M Essay in the History of Ideas (Saggi di stona delle idee), Baltimora, John HoDk-= 1948- The Reason, the Understanding and Time (Ragione, comprensione e te P,ess timora, John Hopkins Press, 1961; Reflexions on Human Nature (Riflessioni Zf°]'Bal" umana), Baltimora, John Hopkins Press, 1961. iu"a naiura T83 Che cosa pub esserci sulla Luna? in queste pagine di Galilei (dal Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo) f plicio (il filosofo aristotelico), Saiviati (lo scietizialo, portavoi e delle idee tali ' "" e Sagredo (il dilettante impulsivo e immaginoso) discuto w la nátura dei co t^' lesti e, in particolare, le forme di vita possibili sulla Luna. t; Salv. Noi veggiamo la Terra essere sferica, e pero siamo sicuri che ellahaii suo centra; a quello veggiamo che si muovono tutte le sue parti, ché cost e necessario dire mentre i movimenti loro son tutti perpendicolari alia superficie terrestre; intendiamo come, movendosi al centro della Ten si muovono al suo 5 tutto ed'alla sua madre universale; e siamo poi tanto buoni, che ci vogliam lasciar persuadere che ľinstinto loro naturale non č di andar verso il centro della Terra, ma verso quel dell'universo, il quale non sappiamo do\ sia, né se sia, e che quando pur sia, non é altro ch'un punto imaginario ed un niente senza veruna facultä. Alľultimo detto poi del signor Simplicio, che il contendere se le parti io del Sole o della Luna o di altro corpo celeste, separate dal suo tutto, ntornas-sero naturalmente a quello, sia una vanitä, per essere il caso impossible, essendo manifesto, per dimostrazioni di Aristotile, che i corpi celt ti sono impassibili, impenetrabili, impartibili:, etc., rispondo, niuna delle condizioni per le quali Aristotile fa differire i corpi celesti da gli elementari :' avere altra sussistenza che 15 quella ch'ei deduce dalla diversitä de i moti naturali di quel!i c di questi; m modo che, negato che il moto circolare sia solo de i corpi celest:. ed affermato chei convenga a tutti i corpi naturali mobili, bisogna per necessaria conseguenza dia che gli attributi di generabile o ingenerabile, alterabilc o inalterabile, partibile 0 impartibile, etc., egualmente e comunemente convengano ;> tutti i corpi mon 20 dani4, cioé tanto a i celesti quanto a gli elementari, o che malamente e cone rore abbia Aristotile dedotti dal moto circolare quelli che ha assegnati a 1 corpi celesti. . Simp. Questo modo di filosofare tende alia sovversion di tutta la okm naturale, ed al disordinare e mettere in conquasso s il cielo e la Terra e tutto I M verso. Ma io credo che i fondamenti de i Peripateticisien tali, che non ci da temere che con la rovina loro si possano construire nuove scienze. Salv. Non vi pigliate giä pensiero del cielo né della Terra, né temiate » sovversione, come né anco della filosofia; perché, quanto al cielo, in vano e vot temiate di quello che voi medesimo reputate inalterabile e impass 1 • 3° quanto alia Terra, noi cerchiamo di nobilitarla e perfezionarla. mentre pw 1 impassibili, inalterabili. ■ impartibili. non divisibili A . tot 1 a2erma che 1 corpi terrestri sono costi-TU,tl d^ dcm™' Primi: terra, acqua, aria e 542 tuoco. . 4 corpi mondani. corpi facenti parte delJunn 5 in conquasso, sottosopra. Peripa/e/ki. aristotelici. 10 di far a simile a 1 corpi celesti e in certo modo metterla quasi in cielo di t i vostn filosoh 1 hanno bandita. La filosofia medesima non puó se non rice ■ tenefizio dalle nostre dispute, perché se i nostri pensieri saranno veri nuovi ajuisti si saranno fata, se falsi, col nbuttarli, maggiormente verranno confer-sate le prime dotmne. [...] J5 %mp. La sensata esperienza ci mostra come in Terra si fanno continue gene-razioni, corruzioni, alterazioni, etc., delle quali né per senso nostra, né per tra-dizioni 0 memorie de' nostri antichi, se n'ě veduta veruna in cielo; adunque il cielo ě inalterabile etc., e la Terra alterabile etc., e pero7 diversa dal cielo. II se-condo argomento cavo io da un principále ed essenziale accidente s; ed ě questo. 