , poeta (vr. 18-20 o almeno v. 20. se si 'nlend0" w. 18-19 come risposta della prima voce - ^ come si é detto, ě difficile individual Pr^l|ť( mentě gli intcrlocutori e delimitare le risp 'one dl intervento). 40 45 50 55 60 Sápete cosa sono? Sono robe avanzate, non sono grullerie, sono la... spazzatura delle altre poesie. Bubububu, fufufuíu, Friii! Friú! Se ďun qualunque nesso son prive, perché le serive quel fesso? Bilobilobilobilo blum! Filofilofilofilofilo flum! Bilolti. Filolú. U. Non ě vero che non voglion dire, vogliono dire qualcosa. Voglio dire... come quando uno si mette a cantare senza saper le parole. Una cosa molto volgare. Ebbene, cosi mi piace di fare. Aaaaa! Eeeae! Iiiii! Ooooo! Uuuuu! A! E! I! O! U! Ma giovinotto, diteci un poco una cosa, non ě la vostra una posa, di voler con cosi poco tenere alimentato un si gran foco? 25-2<) Sápete cosa sono?... altre poesie interlotu "ore ironico (ma potrebbe essere il poeta stesso. V* dl 'fonia non difetta). Rohe avanzate implica orsc ambiguita tra "avanzi" (scarti, .spazzalu-ra"> c "avanzamento" (cioe produzione ďavan-guardia). 7 fesso: ľinsulto, prima rivolto al prodolto '-corbellerie». .grullerie-). ora nelle parole di ^"«l'aJtra voce si fa diretto alia persona del poeta. 47-49 come... parole, e detto add buona (e il poe ta che p*r\t o un'aliri voce anonima?), ma in fondo signified cngliere il processo di daenun lizzizione di ileum dei piii lipid tnifici poetici (ripetizioni, issonanze, rime) che il "poeta" e in genere le ivanguardte mellevano e avrchbero messo in Hto. 59-62 posa.. foctr. -posa- cof^ie in effetti I'alteg-giamento consipeiolmenlc provocatorio di tanta 65 70 Huisc... Huiusc... Huisciu... sciu sau, Sciukoku... Koku koku, Sciu ko ku. Come si deve fare a capire? Avete delle belle pretese, Ä ormai che scriviate in g.apponese. Abi, ali, alari. Riririri! Ri. 75 Lasciate pure che si sbizzarrisca, anzi, ě bene che non lo finisca, il divertimento gli costerá caro: gli daranno del somaro. Labala 80 falala eppoi lala... e lalala, lalalalala lalala. Certo ě un azzardo un po' forte scrivere delle cose cosi, 85 che ci son professori, oggidi, a tutte le porte. Ahahahahahahah! Ahahahahahahah! Ahahahahahahah! 90 Infine, io ho pienamente ragione, i tempi sono cambiati, gli uomini non domandano piu nulla dai poeti: 95 e lasciatemi divertire! avanguardia; «gran foco» esprime in termini con-venzionali l'idca di poesia. 69 Come... capire?: ľinterlocutore tradizionalista e, tutto sommato, benevolo non puô rinunciare a trovare un significato precise magari "elevato" in una poesia. Si veda una possibile risposta del poeta ai w. 93-94. 76 non lo finisca: non finisca il suo compel""*11 to-divertimento. canevolf 95 e lasciatemi divertire!: il poeta č consul; che gli interlocutori hanno le loro buOO* ^ per definire «corbellerie» le sue poesie, )|o gliene importa nulla; il suo unico scopo di divertirsi. 160 165 170 175 180 185 190 [B] DA LINCENDIARIO Quando tu bruci tu non sei piú 1'uomo, il Dio tu sei! Mi sento correr per le vene un brivido Ti vorrei vedere quando abbruci, quando guardi le tue fiamme; tutte quelle bocche, tutte quelle labbra, tutte quelle lingue, non vengono a baciarti tutte? Non sono le tue spose voluttuose? Bello, bello, bello... e Santo! Santo! Santo! Santo quando pensi di bruciare, Santo quando abbruci, Santo quando le guardi le tue fiamme sante! E voi, rimasti pietrificati dalforrore, pregate, pregate a bassa voce, orazioni segrete. Anch'io sai, sono un incendiario un pověro incendiario che non puó bruciare e sono come te in prigione. Sono un poeta che ti rende omaggio, da pověro incendiario mancato, incendiario da poesia. Ogni verso che scrivo ě un incendio. Oh! Tu vedessi quando scrivo! Mi par di vederle le fiamme, e sento le vampe, bollenti carezze al mio viso. Incendio non vero ě quello ch'io scrivo, non vero seppure ě per dolo. Án tutte le cose la polizia, anche la poesia. I Nota metrica: versi liberi. 157 Quando tu bruci...: il poeta, dopo un lungo ternarsi di voci anonime che commentano l'a-Z1(jne di un incendiario, prende la parola e si ri-*>lge direttamente alľincendiario (tu). 