U.6. Elsa Morante e le narratrici íl.6.1. Letteratura al femminile. La lenta e progressiva modificazione della condizione femminile costitui- 11 femminismo see uno degli effetti piú essenziali dei processi di trasformazione che in questo secolo hanno interessato i paesi industriali: l'articolazione sempře piú capillare delle strutture sociali, lo svolgersi di nuove funzioni e di nuove possibiütä entro la societa di massa, lo sviluppo di nuovi servizi pubblici, il mutamento della stessa vita domestica, l'uso di nuovi mezzi industriali, hanno contribuito a una emaneipazione delle donne, che ha trovato la sua piú ampia espressione nel femminismo (cfr. parole, tav. 267). Questo fenomeno (svoltosi, naturalmente, tra contrasti molteplici, in modi tutt'altro che semplici e omogenei, con la persistenza di molte situazioni anco-ra estremamente arretrate) in Italia si ě intrecciato con la mutazione antropolo-gica verificatasi durante il passaggio dalla civiltä contadina alia civiltä indu-striale: ha interessato ľintero assetto della societa italiana intorno agli anni Ses-santa, con l'esplosione del miracolo economico; solo a partire da quegli anni si ě cosi assistito a un piú massiccio ingresso delle donne nella maggior parte dei settori del mondo del lavoro e si sono diffusi modi di organizzazione della vita domestica e familiäre tali da garantire maggiori spazi di liberta e di autonómia alle donne. , Ciö ha favorito di conseguenza un piú stretto rapporto delle donne con le varie forme della cultura: uno dei presupposti essenziali per la parita di dmtti !'a i sessi ě costituito dalľistruzione scolastica, dalla diffusione: cioe, almeno m ijnea di principio, di pari possibilitä di formazione culturale. Nella prima_ meta del secolo, nella borghesia e talvolta anche nella piecola borghesia cittaina ^ «a diffusa piú capilkrmente ľabitudine di far compiere anche stu* superioři, nelle normáli scuole pubbliche: ma ancora scarsi e ano 1 c 1 d studentesse ehe arrivassero a frequentare ľuniversita (e per lojpiu 1I0 rostudi ^versitari erano orientati verso una carriera di ^^^^^i ^ Piú ampia presenza deĽe donne (di estrazione borgh«c e » "^S^, e nYí Pi^olo borghese) negli atenei si ě avuta negli ^^^^o e nel dopoguerra: mga ü feno *eno ě divenuto veramente consi teňte Le donne e la cultura gli anni Sessanta, con la scolarizzazione di massa (dr. "-^ . t0 In questa situazione, molto piú intenso che in passato e stato ú rappo Le scrittnci M" Epe*.* íl Ricustnizioiu c »viluppo nel dopogucrra (1945.1968! delle donne con la letteratura: Ic donne scrittrici non rappresentano piú M,|u tocasi particolari e abnormi. ma tendoQO ad acquistare un picno diritto'dic" tadinanza nel mondo Icttertrio. Vi č la coscicnza delia piena parita di valoreta una lctteratura al masehile e una letteratura al temminile: e quesťultimu terča di cssere espressione diretta e anientita di una sensibilita e di un punto di i mt řemminili, rifiutando di adeguarsi passivamente, come era sempře aceaduto nel passato, ai modelu dominami delia letteratura masehile. In questa ricerca costituisec un punto di nferimento essenziale ľ opera di una dellc mwptiwj scrittrici di questo secolo, ľinglcse Virginia W'oolt (cfr. 10.1.8). u ncCT« Gran pane di questa nuova letteratura si trova sospesa tra la continuitá con JiuiuHc.tiura glj schemi e i motivi letterari doniinanti e il tentative) di dare espressione atla «Ifcmmmilc Ä divcrsiiď » delia condizione temminile: le donne scrittrici di questo secolo vi-vono moltospesso unconflitto tra la lom scelta letteraria (ehe intendeporsicome presenza piena nel mondo culturale, senza nessun complesso di inferiorita rispetto alia letteratura masehile) e la loro ricerca (a volte piú esplicita e inten-zionale, a volte piú implicita e segreta) di una serittura al temminile, dotata di caratteri del tutto propri, capace di esprimere dalľ interno un'espericnza e una sensibilita mai rivelatesi autenticamente nel passato storico. In questo conťlitto balza in primo piano ľindagine sui personaggi femminili, ľanalisi delia vi« n miliare, il proposito di individuare le ragioni Stesse delia scelta delia lettentuň e delia vita culturale (una scelta che appare in contrasto con il ruolo che per j* coli la societä ha imposto alia donna): le scrittrici sono molto attente alle forme concrete delľesistenza e all'indagine psicologica, e sembrano per lo pm rinuia re troppo sottili sperimentazioni linguistiche. L'ambito in cui esse si impegna- lChe in Italia, nelcorsod. ' Jtati.col- questo secolo, la narrativa « femminile » approda a originalissimi WUB«^ ^ legabili a quel realismo critico di cui si ě parlato in 11.3.1. W™^*^ spes:io tensa carica conoscitiva legata alla stessa ottica femminile, che perm • )f di penetrare e osservare piú a fondo, da un punto di vista nuovo e u* pieghe della realtä, il significato del presente to* Le figure piu »ijtmficaiive ogni (trie tow**' In questo capitolo se posizl* mUtato rad«calmente ľ°' C con}un(*ue Prima dcWespansione ccomm dSrľ CCmra,e «SľE ' earatten delh cond.zione femminile: tra OK una chchLCarme&aa^-delt.Morame. ^ P"re ha energ.camcnle rifíumio <*» ňolsi pat\er-a flaľ"a' P.'u wi orizzonti delia letteratura coniem^ dovéaldťf,nJÍSCe * in raDľZ T'"0' rivclatesl in ^ni piú recen.i. la cu. ícfr .'Tí*.