4o Quel corpo che ě per sua nátura oscuro e privo di luce, ě diverso da i corpi luminal e risplendenti: la Terra ě tenebrosa e senza luce; ed i corpi celesti splendidi e pieni di luce: adunque etc. Rispondasi a questi, per non far troppo cumulo, e poi ne addurró altri. Salv. Quanto al primo, la forza del quale voi cavate dalPesperienza, desidero 45 che voi piii distintamente mi produciate le alterazioni che voi vedete farsi nella Terra e non in cielo, per le quali voi chiamate la Terra alterabile ed il cielo no. Simp. Veggo in Terra continuamente generarsi e corrompersi erbe, piante, animali, suscitarsi venti, pioggie, tempeste, procelleed in somma esser questo aspetto della Terra in una perpetua metamorfosi; niuna delle quali mutazioni 50 si scorge ne' corpi celesti, la costituzione e figurazione de' quali ě puntualissima-mente conforme a quelle di tutte le memorie, senza esservisi generato cosa alcuna di nuovo, né corrotto delle antiche. Salv. Ma, come voi vi abbiate a quietare su queste visibili, o, per dir meglio, vedutě, esperienze, ě forza che voi reputiate la China 10 e 1'America esser corpi 55 celesti, perché sicuramente in essi non avete vedute mai queste alterazioni che voi vedete qui in Italia, e che pero, quanto alia vostra apprensione, e' sieno inalterabili. Simp. Ancorché io non abbia vedute queste alterazioni sensatamente in quei luoghi, ce ne son pero le relazioni sicure: oltre che, cum eadem sit ratio lotius^ 60 et partium essendo quei paesi parti della Terra come i nostri, e forza che e' sieno alterabili come questi. Salv. E perché non l'avete voi, senza ridurvi a dover credere aU'altrui relazioni, osservate e viste da per voi con i vos tri occhi propri? Simp. Perché quei paesi, oltre al non esser esposti a gli occhi nostri, son 6, tanto remoti che la vista nostra non potrebbe arrivare a comprenderci simili mutazioni. Salv. Or vedete come da per voi medesimo avete casualmente scoperta la fal-lacia del vostro argomento. Imperocché se voi dite che le alterazioni, che si veg-«°no in Terra appresso di noi, non le potřeste, per la troppa distanza, scorge 7c f"te in America, moko meno le potřeste vedere nella Luna, tante centina.a d, volte piů lontana: e se voi credete le alterazioni messicane a gli avvisi venun ana, • -.c—cne in lei non vie al .. t; se vui cu^. w-w ^---- ^ quai rapporti vi son venuti dalla Luna a signiticarvi zione? Adun^ s«o, non potřeste vederle per la troppa distanza, e tne I't xw ---- . r . ----rfu.u „ »1. —------ -. .. ripi0 Jove, quando vi tus- zione? Adunque dal non veder voi le alte^zl°™Jn/jal non ne aver relazione, ^ f Peru, perciô. : acädente, qualita della materia. Procelle, burraschc. * la China, la Cina. deI lu„0 e 11 cum partium, polche delle patti ě la stessa. 545 39053^03377337 mentre che aver non si possa, non potete argtur che elle non vi sieno ran j, vederle e intenderle in Terra bene arguite che Ie ci sono. [...] ' inet Sagr. Io non posso senza grande ammirazione, e diró -ran repugnanjaal ■ intelletto, sentir attribuir per gran nobiltá e perfezione a i corpt natural'"^ "ibile, immutabile, inalterabile 80 integranti delťuniverso questo esser impassibile, imm ed all'incontro stimar grande imperfezione 1'esser alterabile, generabile mmlí etc.: c ■ io per me reputo la Terra nobilissima ed amnnrabile per le taňte e ádhm, aíterazioni, mutazioni, generazioni, etc., che in lei in« abilmente si faanc., quando, senza esser suggetta ad alcuna nuttazione ella fusse tutta mm s, solitudine ďarena o una massa dl diaspro , o che al tempo del diluvio diacciij. dosi" l'acque che la coprivano fusse restata un globe immenso di cristallo, do« mai non nascesse né si alterasse o si mutasse cosa yeruna, io la stimerei un cor-paccio inutile al mondo, pieno di ozio e, per dirla in breve, superfluo e come s non fusse in natura, e quella stessa differenza ci farei clu