69 S&itoh nella sua voluttuosa ebbrezza 1'incen-dlai"io é mosso quasi da un sacrale desiderio di distruzione del mondo. Palazzeschi čosi contrap-pone questa «sacralitá» alle «orazioni segrete» delia gente che assiste pavida e impotente alla scéna. 178 Anch'io sai, sono un incendiario: il poeta con-creta in questa immagine il motivo tipicamente futurista delia distruzione delia «cultura passati-sta», delia tradizione. ^3 -Rrocedi , espressivo, 349 —-——' ' " i-— Tnlp nrocedimento (episodico nei festi di spersonalizzazione dello d.z.one«Job P forse un p0Peta? / N ^ H biomo nprodoM Selľon.mo mia: / "follio"» (da Cfti scrive che una parola ben rano / di poetica, ehe si conclude: «Chi son primo componimento rnevame p / II saltimbanco' de«'an.ma m.a>|. ,j ione dell'enunciafo lirico ě ottenuto medIQn Altrove il medes.mo effeHod. spersan . jnter|ocutorj (cQme ^ d, . ,e il co//age d, fras. pronunaa e da u ° * „ • da no| . } a S tsfd n egne di negozi, di manifest! pubbltc.tan, hlo .d. g.ornal, espost, al pobblico. ume etici eel). Tale procedimento tende a soshhi.re all ,o Imco trad.z.anale ehe par|Q di sé, si analizza, enuncia desideri, problem., dolor., un soggetto .mpersonale ehe puô es-sere individuate nella «gente» (Sanguineti). ...... .. . . ... In entrambi i casi si tratia, é chiaro, di una forma di d.stanziamento e d. demistificazione delia tradizione poerica regolare e alta. Poetica delia dissocrante allegria. Altrove paria invece direttamente .1 poeta: e allora, come nei due testi proposti, ľopera di dissaerazione ě affidata ad altri mezzi. In Lasciatemi divertire, dove pure si ha il collage di voči anonime, ě affidata anche al provocatorio non-senso delle frasi pronunciate dal poeta, alle sue affermazioni di concepire la poesia come puro e folle divertimento (anche Palazzeschi rifiuta il modello ancora egemone del poeto-vate, del poeta investito di una funzione pubblica, ma al lamento dei crepuscolari sostitui-sce ora una dissacrante allegria). Anche il nonsense ě parola spersonalizzata, rifiuto degli istituti lirici tradizionali, desemantizzazione di procedimenti normáli nella poesia delia tradizione, "licenza poetica" elevate alľennesima potenza. Nell'Incendiario la dissaerazione ě affidata alľimmagine futurista di colui ehe dá fuoco alle cose e alle parole del passato, ai simulacri delta tradizione (e delia realtá dei comuni borghesi, delle istituzioni pubbliche). Non c'ě piú in Palazzeschi, come in altri poeti di questi anni, la fiducia nei modi, nelle forme, nei valori della poesia precedente, nei compiti pubblici e privati ad essa affidati. E una situazione di crisi, ehe si manifeste pero in forme giocose e allegre - di un'allegria sempre dissacrante - talora nella paródia, talora nella deformazione amabilmente grotte- sca. Tra erepuscolarismo e futurismo. A proposito del passaggio da una fase crepuscolare a una futurista, cui si accennava nella premessa, e delľatipicitá del suo futurismo si consideri la seguente osservazione di Sergio Antonielli: «Oggi sappiamo ehe il erepuscolarismo fu a doppia faccia: nostalgia, elégia per un verso e corrosione ironica, demistificazione per un altro. Palazzeschi fu crepuscolare piú nel secondo verso ehe nel primo. Dopodiché fu futurista. Ma poté compiere una sua feconda sintesi di erepuscolarismo e futurismo proprio per-ché la sua vena di ribelle, di "anarchico borghese" in contraddizione col proprio ambiente sociále e, i n parte, con se medesimo, era giá viva durante la fase crepuscolare. Futurismo, per lui, significo proseguimento di una giovanile lotta contro le convenzioni. Quanto ai cc-rollan politici dei "teoremi" marinettiani: nazionalismo e interventismo non li fece mai pro-pri». Altri critici, e per primo Edoardo Sanguineti, hanno proposto una diversa classificazione e denom.naz.one d, questa prima fase della lirica italiana novecentesca (ehe comprende ho gl, altr. Govon, e Palazzeschi), introducendo la categoria di "liberty" Si veda lo studio d, E. Sangu.net,, Tra hberty e erepuscolarismo, Mursia, Miláno 1965 [La citazione di S. Antonielli é tratia da La poesia di Palazzeschi, in La letteratura del Edizioni di Comunitá, Miláno 1984, p'5 J Per la scheda biografica su Palazzeschi cfr. TÓ9