^^ OgSKS a' Tndo deUe do"ne, sia in un nuovo ortf*"£ raTiSiS ' att^ÍL7J h di una letteratura ď ctuľT"* ne«ii anni £'fcm,nin»™o e le lotte da esso condo.te dtf*»£ conS "i'3' 3 Una ,e"erat"« * testimonianza .n «gj SS,va *«! maSřT' aUtCnticita «naturale»deUa donna alladu^ en«o si ě parlato ncUe Epoch. 9 * ^ cfr rfatřide Serao, cfr. 9-5-4. G^Z ' ^ parlay 1 vari luoghi deUe Epoche loc» cüntemP" 11.6 Eis» Morante c le narramei 11.6.2. 17 passato e il presente Ncgli anni Trcnta si nvclano alcunc scriltnci che tendono ad attravcrsarc di spazi della mcmor.a. a r.ntracc.arc scgni cd event! del tempo pcrduto. collegandosi in linea di mass.ma all onzzonte di« Solaria, (cfr. .0.6.101. Un caso a see quello di F«« Cul™, Fausta Cialente (nata ncl 1898). in cui la memoria autobiografica si intreccia al-limmaginazione esotica, chc nasce da un suo lungo stiggiorno in Egitio. Insisteme ed estcnuante e il lavoro sulla memoria di Gianna Maszini inata a c.unra m^mi Pistoia ncl 1896, mom a Roma nel 1974, fu moglie del critico Evrico Falqli, 1901-1974): essa esordi ncl 1928 con il romanzo Tempo innamoratn, che segue una [ragica vicenda amorosa in un gioco di sfumature sottili, di atmostcrc linche. di continui scambi e passaggi in un tempo tutto interiorc. Nclla sua vasu produ2ione, la iVianzini ticne conto di molti modclli deUa contemporanea leneratura curopea ri-volta all'analisi del tempo e delle sue risonanze psicologiche (da Proust alia VTootf): ma mira a tenerc ogni parola a un livello sostenuto c volutamcnic «poctico», cer-cando ossessivamcntc la pagina «ben farta», ricoprendo il suo linguaggio di una specie di « patina » profumata. In alcuni romanzi da prova di una sottile capacita di agire sulle strutture narrative, di scomporle c ricomporlc su piani diversi: e il caso della Lettera all'editore (1945), dalla Manzini stessa concepito come «romanzo da fare*, il cui intreccioe costruitosu un complicatocsottilegiocodi ipotesichcN-en-gono continuamente sfiorate e modificate. Oltre chc in romanzi come Uwtkurid dtavolo (195 5) e La sparviera (1956). Gianna Manzini raggiunge forse i suoi risultan piii alti ncgli ultimi libri, Ritratto m />/<•(// (197'). eonfronto con la tigura del padre, eSulla soglia (197}). volume di racconti (quello chc da il titolo al volumee un assono colloquio con la madre). . Anche Anna Banti i pscudommo di Lucia Lopresti, nata a Firenzc nc 189J. Anru Ban., dal 1924 moglie di Robeno Longhi, cfr. 10.6.22. motta a Ronchi di Massa ncl 1985) ha le sue radici neUa letteratura di • Solaria ». e attua una nccrca suUa memoria Oc si rivela particokrmente intensa e attcnta alia spccificita femmmde. a pcrwn*«p sconfitti che. nonostantc la propria condizionc di vnttime, «»^™. c"*«**,)' mente la vita (come evidenzia gia il titolo dci racconti //awafo Ouesta riccrca si rivolge spessc. verso il passato. con uno sp.ee .to gw, igu-.m coloristico (legato a una grande cul.ura molto preziosa e lavorata, vicina a tanta «prosa d arte, tra uJ narrative deUa Banti ragg.ungono un felic.ssimo equ. *no (1947), inquieta ricerca condotta su un personaggio siwco.» P Artemisia Genuleschi (.,97-dopo il .651). sulla sua lonXchefad.tutto,>erol-■dentita di donna c la dignita del propno lavoro, in un monuo l ^ . ^. "aggiaria c umUiarla. La difticolta del rapporto tra la Knw * jg^j ,1 storica del personaggio e sottolincata da un COmp»OF u;sRW, Cm. Esso romanzo interroga continuamente la propria possiMi" . >^ Jal].JutrKC a cau si pone come riscrittura di una prima stcsura gia senr1 «\ j, qucsw sa dei bombardamcnti della gucrra: la riccrca diMc"^ jIslrunoeuui r.comp.' stcsuraperduta.tcntativodiritrovarcilromanzogias ■ SMIOSUll,narrazionedittoo sto. Nelle prove successive la Banti ha var.amcntc in 1 i ^ ^ £ ^ e storico, sovrapponendo alle Piu diverse situazK-n. «w (|g„, a ^unzo - « -.1:-«^, i racconti />" n »luiieo, sovrapponciiuu.i"v i--— . conIj 1 mate analisi psia)logichc ncordiamo 1 rat 55° Epotti Rjcostnizione c 1 viluppo ncl dopoguerra (1945-1968) Ho.crtdmmo (.967).' q"'"ro racc0?tl d,' Je "2 "™ ^ *E /o""'"'' ,rischioso tra U Passato e U pteST ,,alia ^'nzburg lo sguardo al passato porta invece a una sonde at- A STrlir C°ncretez2a della v»a familiare: nata a Palermo nel .916 da fami- Tor£ d^T™oMLfc C m°na a Roma neI Natalia Levi e cresciuta a (cfr ii'jfi) „ ■ sposato '''ntellettuale antifascista Leone Ginzburg cominuato ^ ? 5 febbrab Co1 CUJ ««* Einaudi IWi P«terarie,lWraj^K ,"t'm°,niandouna tena^fcdeltaalleproprieradio »*rra essa ha pnxW r r? a attraversato fasi diverse: nel primo dopo; da«naattenzionetuttanlmaniZI m° ,0 v'dni al neorealismo, ma caratterizzau *,en? Piu autentica s it f,T c 5°a vita intima « a* "pponi familiari. La sua 'n,anzia e le imma™ j: VU r,Velata "ei libri suceessivi, in cui i ricordi tie *E&° piano e affabne in m°nd° concreto e ™ace si sono espressi in un PG pd' CU,rios»a ironica If? Sag-eezza cordia^ • sempre in tono minors iiiaJ?al0?i,• ^cordiam'r3 *™?0M. accorata pazienza 6ittto**»* ?S^ni**TfiZu T delU SCra (l*">> Le piccole v,rtu «»awii( mM?Z! rdw'«/'a (»977), h *«me intewen "Sta ^»«"0 con U"a £0 a "n e insieme con distacco, in mei;\> 5* 1» Hrutura i*'1.'*" di una mat rinnegata tradizione borghese t Rllarc «'««SSjrt "°n vuole Produrre scatti polemia, n* 1tl M»"tidiani, di un IL"* clrcostanze dell' esistenza a una civilta del e^catoeserenobuon senso. fifustnizionc storic.i La fa1"^\ 11.6. ELsa Morante e Ic narrairici 551 11.6.