tra 1'animal vivoej 9o morto; ed il medesimo dico della Luna, di Giove e di tutti gli altri globi mondari Ma quanto piú m'interno in considerar la vanitii tle i discorsi popolati, tat piů gli trovo leggieri e stolti. E qual maggior sciocchc :za si puö immaginar i quella che chiama cose preziose le gemme, l'argento e lom. e vilissime lateme il fango? e come non sovviene a questi tali, che quando fusse tanta scarsitádel 9; terra quanta ě delle gioie o de i metalli piii pregiati, non s.irebbe principe alcnc che volentieri non ispendesse una somma di diamanti e di ; ubini e quattro catrait di oro per aver solamente tanta terra quanta bastasse per plantare in un picciel vaso un gelsomino o seminarvi un arancino della Cina, per vederlo nascere.cte-scere e produrre si belle frondi, fiori cosi odomsi e si gentil Irutti? É, dunque.j 100 penuria e 1'abbondanza quella che mette in prezzo 14 ed avvilisce le cose appreiso il volgo, il quale dira poi quello essere un bellissimo diamante, perché assimiglis l'acqua pura, e poi non lo cambierebbe con dieci boui ďacqua. Questi che esi-tano tanto l'incorruttibilitä, l'inalterabilitä, etc., credo che si riduchino a dii queste cose per il desiderio grande di campare assai c per il terrore che hanu? 105 della mořte; e non considerano che quando gli uomini fussero immortali, aloio non toccava a venire al mondo. Questi meriterebbero ďincontrarsi in uncapoci Medusa", che gli trasmutasse in istatue di diaspro o tli diamante, per divenc piů perfetti che non sono. Salv. E forse anco una tal metamorfosi non sarebbe sc non con qualchek no vantaggio; ché meglio credo io che sia il non discorrere, che discorrere a rovesdo Simp. E' non ě dubbio aleuno che la Terra ě molto piíi perfetta essendo, ccß ella ě, alterabile, mutabile, etc., che se la fusse una massa di pietra, quando ten anco fusse un intero diamante, durissimo ed impassibile Ma quanto queste con-dizioni arrecano di nobiltä alla Terra, altrettanto renderebbero i corpi celesti F "5 imperfetu, ne i quali esse sarebbero superflue, essende che i corpi celestt, o« Ü Sole k Luna e l'altre stelle, che non sono ordinati ad ahm uso che al sen* e del lume hann° b'S°8n0 ďaltr° pCr conscSui,L' i! lor ,ine' ^ Sagr. Adunque la natura ha prodotti ed indrizzati tanti vastissimi, vf^ m 6 noblll«imi corpi celesti, impassibili, immortali. divini, non ad •!«>* J2o simi varieta di quarzo), a ^Cc*t c;a!ced?n'° (una " Medusa. nella mitologia chssia1 i (S metle m pre„0i fa A. _ , capelli cli serpenti, che pietrificjva cm aumentare di valore. che al servizio della Terra passibile , caduca « e mortale? al servizio di quello che voi chiamate la feccia del mondo la sentina 18 di tutte le immondizie> e a che pr0posito far 1 corpi celesti immortali etc., per servire a uno cadueo etc.? Tolto via questo uso dl servire alla Terra, 1 innumerabile schiera di tutti i corpi cele ai resta del tutto inutile e superflua, giä che non hanno, ne possono avere alcuna scambievole operazione fra di loro, poiche tutti sono inalterabili, immutabili impassibili: che se, verbigrazia, la Luna e impassibile, che volete che il Sole o altra Stella operi in lei? sarä senz'alcun dubbio operazione minore assai che quella di chi con la vista o col pensiero volesse liquefare una gran massa d'oro. In oltre, i me pare che mentre che i corpi celesti concorrano alle generazioni ed altera-zioni della Terra, sia forza che essi ancora sieno alterabili; altramente non so imendere che l'applicazione della Luna o del Sole alla Terra per far le generazioni fusse altro che mettere a canto alla sposa una statua di marmo, e da tal con-giugnimento stare attendendo prole. Simp. La corryttibilitä, l'alterazione, la mutazione etc. non son nell'intero globo terrestre. il quale quanto alla sua integritä e non meno eterno che il Sole 0 la Luna, ma e generabile e corruttibile quanto alle sue parti esterne; ma e ben vero che in esse la generazione e corruzione son