Ii tramonto delia luna Soňo passati poco meno di Otto anni da quel venu lug|j0 1969 che vide i primi passi sulla Luna dei cosmonam delT«Apollo 11». Ma oggi, a rileggere la cronistoriadellj conquista dello spazio sui giornali di tutto il mondo inc*. casíone della mořte di Wernher Von Braun, sembra di as. sistere alla rievocazione di un'epoca giä lontana. Ndii memoria di molti di noi un avvenimento certo sena eguale nella storia del genere umano ě rimasto come il 1 cordo di una trasmissione televisiva spettacolare, di notte passata davanti al video, delTemozione delle primt immagini sfuocate e lattiginose. Soltanto questo? Von Braun muore in un momento in cui la conquisy dello spazio, cui egli dedicö tutta la sua vita, appare come qualcosa di incongruo, un diversivo costoso e íuon luogo, confrontato alle preoccupazioni che tengonoin ansia il mondo. Anche la spinta della scommessa, delk sfida alle capacitä umane si ě presto perduta: che sipos-sa andare avanti nell'esplorazione extraterrestre m astronavi sempře piú perfezionate, ormai é dato Bg scontato. Ma oggi siamo costretti a chiederci cosa ci vale una cosi raffinata intelligenza teorica e pratica, quando nessuno sa nemmeno da che parte cominciare nel fron teggiare i tanti problemi concatenati che incombonoj breve scadenza: crescita demografica, erisi alimentäre disuguaghanza delle riechezze e delle capacitä produjj ve tra le varie parti del mondo. «Corriere deĽa Sera», 19 giugno 1 977. Occhiello: Al di lä lidli morte di Von Braun. O (mache planetaríe. Crotiache üalia 2317 Giä cinque anni dopo la conquista della luna, la crisi , I petrolio unponeva al mondo la coscienza di quanto 0 fjagil: e squilibrate le basi del suo sviluppo econo-• 0 e teenologico. Non a caso, proprio nel 1974, Von o ,,m annunciava le sue dimissioni dalla NASA e il suo ,Lrgio all industna pnvata per protesta contro l tagii Jel büancio spaziale. J discorsi di prammatica al momento dello sbarco lu-,re parlavano di caravelle e di Cristoforo Colombo. II nrallelo storico puö servire piü a marcarc le differenze ■|ic le analogie: comunque il personaggio di Wernher Von Braun, ideatore e teorico e organizzatore della con-ouista dello spazio, ha avuto in comune con quello di Cristoforo Colombo piü di un aspetto: la dedizione esdusiva, ostinata a un'idea fissa (la possibilitä di lancia ie e dirigere missili a enormi distanze), l'aver saputo •padagnare - tra molti contrasti - la fiducia dei potenti (prima Hitler, e poi soprattutto Eisenhower), Tesser riu-scito ogni volta a dimostrare che i suoi progetti non era-nci illusioni; e in ultimo l'eclisse di fortuna dopo il trionfo. Ma la fortuna della scoperta di Colombo - se la prospettiva storica non mi inganna - non conobbe eclis-si: il cambiamento di orizzonti che il nuovo mondo rap-presentava per l'avventura individuale, per le ricchezze, per la potenza delle nazioni, per la cultura, per la nozio-ne stessa di uomo fu presto irrcversibile. Si puö dire lo tesso per la navigazione nella nuova dimensione spaziale. cui Von Braun ha legato il suo nome? Per ora possiamo dire solo una cosa: come la realizza-zione del progetto di Colombo fu gestita da una societä k-udale giä in profunda crisi che in un primo momento parve permetterle solo di dilatare i suoi problemi su sca-lamondiale, cosi oggi la societä dei capitalismi privati c SBtali, che nesce appena a prevedere come sopravviverä dall'oggi al domani, affaccia la sua incertezza su spazi vuoti e pianeti deserti. 2318 Senf ti dt politicd e costume Cfonacbs planetáriu. Croimcbe italiane 23 J 9 «Lo spazio extraterrestre - ha scritto Von Braun , ] molto piú ordiňato e metodico del nostro buon vecchj pianeta, pieno di tempeste, venti, nebbia, ghiaccio, terre moti. Nello spazio, invece, tutto si puö převedete, tutto obbedisce alle leggi della fisica. Se conoscete queste Wo' e le rispettate, lo spazio ci tratta con benevolenza...», Potremmo riconoscere in queste parole una delle rare enunciazioni della filosofia di Von Braun, l'uomo per cui lo spazio astratto della geometria e della cinetica non ě stato solo im presupposto teorico, ma un campQ delľazione pratica, il teatro della propria vita, contrap-posto al troppo irregolare e perturbato mondo terrestte Basta estendere l'elenco dei disordini del nostro pianeta al vasto catalogo delle intemperie umane, tempeste Lndi-vidLiali e aociali, terremoti della storia e delle idee, ed ec-co delinearsi ľimmagine ďuna societa autoregolata e perfetta nelľatmosfera artificiale delle stazioni spazialj, naviganti su orbite imperturbabili, liberata dal grovig]j0 di assurditä e starture ereditato da millenni di storia delľumanitä... Ma il guaio ě questo: appena i nostri missili s'innalüa-no nelľarmonia rationale extraterrestre, subito \\ proiettano tutta la carica delle sopraffazioni del nostro mondo. Ľ cielo diventa lo specchio della lotta spietata per il predominio tra le nazioni, lo sfogo dei problemi non risolti quaggiü... Negli anni '50 e '60, i sovietici príma, gli americaní poi, compiono exploits spaziali di grande effetto snila immaginazione dei popoli e certo di grande rilievo sni piano della potenza tecnologica e militare. Ma possiamo dire che alia gloria spaziale non ha corrisposto finora un'autorita di guida ideale sul resto del mondo. Le grandi imprese spaziali non hanno impedito ehe l'Uníorie Sovietica abbia perduto a poco a poco ogni ascendente (e forseperfino ogni ambizione) di autorita ideologies e che identifichi ormai la sua influenza con la sua forza militare e la sua Realpoliltk di superpotenza. Cosi come non hanno ímpediřo che gli Stati Unitř siano entrati in upa erisi di identita morale in cui tutti i modelli di vita c je riiiali^ collettive sono stati messi in discussione, erisi jí identita che oggi Carter tenta di rímontare mettendo jj primo posto nel suo programma la restaurazione di ýnknmagine ideále. Bferto si puó fare anche il ragionamento opposto: le imprese spaziali non valgono in sé, ma per la ploggia di invenzíoni secondarie, di brevetti, di innovazioni tecni-Jje che dai grandi laboratoři di ricerca ricadono suFin-dustria. II nodo tra gli apparati scientifico militare e in-clustňale che caratterizza le superpotenze e che la figura (ji Von Braun ha incarnato compiutamente ě la chiave di volta del mondo contemporaneo. Le nazioni si dividono [n quelle che poggiano solidamente su questo triplice iippatato, quelle che vorrebbero riuscire a comprarselo gia fatto, e quelle che possono solo sperare di vivere all orabra degli apparari altrui. Von Braun appare allora come un personaggio che prefigura il manager-tecno-erate-stratega del nostro minaccioso futuro. Ma certo c'ě qualcosa che non ftmziona, qualcosa che manca per-ché questa nuova potenza del sapere sia vero sapere, sia vera potenza.