*. Lisa Morante: una vita per la letteratura. Quella di Ei-sa Morante e stata un'esperienza unica nella letteratura di Un* «u often* questo secolo: alia letteratura essa ha offerto tutta la propria esistenza, consu- IcncrttuM mandovi fino in fondo un bisogno di were i rapporti umani in modo appassionato c drammatico, di partecipare a tutte le forme della vita, di cercare bellezza cgrandezza. Kischiando anche un eccesso di narcisismo, e una troppo marcata volonta di affermazione del proprio essere, la Morante ha vissuto la letteratura come uno splendente luogo di totalita, in cui dispiegare una fantasia calda e preziosa, estesa a tutta la vastita del reale: un luogo di conciliazione tra bellezza e verita, di trionfo dell'amore e del bene, ma capace nello stesso tempo di svela-re i mali che corrodono l'esistenza individualc e quella collettiva. Guidata da un'incocrcibilc ricerca di amore e di possesso, da una aspirazione illimitata alia felicita, da uno spirito romantico ed irrazionale, pronto a scatti fulminei, oscil-lante tra passioni profonde e recisi rifiuti, la Morante si e affidata alia letteratu ra come cercando il miracolo, l'affermazione di una religione magica, insieme sontuosa e dolce, cerimoniale e consolatrice: «la verita, la concretezza, il miste-ro della realta avevano bisogno, per parlarle. per farsi ascoltare da lei, di racco-gliersi intorno a un fuoco e di farsi trascinare dall'immaginazione come da una grande forza mistica, simile a un'allucinazione e a una droga» (C. Garboli). Ouesto atteggiamento si e strettamente legato alle sue doti di « narratrice na- 11 kpa ta», alia sua spontanea capacita di raccontare e di artabulare: si nana di doti 1 Nl ••>• che sembrano motivare la sua vicinanza ad Alberto Moravia, che ella ha sposa-oecon cui ha a lungo vissuto (cfr. anche 11.3.2). Eineffetti si possono trovare la° U tra^1'comun'tra Moravia e la Morante: ma l'atteggiamento narrativo del ^seconda appare alia fine opposto a quello del primo. La Morante rifiuta ogni fappr 'C'ta raz'ona'e- °8ni freddezza intellettualistica, ogni distanza dalle cose ma si |jSenta*e;}a sua scrittura non si accumula in una progressione continua, pone aU^Cn m 'amP' ^' obrczza, cerca I'incantesimo e l'eccesso; non sovrap-certD n 1 nar|raz,onc ttoppoespliciteproblematiche intellettuali (anche se a un 'deologlcn" a^sua narrativa sembrera profondamente motivata da prospettive ^•"cato'rnai^ ',r°VC 8'ovanili, legate anche a neccssita economiche, ella non ha cui esprime Pro^uz'one mi-*todica e continua, ma solo grandi esperienze in lc. con una d* d^"' V°'t3 scnso P'u totale ed assoluto della situazionc prescn-di calarsi nel Jonf complcta, quasi con una ingenuit.i infantile: ha nfiut.ito thestrive,■■ fU° .. narratore di mestiere, deirintellettuale a tempo pieno ,_,.,vt quasi un librol'an ............. ^^oXf^y^w t^ione famiharc: era figlia di Inn. P^SS « ll P^SSSi d> Francesco Lo Monaco (che da UmaebbcpP'azza cleíp0pdid1^0rant\s'trasfcri'-ono in un attico di via dell Oj^ 'ntellatuale mm Sarebbe d'venuto uno dei ritrovi piu noti dti n . Parioli. Tra P°co Piu Elsa poté disporre anche di "no ^ui* eollaborazioni alia R ■ 53 tCn"e un nuovo diario- Poi 'nIcrrotta urea***0" nc bL'isoL, d, Artur' P|aSS° 8,i anni suc«ssivi tra viaggi, vacanze •Jj^gfr 50 Wnse anche I ' °SOW r°manzo uscito nel 1957. «>n notevole* " premio Strega). (fli ultimt inni dclla guma 11.6. Elsa Morante c le narratrici 55? Subito dopo ebbe modo di visitare TUnione Sovietica e la Cina. Durante I ™„ un viaggio negl. Stat. Un.ti, nel 1959, conobbe il giovane pittore Bill Morrow con cu.str.nse un rapporto rnolto intense, fino alia sua tragica mone, awenuta a New York ncll aprile 1962. Nel luglio del .960 si trasferi in un nuovo appartamento. in via del Babuino, pur non abbandonando le altre residenze- viaggió poi con Moravia in Brasile c all'inizio dell'anno successive in India (viaggio a cui partecipó anche Pasolini); nel 1962 si separo definitivamente da Moravia chc abbandonó la casa di via dell'Oca, dove la Morante abitó in modo stabile a panire dal 1965. Furono anni molto drammatici, dominati dall'ossessionc per la mone del giovane amico e da una serie di difficili e brevi rapponi con gio\ani intellettuali; numerosi, nel frattempo, continuarono a essere i viaggi limpor tanti quelli in Andalusia, nel Messico, nel Galles): in questi anni la Morante scnti incrinarsi la sua giovinezza e la sua vitalita, awertí da vicino la minaccia della vecchiaia, si lasció prendcre da una nuova inquietudine per i pericoli gra-vanti sull'umanita, da una nuova volontá di inten'ento sul mondo. Quest'atteggiamento sofferto e problematico si esprime nella conferenza II r«ppom> del 1965 Pro o contro la bomba atomica, nelle poesie de 11mondo salvdto Jat ra- «>nljsinisr» gazzini (1968), in una serie di contatti e di rapporti, appassionati e polemici, con esponenti della nuova sinistra e della contestazione, in un interesse sempre piú intenso per il mondo popolare: tutto ció conduce all'intenso lavoro per il nuovo romanzo La Storia (1974), che suscita riserve e polemiche (cfr. 11.6.6). Negli anni bui del terrorismo, tra pochi intensi rapporti di amicizia, la Morante II posimamo piomba in un pessimismo e in uno sconforto sempre piú cupo, assediata per giunta dall'ossessione della decadenza fisica. Investc