perpetue, e come tali ricercano Toperazioni celesti eterne; e perö e necessario che i corpi celesti sieno eterni. Sagr. Tutto cammina bene; ma se all'eternitä dell'intero globo terrestre non e punto progiudiziale ™ la corruttibilitä delle parti superficiali, anzi questo esser generabile, corruttibile, alterabile etc. gli arreca grand'ornamento e perfezionc, perche non potete e dovete voi ammetter alterazioni, generazioni etc. parimentc nelle parti esterne de i globi celesti, aggiugnendo loro ornamento, senza dimi-nuirgli perfezione o levargli l'azioni, anzi accrescendogliele, col far che non solo sopra la Terra, ma che scambievolmente fra di loro tutti operino, e la Terra ancora verso di loro? Simp. Questo non puö essere, perche le generazioni, mutazioni etc. che si facesser, verbigrazia, nella Luna, sarebber inutili e vane, et natura nihil jruUra facit». Sagr. E perche sarebbero elleno inutili e vane? Simp. Perche noi chiaramente veggiamo e tocchiamo con mano, che tutte le generazioni, mutazioni, etc., che si fanno in Terra, tutte, 0 mediatamente o im-mediatamente, sono indrizzate all'uso, al comodo ed al benefizio delluomo; per comodo de gli uomini nascono i cavalli, per nutrimento de' cavalli produce la Terra il fieno, e le nugole l'adacquano 31; per comodo e nutrimento de gl. uom.m nascono le erbe, le biade, i frutti, le fiere, gli uccelli, i pesci; ed in somma, sc noi anderemo diligentemente esaminando e risolvendo tutte queste cosc, trov remo, Ü fine al quale tutte sono indrizzate esser il bisogno, 1 utile, .1 comodo il diletto de gli uomini. Or di quale uso potrebber esser mal al genere umano generazioni che si facessero nelk Luna o in altro pianeta se g.a voi non dire che nella Luna ancora fussero uomini, che godesser de suo. tru 0 favoloso, o empio. trove e pensiero, * pusibile, alterabile ,, eaiuca, effimera • JtnJ» non reca afTatto danno. . ^uuea, emmera. van0 sentina, parte piü bassa e interna della nave, n jiä(..lian0^ l'annaffiano. do« si taecolgono gli scoli; nel teste-, in sens0 trava lo sguardt«. ^ve si taecolgono gn scou; ucj i«»« '•SMato, sta per rkettacolo di brutture 544 mentre che aver non si possa, non potete arguir chc die non vi sieno, come 4' vederle e intenderle in Terra bene arguite che le ci sono. [...] Sagr. Io non posso senza grande ammirazione, e diró gran repugnana al sj0 intelletto, sentir attribuir per gran nobiltá e perfezione a i corpi naturali ed 80 integrand dell'universo questo esser impassibile, immuiabile, inalterable, etc ed all'incontro stimar grande imperfezione lesser alterabile, generabile, mutabile etc.: io per me reputo la Terra nobilissima ed ammirabile per le tante e si diverse alterazioni, mutazioni, generazioni, etc., che in lei incessabilmente si fanno; e quando, senza esser suggetta ad alcuna mutazione, ella fusse tutta una vasta 85 solitudine d'arena 0 una massa di diaspro n, o che al tempo del diluvio diaccian-dosi13 l'acque che la coprivano fusse restata un globo immenso di cristallo, dove mai non nascesse né si alterasse o si mutasse cosa veruna, io la stimerei uncoi-paccio inutile al mondo, pieno di ozio e, per dirla in breve, superfluo e comese non fusse in nátura, e quella stessa diffcrenza ci farei che ě tra l'animal vivo e il 90 mono; ed il medesimo dico della Luna, di Giove e di tutti gii altri globi mondani. Ma quanto piú m'interno in considerar la vanitá de i discorsi popolari, tanto piú gli trovo leggieri e stolti. E qual maggior sriocchezza si put) immaginar di quella che chiama cose preziose le gemme, l'argento e Poro. e vilissime la tettae il fango? e come non sovviene a questi tali, che quando lussc tanta scarsita della 95 terra quanta ě delle gioie o de i metalli piu pregiati, non sarebbe principe alcuno che volentieri non ispendesse una somma di diamanti e tli rubini e quattro carrate di oro per aver solamente tanta terra quanta bastasse per piantare in un picciol vaso un gelsomino o seminarvi un