É Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto ^ w & t 4)) 38% O QABC-esteso Mar 13:20 C\ Q E Adobe Digital Editions - 4ed37d42-f1af-4eb1-8bef-dd06ff850bef.pdf Adobe Digital Editions - 4ed37d42-f1af-4eb1-8bef-dd06ff850bef.pdf 516 LeTreCorone e la cultura delľOttocento cembre 1824 (B24), coincide con la chiusura di un anno non piu dedi-cato alia poesia, ma alia prosa. 7. L'ironia a sistema: le (prime) Operette morali Una «lungafilosofia» in un dialogo autobiografico OPERETTE MORAL! CIACOMO LEOPARDI Figura 9 Opeiette morali, Piatti, Firenze, 1834. Progcttate sin dal 1820, quando Leopardi dichiara a Giordani di volersi «vendicare del mondo» e di avere «immaginato e abbozzato eerie prosette satiriche» alia maniera di Luciano (lettera del 4 set-tembre 1820), le Operetle morali adempiono a un duplice scopo: do-tare la letteratura italiana di una «lingua fi!osofica» e dare alia filo-sofia un'opera italiana antifilosofica: programma ambizioso che espone al Giordani Í1 13 luglio 1821: «Anche procurero con questa scrittura a spianarmi la strada a poter poi trattare le materie filosofi-che in questa lingua che non le ha mai trattate». Inevitable la scelta del dialogo, utilizzato storicamente per entrambi i temi: dai Dialoghi filosofici di Platone a quelli linguistici (dalle Prose del Bembo alia Proposta del Monti), su cui Leopardi, sempře ammiratore delia lingua del Cinquecento, si era formato. Le Operené morali vengono composte durante tuttoil 1824, dalla Sloria del genere umano, serítta in gennaio (una favola mitologica, a mo' di intro-duzione. che sviluppa gli stessi temi dclVlnno ai Patriarchi) al visionario Cantico del gallo silvestre (10-16 novembre) al ritmo impressionante di una/ quattro al mese, che vale la pena seguire per capire 'come lavorava Leopardi' (cfr. la Tavola 2 a pagina seguente). Una maratona impressionante per densitä di temi e impegno di scrittura, in cui vengono toccati tutti i punti chiave del suo «sistema», giá trattati nello Zibaldone, che funge da punto di partenza dell'ispi-razione, a volte con precise riprese testuali. Dai «vizi dei grandi» ai «principi fondamentali delle calamitä e delia miseria umana». dagli «assurdi dclla politica» allc «scon-venienzc appartencnti alia morale universale, c alia filosof ia», dalľ«andamento e lo spirito generále del secolo, la somma delle cose, della societa, delia civiltä presente. le disgrazie e le rivoluzioni e le condizioni del mondo, i vizi e le infamie non degli uomini ma delľuomo» {Zibaldone, 27 luglio 1821), a tutti questi temi Leopardi oppone le «armi del ridicolo». che avrebbero potuto piu di quelle «della passione. dell'affetto, dell'immaginazione, dcll'c-loquenza» e anche piu di quelle «del ragionamento». Lína collezione di testi che Leopardi ha voluto pubbli-care, sin dalla prima edizione del 1827 (Stella, Miláno), nello stesso ordine in cui erano stati composti. esatta-mente alľopposto di quanto avrebbe fatto con la calibra-ta e studiatissima struttura dei Canti. Con due sole ecce-zioni: il Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio fami-liare anticipato al Dialogo della Nátura e di un Istandese, e il Dialogo di Timandro ed Eleandro, composto in dieci giorni (14-24) nel giugno 1824. spostato in posizione fi- I