tutte le sue energie, con una furia implacabile e distruttiva, nella stesura deU'ultimo romanzo, Aracoeli, iniziato nel 1976; in un ristorante romano, nel marzo 1980, cade, fratturando>i un femore. Dopo un'intervento chirurgico. torna a casa e porta a termine Aracoeli, che esce nel novembre 1982; ma intanto nuovi dolori la costringono a let-to. Dopo il ricovero in una clinica svizzera, torna a casa. ma non puo piu canv m.nare. Ha ormai rinunciato alia vita e a se stessa, non riconoscendosi piu nel s»ocorpomalatoe impotente. Nell'aprile 1983 tenta il suicidio ma v.enesalva ta da una domestica; dopo un nuovo intervento, rimane nella clinica Villa Mar-gherita, a Roma, fino alia morte per infarto il 25 novembre 1985 Gli uliimi inni »•6.4. Dalle esperienze giovanilia Menzogna e sortilegio Fin dalladolesccnza Elsa Morante hi trascinata dalla passione per la Icttcraiura. «Pressa spontaneamente con la redazione di lavole e poesie per bambini: c m ■> f*Bkranni risale il nucleo originano di una fiaba. che fu pubblicaia da Emaud. nel ^,UbellnsmeavvtnturediCatendalla treaiolma QuasHuttalasuavasassirna P oduzione (in seguito nliutata) destinata ai giornali nel corso degli ann, rrnw g« ^ un romanzo a punta.c apparso .ra il'« e Ü36 su «I dwt* ^«™* WfuHokabussato alia porta) n\da unavivaciSsimacapaaia<«arti«.anaJe^ P"o awicinare ai modellidi certi scri.tor, d VpendicedellOttcKemadg«nd "anzo ottocentesco (specialmente řrancese e russo) apparc del MM « vw° U (iwk pmarali ro-nw- m Epoc, li Ricosiruzionc ncl dopogucrra (1945-1968) delto a cui si íspira la giovane scnttrice. ehe sente il narrare comc indaginc su fon passioni. insicmc dí vicende ad effetto cariche dl dcnsitä psicologica, aceumuk, d! stone awenturose, intreccio tra realtä e tantasia. Insicme a quella del romanzo otto ,k!b pindc centesco, ella sente la suggestione delia grande narrativa classica (da Ariosto a Ccr núram áma vantes), ricca di colore, di invenzionc, di tantasia, e quella del mclodramma ualia no; tra gli serinori del Novccento, ama soprattutto Kafka. Molto presto riconosce-rä ľimmagine piú alta delia perfezione artistica, sospesa tra «grazia» c potema ereativa, tra realtä e fantasia, nelle opere di Mozart, che indicherä comc il suo piú autenticoed assoluto modello culturale; nella letteratura italiana contemporaneasi sentirä vteina, a partire dagli anni Cinquanta, non a qualche narratorc, ma ai due pocti piú legáti alla coneretezza delia «vita», Umberto Saba e Sandro Penna Fooci Nei pochi racconti emersi dalla fitta produzione degli anni Trenta e con-dafbonzaoou fluiti nella raccolta 1/giocosegreto (1941) si puô scorgere giä una ricerca di«as-' sociazioni favolose» e di «splendori fastosi, sfavülanti», con un'oscillazione tra un «ingenuo bisogno del meraviglioso», e una « chiaroveggenza adulta» (G. Debenedetti). Ma la Morante si rivela in modo sorprendente con il vastissi-mo romanzo in sei parti Menzogna e sortilegio, di cui aveva iniziato una prima stesura (col titolo Vité di mia nonna) nel 1943, e che fu pubblicato presso Ei-naudi nel 1948. Quesťopera ě come un frutto strano e solitario, ehe porta alle-stremo le possibilitä narrative dei modelli ottocenteschi e ehe appare del tutto estraneo agli orizzonti del neorealismo. dominante in quegli anni. Piú tardi 1 autrice ha sostenuto di aver pensato, nello scriverlo, addirittura al Don Chi-saottee allOrlando furioso: e in un'intervista a « Le Monde» del 13 aprile 1968 ha detto di aver « voluto fare quello che per i poemi cavallereschi ha fatto l'A-nosto: senvere ľultimo e uccidere il genere. Io volevo scrivere ľultimo romanzo possibtle, 'ultimo romanzo della terra, e, naturalmente, anche il mio ultimo romanzo.». La Morante esprime cosi un bisogno quasi ingenuo di totalita edi assoiutezza, una volontä di scommettere tutta se stessa in una narrazione che SepiicTSom lC Wa d,VerSe'11 fluSS° di Una rCaltä SÍ mU0Ve m i J5|S3 rimasta sola, chiusa in casa, lontana dal mondo. volge V&*> p£2Z e "Ce,nde deUa su* 5 romanzo ě quindi narrato in pnn« na. ma nsale anche a moltc vicende precedenú alla nascita della narratnee (* fronte alle quali es« fiň scientr.i pibmx per comportarsi in parte come un romtuwv- . nude, ,Un ľ""""0 nem«g«c e intrecciarsi del tempo, dei punti di visu. «• A Pan,? akuni ePisodl ^ nguardano i nonni di Eüsa, ilcentro*J -J ricco cugino Edoardo, ma, in seguito alle Pcrtl^ Francesco P"T le P^ferisce la prostituta Rosaria). finto* , "«*di Edoardo r^na dlfficdf infanzia> *™ **** d*Ua madre Ltf' "Pwvv.ve la sob, ftS^Í*6 vicende> che ^d°™ la mořte dei van pel** g. c^u«t•ult.macr«!Sa^a• chc,g<;ncrosameme accoglic nella sua casa iX r»«on,a iSuSS!