arancino della (lina, per vederlo nascere, cre-scere e produrre si belle frondi, fiori cosi odorosi e si gentil írutti? Ě, dunque.la 100 penuria e l'abbondanza quella che mette in prezzo " ed avvilisce le cose appresso il volgo, il quale dirá poi quello essere un bellissimo diamante, perché assimiglia l'acqua pura, e poi non lo cambierebbe con dieci botti d'acqua. Questi che esal-tano tanto 1'incorruttibilita, l'inalterabilita, etc., credo : si riduchino a dir queste cose per il desiderio grande di campare assai e per il terrore che hanno 105 della morte; e non considerano che quando gli uomini fussero immortali, a loro non toccava a venire al mondo. Questi meriterebbero d'incontrarsi in un capo di Medusa15, che gli trasmutasse in istatue di diaspro o di diamante, per diventar piu perfetti che non sono. Salv. E forse anco una tal metamorfosi non sarebbe se non con qualche lot no vantaggio; ché meglio credo io che sia il non discorrere, che discorrere a rovescio. Simp. E' non ě dubbio alcuno che la Terra ě molto piu perfetta essendo, come í u i .t cne ta lerra k e alterabile, mutabile, etc., che se la íu* ia tusse unamassa'dipietra,quanfc^ anco fusse un intero diamante, durissimo ed impassibile. Ma 9uant0).q"e]esti piü dizioni arrecano di nobiltä alia Terra, altrettanto renderebbero 1 corp ^ 115 imperfetti, ne i quali esse sarebbero superflue, essendo che t corpi ^ ien-0O il Sole, la Luna e l'altre stelle, che non sono ordinati ad altro uso c e ^ ^ della Terra, non hanno bisogno d'altro per conseguire il lor fine, e del lume. . . . per£ettis- Sagr. Adunque la natura ha prodotti ed indrizzati tanti vastissimi, ^ ^ 120 simi e nobilissimi corpi celesti, impassibili. immortali. divini. non melte m prezzo, U aumenťare di v 1 Cape,li di 5erPenti. che pietrincava chi ne a ' tráva lo sguardo. 544 Medusa, nella mitologia classicsit unai** iorgoni, lc tre mostruose figli* á\. :'<■„„■ che al servizio della Terra, passibile 6, caduca 17 e mortale? al servizio di quello che voi chiamate la feccia del mondo, la sentina 18 di tutte le immondizie? e a che proposito far i corpi celesti immortali etc., per servire a uno cadueo etc.? Toho vja questo uso di servire alla Terra, ľinnumerabile schiera di tutti i corpi celesti resta del tutto inutile e superflua, giä che non hanno, né possono avere, alcuna n; scambievole operazione fra di loro, poiché tutti sono inalterabili, immutabili, impassibili: ché se, verbigrazia, la Luna é impassibile, che volete che il Sole o altra Stella operi in lei? sarä senz'alcun dubbio operazione minore assai che quella di chi con la visia o col pensiero volesse liquefare una gran massa ďoro. In okre, a me pare che mentre che i corpi celesti concorrano alle generazioni ed altera- 130 zjoni delia Terra, sia forza che essi ancora sieno alterabili; altramente non so intendere che ľapplicazione della Luna o del Sole alla Terra per far le generazioni fusse altro ehe mettere a canto alla sposa una statua di marmo, e da tal con-giugnimento state attendendo prole. Simp. La corrjjttibilitä, ľalterazione, la mutazione etc. non son nelľintero 13; globo terrestre, il quale quanto alla sua integrita é non meno eterno che il Sole o la Luna, ma e generabile e corruttibile quanto alle sue parti esterne; ma é ben vero che in esse la generazione e corruzione son perpetue, e come tali ricercano ľoperazioni celesti eterne; e pero é necessario che i corpi celesti sieno eterni. Sagr. Tutto cammina bene; ma se alľeternitä delľintero globo terrestre non 140 e punto progiudiziale " la corruttibilitä delle parti superficiali, anzi questo esser generabile, corruttibile, alterabile etc. gli arreca granďornamento e perfezione, perché non potete e dovete voi ammetter alterazioni, generazioni etc. parimente de i globi celesti, aggiugnendo loro ornamento, senza dimi- nelle parti esterne scendogliele, col far che non solo m5 nuirgli perfezione o levargli l'azioni, anzi accresc— . sopra la