*0 mrOSa "k^be e, dopo la morte d> matena da drammone m cuj - uUfíaMO una ***** 116. Elsa Morante c le narratnci m di eventi della piú trita vita privata, viene dalla Morante trasferita su un piano assoluto. eroico c tragico. fino ad assumere la dimensione di un mito: i perso- La »-rUnn naggi percorrono un tempo sinuoso e pieno di anfratti, quasi sospeso e irreale, ••*»■» in una compresenza di passato. presente e futuro; in questo tempo assoluto cssi si clevano «all'altezza dei loro sogni, ... come se fossero re e prineipi di un dramma baroeco »(C. Gases). La loro vita borghese e piecolo-borghese, lo sfa-celo della societa meridionale in cui essi vivono (anche se mancano riferimenti a precisi fatti storicil, si esprimono attraverso una continua recitazione di pose tcatrali, di finzioni e di inganni: la loro ě una medioere quotidianita fatta di te-starde ostinazioni, di frivoli desideri, di una incapacitä dl amare e di capire gli altri; ma essi (e la stessa narratrice) pretendono a tutti i costi di viverla come qualcosa di magico e di stregato, appunto in un intreccio di «menzogna» e «sortilegio», di recitazione e cerimonialitä. Questo tono favoloso e magico ě in« pro«mc* sostenuto da una prosa piena di colori, sempre accesa e sovrabbondante, che * «pp««oniu dalle cose piú minuté dell'esistenza rieava sempre effetti illusori, eccessivi, tre-mendamente appassionati: il libro ě come percorso da una volontä di romanze-sco a tutti i costi, in un proliferare inesauribile di situazioni, che la pensare a una specie di baroeco spontane« e viscerale. Ciö crea inevitabilmente qualche scompenso, qualche caduta stilistica, lungaggini e ingenuitä. quasi che la Morante cercasse di far colpo sul lettore a tutti i costi, con tutti i mezzi possihili Ma tutto il tessuto di Menzogna e sortilegio, anche nei suoi momenti piú deboli, ě animato dalla presenza inquietante di un oscuro nodo familiäre, di una insod-disfatta ricerca di affetto e di totalita: narrare non ě che attraversare questo nodo, rendendolo piú complicato e difficile. Risalendo sempre piú indietro verso il passato, la protagonista Elisa cerca invano di ritrovare un impossibile splen-dore, che in qualche modo giustifichi e consoli la solitudine e il vuoto della sua vita: ritrova invece ciö che pesa sul suo presente, e cioe la mancanza della madre, la perdita di sé, il tortuoso andirivieni della finzione. »■6.5. L'isola di Arturo. Dopo Menzogna e sortilegio la Morante scrisse pochi racconti. che. insieme a im U opere ceno numero di quclli giä apparsi nel Gioco segreto, confluirono nel 196» nel wlu- ' me Lo scialleandaluso (quello piú ampio, che dä il titolo al volume, nsale al wsi. ed c dedicato ai rapponi di un adolescente con la madre: vi si sentc una cena vicinanza con analoghi racconti di Moravia, trascritti dalla Morante in modi piu appassionati n"» anche piú esÜi). Tuttaltro che trascurabili sono poi le poche poestc compostc tta d ,04, c a I957 (a]cune, alk scnnura jci romanzi) c raecolte nel volun.cuo Alibi (i9j8). un hnguaggio chc non si vergogna di nominare lc cose piu elementar. 51 »ccende qui di scatti luininosi, si tende verso un desiderio d. immaginaz.one. üi Ventura, di amore, come a voler conquistarc una realtä colorata e tubesca. Limpegno maggjore deUa scnttncc si rivolse po, m primo luogo al progc-, . ...... Po?!^ nuovo romanzo. Nel i9so ella ave%a intrapreso un wmanzod amore. ^ »bbandonato, dal t.tolo Nenna; da var. sogg.orni neUe aok napoletane n- 156 Epoca li Racist ruzionc c sviluppo nil dopogurrra (11,45 u/,m cave, poi la suggest ione da cm nacqnc /. '/sola dt Artung ambientato P ini/iato nclla primavcra dd 1992c apparso da Kinaudi nd »cbluaie> dcY ^'t narrazie.nc e qui ancora in prima persona, affidata ad Arturo un raa— u ncl pacsaggie. splcndentc dcll'isc.la. luogo di reclusione, separate, dal m I insieme di liberta assoluta e solare, vive una difficile «iniziazie.ne alia vit' '! verso tutti i suoi misteři: dai pin lumme.si ai piú torbidi». aa,Ua U u«™ Orfano eli una madrc nauva dcll'ise.la, Arturo ha scarsi contatti con il 1 i I .talo-austriacc, Wilhelm < íeracc che lasca spesso Procida per misieriosi J^Z\ cont.ncn.c. Ml .sola .1 ragazzo ha v.ssuto uninfanzia felice t vagabonda ,„ sogni d. g.och.. d, antastichenc apertc verso i piú vasii c awenturos, omLu ,1, mondo aJ culto dclla madrc morta Sl e asse,ciata in lui una vcncraz.e.ne del Jr » n" asscn2t- «fk a.tribuiscc a grandi e mistcriose motivaz.oni Un g.orno ,| padre torna ftln una nuova nwf,\k h scdicenne Nunziatina cht. VJWR. dj un basse, napolmno. mgenua e supcrstiziosa, sotlomessa al marito in maniera quill ummalcsca. Dope, aver mostrato unapparente gelosia per la ragazza, Arturo am va per gradi a innamorarsene; e quando il padre si alk.ntana di nuovo dalf.sola. fin ge per amor suo un suicidio con del sonniferi, c un giorno osa perfino bac.arU iNunziatina (che ncl irattcnipo ha avuto dal matrimonio un figlioletto). pur essende, sott.lmcnte attratta da Anuro, non puö che respingerlo: staccatosi da lei. .1 r.., vienc tnizuto «1 sesso dalla vedova Assunta, e scopre poi lc vere ragioni delle asscn ze del pac re, dovule per lo piú a banali awenturc omosessuali, caduto il naito |MM no, non gli resta che abbandonare l'isola, per arruolarsi comesoldato nella setonda guerra mondialc. "rlX,"'! , r- Ne!la VKet}d* ■ sovrappongc.no strettamente dementi realistici, oft'erti in cfuhrvi,, P™"J "°§» ""Ua rappresentazione molto animata dclla vita dcll'isola e del mondo popolare napoletano, cd dementi fiabeschi, che illuminano il cc.mpor-umento dell adolescente e di gran parte dci pcrsc.naggi che gli ruotano intor _l.isc.la e un luogo magico, pieno di prcsenze suggestive, misteriose, sinistra lal paesagg.c. marino alle case e botteghc del porto, alia « casa dei GuagÜOTU», vccchu, palazzo dei Gerace, al penitenziario); Č una specie di paradise .era ■ Mm svel.mem An tCm|X) Paradi*> dcll'infanzia. pcrduto e distrutto dalo me 7 ^llarealtä. Arturo sa di recare in se stesso, nel proprio «es» lícil uMm i o ChÍ: 8 SUO nome ř infa«i "čilo stesso tempo qucDo dl » Artur 1 ° # B""1 e 1uell° deI ™ dei romanzi medievali; attribue.uip * ro la voce dl narratore. Ia serittrice sembra volersi identificare con gU* suo nome rappresenta. D P0?