Terra, ma che scambievolmente fra di loro tutti operino, e la Terra ancora verso di loro? Simp. Questo non puö essere, perche le generazioni, mutazioni etc. che si facesser, verbigrazia, nella Luna, sarebber inutili e vane, et natura nihil jrustra heit*. Sagr. E perche sarebbero elleno inutili e vane? Simp. Perche noi chiaramente veggiamo e tocchiamo con mano, che tutte le generazioni, mutazioni. etc., che si fanno in Terra, tutte, o 1 ndrizzate all'uso, al comodo ed al benefizio dell'uomo; per comodo de gli uomini nascono i cavalli, per nutrimento 150 utaztoni, etc., che si fanno in Terra, tutte, o mediatamente o unite, sono indrizzate all'uso, al comodo ed al benefizio dell'uomo; per Terrall fi~ °" --------- rimento de' cavalli produce la i55 Hasco ileno' e ^e nugole 1'adacquano 21; per comodo e nutrimento de gli uomini noi °n°! er^e' 'e biade, i frutti, le fiere, gli uccelli, i pesci; ed in somma, se remo M;61110 c',^8enternente esaminando e risolvendo tutte queste cose, trove-■ U hne al quale tutte sono indrizzate esser il bisogno, l'utile, il comodo e ale uso potrebber esser mai al genere umano le ,<;0 altro pianeta? se gia voi non voleste il diletto de gli uomini. Or di qu generazioni che si facessero nella Luna o in dire che nella Luna ancora fussero o favoloso, o empio. ZmCche^serde'suoi frutti; pens,ero, n Passibile. alterabile. aduca, effimera. . ., „ , semina, parte piú bassa e interna della nave, dove si raccolaono gli scoli; nel testo, in sensu "guraro, sta per ricettacolo di brutture. non . et natura. . fáči! Taiacqwno, ľannaffiano. 545 Sagr. Che nella Luna o in altro pianeta si generino o erbe o piante o anirnali 165 simili a i nostti, o vi si facciano pioggie, venti, tuoni, come intorno alia Terra io non lo so e non lo credo, e moko meno che ella sia abitata da uomini: tna nor intendo giä come tuttavolta che non vi si generino cose simili alle nostre, si deva di necessitä concludere che niuna alterazione vi si řaccia, né vi possano essere akre cose che si mutino, si generino e si dissolvano, non solamente diverse dalle 170 nostre, ma lontanissime dalla nostra immaginazione, ed in somma del tutto a noi inescogitabiliE si come io son sicuro che a uno nato e nutrito in una selva immensa, tra fiere ed uccelli, e che non avesse cognizione alcuna deU'elemento dell'acqua, mai non gli potrebbe cadere nell'immaginazione essere in natuta un altro mondo diverso dalla Terra, pieno di animali li quali senza gambe e senza 175 ale velocemente camminano, e non sopra la superlicie solamente, come le fiere sopra la terra, ma per entro tutta la profonditä, e non solamente camminano, ma dovunque piace loro immobilmente si fermano, Cosa che non posson fare gli uccelli per aria, e che quivi di piů abitano ancora uomini, e vi fabbricano palazzi e cittä, ed hanno tanta comoditä nel viaggiare, che senza niuna fatica vanno con 180 tutta la famiglia e con la casa e con le cittä intere in lontanissimi paesi; si come, dico, io son sicuro che un tale, ancorché di perspicacissima immaginazione, non si potrebbe giä mai figurare i pešci, l'oceano, le navi, le flotte e le armate di mare; cosi, e moko piíi, pub accadere che nella Luna, per tanto intervallo remota da noi e di materia per avventura moko diversa dalla Terra, sieno sustanze e si fac- 185 ciano operazioni non solamente lontane, ma del tutto fuori, ďogni nostra immaginazione, come quelle che non abbiano similitudine alcuna con le nostre, e per-cio del tutto inescogitabili, avvengaché :s quello che noi ci immaginiamo bisogna che sia o una delle cose giä vedutě, o un composto di cose o di parti delle cose akra volta vedutě; ché tali sono le sfingi, le sirene, le chiméře, i centauri, etc. 190 Salv. Io son moke volte andato fantasticando sopra queste cose, e final-mente mi pare di poter ritrovar bene alcune delle cose che non sieno né possan esser nella Luna, ma non giä veruna di quelle che io creda che vi sieno e possano essere, se non con una larghissima generálka, cioě cose che 1'adornino, ope-rando e movendo e vivendo e, forse con modo diversissimo dal nostro, veggendo 195 ed ammirando la grandezza e bellezza del mondo e del sua Facitore e Rettore, e con encomii continui cantando la Sua gloria, ed in somma I che ě quello che io intendo) facendo quello tanto frequentemente da gli scrittor sacri aífermato, cioe una perpetua occupazione di tutte le creature in laudare Iddio. 