**^ immerse in u» ;, luusioni, ilsU( i. oesideno di vita: e il linguaggio riesec a corrisponderc a quesia cj-dod 7end° d?8,i ^ezionali «assoluti di canto» (G. D*?*S nořila írovn T ! t** CWmi una «* di mdodit' di regist" ' S* n uuesrl " anche momen,i di ddicata ironia 0 di risentita aggrc Porti Sri* T° I™0™ Arturo vive fino m fondo la laceraZK,nC| stci ^rittricel- \Jai . ch,,amano causa direttamente e ambiguamente ' co, il So d oM 1,123 dd Padre- ^^mirazionc per lui, poi la rivf^j^e* h'° ddl mceno con la matrigna-bambina, la negazione del padrc menti fiabeschi, celesti, avvcnturosi che il si gio si muove in una fusione perfetta con il paesaggio, appare íl spiendore so are e marine, che lo acceca, che sorregge le sue iUi zione, e MM li 6 Bk Moříme c le rurritrici 5J7 so c del mito che cgli rappresenta. Attraversando questa lacerazione Arturo scoprc che l unica telicita possibile resta quella illusona c perduta dellinfan-zia: divenire uomo equivale per lui a parure per sempře da quel luogo chiuso e senza tempo, ad incontrarsi con le cupe vicendc della storia che si svolge fuon dall'isola. Tutta particolare, nclla vicenda, é la presenza della madreamante-bambina Nunziatina: figura giovanile, materna, popolare, di pura cd elementare naturalitä, che verso Arturo finiscc per aver un ruolo «di madre che non ha potuto essergli madrc, di sposa che non potrá essergli sposa» (G. Debenc-detti), di fata in apparenza irraggiungibile, ma in t'ondo benefica, che indiretta-mentc rivela al ragazzo il volto della realtä. Assumendo verso Arturo, come tra-spare da molti segni, una posizione materna. l'autrice arriva a ideniificarsi in parte anche con l'inafferrabile Nunziatina. con il suo carattere magico. In i cult a il fascino del romanzo é motivato proprio da una serie assai ricca simboloiwc di identiticazioni, dalla sottile catena di simboli e di immagini persistenti che sorregge la vicenda, da un viluppo psicologico che non ě facile ricostruire in tutte le sue pieghe. Esso ě forse anche la storia mitica di una maternita impossi bile: Arturo ě un impossibile figlio felice, fuori dal tempo, ultimo testimone di un mondo solare e assoluto, di una felicitä che sta per essere distrutta, Nunzia tina ě l'immagine di una maternita incosciente, che ha le radici in un'arcaica ci-viltä popolare, ma che non puö offrire nessuna consolazionc. 11.6.6. Di fronte alle lacerazioni dellx stona. Negli anni Scssanta la Monmte attraversa una crisi personale e intellcttua- Vmg» le, che coincide con U rivelarst dei nuovi caratteri della societa di massa, con laffermazione della neoavanguardia. col diffonders. della fanned! contesta-zione e di rifiuto proprie della nuova sinistra. Ella awerte fine, in tondo. lace rarsi di quel mondo incantato, di quell'Italia magica e favolosa «««™Mp-presentato nelTfcok di Arturo. guarda pin da vic.no a. contl.tt. c Me tomu oppression che dominanc. il mondo contcmporaneo. si sente cmam. . . prio in quanto serittrice. ad assumere delle responsabil.ta •dgW sua parola per arrestare il processo di disintegraz.one che mm ace.^le0TK,, Ma a cio la Morante giunge non in seguito a una art.coiata ■■■ ^n ma come per una rivelaz.onespontanea: sono il sue.senseidel a oe . lore dellamore, la sua passione per la poesiae per la ^^JJS« bloc-troipotericostituiti,controlmgiustiziaelafolLaom,cldXdolcezza. Come cano le aspirazioni degli uomini alia t'elicita, alia Pac^,m. buonadosediin-serittrice, essa vuol semplicemente assumersi I anche con i ^ ^ fap. genuitä e con una soprawalutazione delta propria posiz. ^ pjú , Presentare le tracce di umanitä presenti in un universe Al,aucnaz,otK m "cgare e a schtacciare ogni forma e ogni cosc.enza umaa^ • loIie del-fotta dal cieco «progresso» industriale eUa "^"ilU vitae dei suo. jJE 1 uuegrita del reale, del «valore intatto, luminosoc««« ki adcslonc a °88«ti, al di lá delle apparenze confuse». Lontana M tpor« u Ricostniíionc e svduppo nc] dopORUcna (1945196*1 b ***** éJk Morante c d. t.po totalnu-nte anarch.co: alk gmppi polma. lal,,s'V, ^..Hauttnticita umana. al polere sch.acc.ante C di-X'"K SľSyS e dcl capitalc. ella opponc la torza delia giovinaa c t;:'::,, auten.iae sponunri rappn-sentat. da. pover,. ck|L on ŽÄÄ *£ SK mcontam.nata v„a popolarc. md. X anellibrodi porsia Umonáosalvámda, ramz,n,eatn poem,, pubbb* » ZS Jd .96«: si HH di unlibro diviso in tre part. yAddio,U commeJu dr XS^MmM, chcvuolc nvolgcrs, ai «felic, «Kfah_chc mantengono|k coscienza c il senso dcUa bdlezza: csso csce totalmcnte dali amb.to del generc « hr, «... mettendo in mostra unesuberanza narrativa c una sp.ccata d.spos.z.oneV* trak in un prolifcrantc aceumulo di cosc e di figúre, di materiali cultural. e sunboh-ci, in un gioco di inionazioni vocali, dl perorazioni retorichc, di scatu appassionati. La rcaltä contemporanea vi č rappresentata attraverso una continua intcrterenza di voči; ľestremismo anarebico delia serinrice attraversa le diverse facce dcl prescnti. per espandersi verso ľutopia di un mondo governato dalla bellezza, dalla gioia, dal gioco. Ma il linguaggio resta sproporzionato, incontrollato, č vittima di un troppo invadente narcisismo, manca di misura e di continuitä. n rippono Sullo sfondo degli eventi del Sessantotto, il rifiuto del presente trova nella (nismamono Morante nuovo vigore, si accompagna alla ricerca di un pubblico piú ampto, capace di comprendernc e di condividerne le ragioni: rifiutando gli esiti piú di-rettamente politici delia contestazione, la Morante sente vicini i suoi aspetti piu «populistici», la critica al potere e alle istituzioni, ľattenzione al mondo degli 1^ emarginati, degli esdusi, degli sconfitti. Da questo orizzonte nasce il nuovo ro manzo LaStona, elaborato tra il 1971 e d 1973 e pubblicato da Einaudi nel gw '?74. 'n una collana economica, proprio con ľintento di raggiungere un pubblico vast.ssimo (come mostra la dediča, ricavata dal poeta peruviano Le wr VaUc'0„- '89219)8,«Por el analfabeto a quten eseribo», "Per ľanaliabeta a cu. senvo 1. H romanzo intendeva formuláre un'esplicita condanna delia Sto-££ľJjL mamsc?la- ^1 suo movimento distruttivo e fatale, e rivend.caya < kn I T" ^ Viltime>di tutte * « cavie ehe non sanno il perche delia da ed csľnÄ; f"* d' Vi"nde mar*5'nali. ™ d. una tragicitä ancora piú P**»- nscrivľuu "ľ í "S*VÍ * «» P*** »> hanili piú umile e ind.tesa. ^ ™Ä?me ,deolo*ic° i" una narrazione legáta a schém. * 3 f0rme ******* semplici e piane, con £ doni sc-ntirnenulfľ lf,C n'one P°sitiva con' Personaggi, e con forti KS^ľ^11 r,omanzo su^itó violente polemiche; e un 'a> "n'ottica J2£2 S'a C°loro chc vi vid^° «n pericoloso rifiuto delia ^ si»colorocnc ,tHr,ca». troppo «pessimistica» o troppo « consolatoria. ve«hie formc J'11"0 «n esempio di« restaurazione » letteraria, un ntorn^ 'omarueschc sPa*™e via dallo sper.mentalismo e dalla 11.6. Elsa Morante e Ic narratrici 559 uardia Esso ebbe comunque un grandissimo successo, anche presso il pubblico delia nuova sinistra. Accompagnato da una cronologia sui terribili eventi delia storia dcl Novecento, U contenme scandito in sette capitoli dedicati ciaseuno a un anno (dal 1941 al 1947), e narrato in terza persona, il romanzo seguc la vicenda di una vedova, la maestra elementare ca-labrese Ida Ramundo, che vive a Roma col figlio Nino e che, in seguito a un rappor-to con un soldato tedesco, ha un bambino di nome Giuseppe Idetto Useppe). Alla víta pr.vata di Ida, in mezzo alle terribili traversie delia guerra. a cui si aggiunge una gravc malattia dcl piecolo Useppe, si intrecciano le espenenze di Nino, prima fasci-sta, po. partigiano, poi contrabbandiere, e quelle del suo amico ebreo Davide Se-grc, anarchico umanitario. Soprawissuti alla guerra, tutti i personaggi muoiono poi tragicamente, salvo Ida, che vivrä ancora in manicomio I gesti e gli atti di questi « vinti» novecenteschi sono caricati di valore « po- Propo«. sitivo», con un eccesso di sentimentalismo e un ossessivo volontarismo (ehe si dí v,lon P°sl rivela anche nel modo in cui la Morante fa uso delia sua posizione di narratore « onnisciente »): la vita familiäre ě per loro uno spazio di salvezza e di autenticita, che invano resiste al turbině minaccioso deUa «Storia»; e la maternita di Ida, il suo rapporto con Useppe, si presentano come qualche cosa di «sacro» (al punto che ě facile vedere in essi una immagine di Maria e di Gesú, portatrice di un messaggio di salvezza, da cercare nel rapporto diretto, corporeo con la realtä piú minuta, al di lä di tutte le ideologie e di tutti i programmi storici e politici). La protesta pessimistica contro la «Storia» finisce pero per produrre una visione deformata, troppo artificiale e di maniera, dello stesso mondo sto-rico, dello stesso contesto sociale nel quäle si muovono proprio quegli «umi Ii», sul cui destino la Morante intona la sua sconsolata elegia. II romanzo falli-sce non tamo per i suoi limiti ideológia, quanto per le sue eccessive ambizioni. che non riescono ad incarnarsi in una struttura adeguata: nonosiante pagine di forte intensita, esso trova il suo limite nel rapporto non realizzato tra gli schemi narrativi impiegati e le intenzioni delľautrice. Fu Pasolini a notáre che l'ideolo-gia personale della Morante rivela la sua fragüitä proprio « nel momento in cui vene tradotta in termini di romanzo popolare, applicata, volgarizzata». »■6.7. Aracoeli: l'origine e la morte. Con l'ultimo romanzo, Aracoeli, in.ziato nel 1976 e pubblicato ncl 1982, la Un: »orante «bbandona la ricerca di un pubblico solidale c consenziente; sembra er rapulamente abbandonato ogni illusione su una possibÜe «salvezza» del sitk ' tU °8ni recuPero di realtä autentiche e primigenie. stilla funzione « po-cheT' Una scrittrice come lei puö giocare nella realtä. Molti sono t »atton dell c?nducor>o a questo radicale pessimismo: tra cssi oecorre tener conto Se., P°lemiche suscitate dalla Storia, delle cupe vicende pubbliche degli anni Rravanta> j!Ua minaccia della vecchiaia e della malattia che la scrittr.ee s. sente dell'ni? addos*o, e anche deU'impressione che su di lei lasciano le posizion. ultimo Pasolini e la sua tragica fine (cfr. 11.55). Tornando alla narrazione Kpoca u Ricosiruzionc t HJM»fH Del dopogiicrra (194? 