'e "mťmi tutemi del mondo cit.. pp. 46-48 , 58-60, 73-78) (Galilei, Dialogo sopra i á«. Analisi del těsto Ripercorriamo l'andamento di questo passo del Dialogo. ^ j La questione di cui si discute inizialmente ě la differenza di qua ita aristotelici ponevano tra i corpi celesti e la Terra. Galilei, per bocca 1^ cio (righe 23-25), identifica le ragioni non scientinche da cui dip™ esse nato rifiuto delle nuove teorie (timore, cioe, per la « sovversione » ^yi(Q introducevano nell'ordine gerarchico —. fisico, ma anche morale s nelle cose). -li "lescoýiabili impensabili. wengacbé, poiché. Quando sie chianto che Simphao non ha ven argomenu , 1 inalterab.hta de, corpi celesti, Sagredo allarga i termini del problem o stenendo v.vacemente che ů mutamento, la trasformazione il nascere e monrc degh organ.smi non sono affatto segno di inferiorita e di corruzione-al contrario, soltanto un'immaginazione turbata dal terrore della mořte ha potuto credere che sia perfetto ciö che ě immutabile e inalterabile (rigíe^ Infine si discute sulla posizione dell'uomo nell'universo. L aristotelico Sim-plicio non riesce a staccarsi da una visione finalistica e antroppcentrica ďor-dine Jri .osmo ha per fine il « servizio della Terra », riga '121, e lesi^-raa di tutte le specie viventi sulla Terra ě indirizzáta verso « il bisogno, Putile, il comodo e il diletto de gli uomini », righe 159-60). Salviati al contrario enuncia il punto di vista galileiano. Sulla Luna possono esserci creature viventi, per noi del tutto inimmaginabili, di cui si puo dire soltanto che certo capiscono e attestano la grandezza della natura e di Din I righe 190-98). — ~> Rifiuro di riconoscere validita alle considerazioni basate su giudizi di valore, sul concetto di perfezione, sulla ricerca del fine; consapevolezza del relativi-smo, e quindi dei limiti, della conoscenza e deH'immaginazione umana; cau-tcla scientifica nell'avanzare ipotesi cosmologiche (« mi pare di poteř ritrovar bene alcune delle cose che non sieno né possan esser nella Luna, ma non veruna di quelle che io creda che vi sieno e possano essere, se non con una larghissima generálka »): sono questi gli elementi che appaiono piii signifi-cativi nel ragionamento di Galilei. •i----J Esercizi 1. Ricavate dal passo tutte le argomentazioni di cui si vale Simplicio per so-stenere che i corpi celesti sono inalterabili e cercate di individuare quella che vi pare possa avere un piú ampio significato filosofico. In che cosa consistc il « íinalismo » di Simplicio? 2. In base a quali considerazioni Simplicio puo dichiarare che il supporre che ci siano uomini sulla Luna ě « pensiero, o favoloso, o empio » (righe 162-63)? 3. Cercate di riconoscere nello svolgimento del dialogo i caratteri che Galilei ha attribuito ai personaggi: 1'ingenuitá di Simplicio, la cautela e la modera-zione di Salviati, la spregiudicatezza di Sagredo. 4. Simplicio, da un lato, Salviati e Sagredo, dallaltro, hanno un diverso concetto del « sapere » e dei modi in cui esso si forma. Cercate di_ riconoscere e descrivere questa differenza (quali sono le fonti a cul essi si r.ch.a-mano, quali i fini che attribuiscono alia conoscenza, quale .1 metodo con cut procedono nelle loro riflessioni). Pei-corsi In questo volume abbiamo dato particolare rilievo alla figura di Galileo Galilei, prendendola in esame da vari punti di vista. Abbiamo ricordato il contributo che egli d.ede al """^^^"^ e al cambiamento del concetto stesso d, scenza (pp. 259-301), 1 mfluenza !47