1968) in prima persona, qucsto romanzo seguc il percorso di un ritorno alle origini c approfondisce un tcrribilc confronto 000 la mořte: come ncWJsola Jt Arturu, |a narratrice fa qui parlare un personaggio mascliilc, Emanuele, che ě alla ossessi va ricerca delľimmagine di Aracoeli. la madre andalusa motta quando egli en hambino. Ma, a differenza di Arturo, Emanuele non ě immerso in nessuna triontante solaritä: č un omosessuale tristo e solitario, ormai avanti negli anni, dalľaspetto goffo e sgradevole, ehe lavóra a Miláno in una casa editrice. II stio non ě un racconto di iniziazione, ma di delusione e di negazione, che dalľacca-nita ricerca della madre («Mia madre era andalusa», sono le parole iniziali dd romanzo) conduce alľattesa della morte (e «morte» e appunto ľultima parola del romanzo). Siamo ncl 1975, quando Emanuele, scntendo il richiamo della madre, intraprcn-dc un viaggio nei luoghi delľinfanzia di lei, in Andalusia. Con una serie di mori-menti ncllo spazio e ncl tempo, si ricostruisce la vicenda della bella e scnsuale Ara coeli c del padre di Emanuele, un ufficiale di marina italiano, che, conosciuta la donna durante la guerra civile spagnola, ľha sposata c condona a Roma: Emanuele ha avuto una prima infanzia felice, adorato dalla madre, che si ě in seguito staccata progressivamente da lui e, dopo un intervento chirurgico, ě caduta in uno stravolgi-mento totale, che ľha ponata a uno sfrenato crotismo e poi alla morte per un can-cro al cervello. II racconto fa emergere pezzi di quel passato e li confronta con situa-zioni del presentc, scopre segni inquictanti ed elusivi, che corrodono continuamen-te sia 1'immagine di Aracocli sia la consistenza del personaggio narrante, il senso della sua vita passata c delle suc desolate esperienze attuali: e tra ľaltro si impone la figura ambigua c mistenosa di Manuel, fratello bellissimo di Aracoeli, ucciso dai franchisti, che appare come un «doppio» di Emanuele, che la madre ha sempře amato al posto del figlio. La ricerca del protagonista si brucia in un assoluto desiderio ďamore e di tenerezza, con laceranti invocazioni alla madre (che spesso si affaccia come re gale hgura protettrice. recando in sé, come indica il suo nome, gli attributi del a Madonna. resi piú superbi dallo sfondo spagnolo), e in un succedersi di rive-laz.on. negative, che in vari modi fanno scoprire la distanza della madre, la sua «trane.ta, la sua orribile degradazione. Come per Nunziatina ndYlsola di Ar » n ľ. . venta tanto P'ú tremendo quanto piú torno, con il nm, ant° pm S1 conionde con i segni della vita sociale cr.t - , ' rUmore oss«sivo che domina la vita quotidiana. Tutto c.o cW n.6. Elsa Moramc e le narratnci ?6i vive e si ě vissuto si nvela un intreccio di« vicende cieche »>, di hnzioni malefí ci, apparizioni, simboli degradati, da cui ě impossible ricavare una vera espe-rienza («la nostra esperienza totale risulta un ibrido... Questo íbrido ě il mio stesso corpo, ě il tuo: sei tu, sono io»). La lingua del romanzo ě all'insegna dell'eccesso, tendente ogni volta verso cl, «cr«, toni piú alti o piú bassi di quelli normali, e raggiunge momenti di sontuosa ef- linguwia fervescenza, di mitica cerimonialitá, di awilimento e di banalizzazione: dal tra-gico essa scende spesso verso il grottesco, tra colori preziosi, squillanti e mici diali, in una sensualitá funebre e distruttiva (in cui entrano anche, come com-ponente essenziale, frammenti e tracce della lingua spagnola). La Morante ě ar-rivata cosi, con questo libro ingrato e difficile, a una negazione definitiva di ogni esperienza: vi ha voluto bruciare per sempře la sua vita, la sua passione. la sua letteratura. 11.6.8. Lilia Romano. Lalla Romano ha avuto una vita letterana schiva e W"**?^ ^g" scosta tra le pieghe di una equilibrata e avtlissima esistenza ^h^~a al mondo intellettuale ufficiale, essa ha vissuto la senttun, come « persisten identita nel tempo», comecontatto trasparenteesegretoconun««n»P« sente». In questo modo essa ě giunta a far parlare 1 es'ste^a;"f^P£ p,ú intime e quotidiane. con una sorprendente e ™'st«'°^a;pa;e^ia2, „ puto sentire la memona del passato come qualcosa ^J^^^-stirla d. profumi sottili e preziosi, senza cancarla d.una fasc no a « j~ tica; ha messo in luce i mod. in cu, il passato s.modif ica^nevitab, memc ne stesso farsi «racconto», e ha narrato le trasformaz.om le^^na^ difficoltá di comprensione che sempře si presentano ne appc ^ ^ tá che muta e quasi ci sfugge nell'atto stesso in cui ia ^ osserv.,rsi tra le V*m~»* sensibilita femminile ě la sua attenzione al rec.proco f ■ fondo 3c, rw* persone anche tra loro piú vicine, la sua volonta d. "OP^« ^ ^ imJ — e di ridurre 1'estraneitá che separa gli esseri urnani: euunw ^ ^ normJ. paziente precisione analitica, il trasformarsi di ogni pe. ^ ta sua levita di relazione, nel tessuto dei rapporti quot.d.an ic 1 j2JC , t- ^ mdagine la Romano ha raggiunto Ze^tS^^^ - ■ - ' una lingua recisa, fatta di frasi semphci, come «cUssica» i modi l"1 e magmatico: una lingua che. innalzando a una mísu . e k sfurnatur« Ruistici della borghesia settentrionale. riesce a ^"^^ >eme nitide e rer P»ú sottili attraverso un originále uso della paratassi. co ^ u$ain0 y: in cui si aprono improwise sospensioni, cs.^—■• - - oriZ20mť ombra di mquietudine. La serirtrice si situa m ^2T^«Ote»«««* ^fghese, che si ditende e resiste al turbine ossess.vo iuu^ ^ ■* sue piú brutali trasformazioni: e da questo c,ssťnaI0.r'^oiasofferenza "«te paziena tutta la difficoltá, il segreto, la passione^up M jlla dei fapporti umani. degli affetti personal! e fam.ban: ma neUa uso deUa paratass.. »- , ; sospensioni. es.taz.oni*^* nH0Iltť