ntorno a Beatrice 129 ifnnlerso nell acqua del Lete la g.ovane donna lo sta traghettan-% verso la sponda dove s, trova Beatnce. Arrivati in prossimita Jella riva. gh emerge la testa e lo costnnge a bere. Purificato da uuellacqua, puo hnalmente vedere il volto di Beatrice. La proces sione gira su sé stessa e ntorna indietro, seguita da Dante, Stazio e dalla giovane donna; giunti a un albero spoglio. il grirone lega ,1 carro al suo tronco e Talbero improwisamente ririorisce; segue una complessa azione allegorica che culmina con la scomparsa del carro nella selva. Beatrice pronuncia una oscura profezia e poi mvita Dante a ricordare le sue parole. Nel frattempo sono arrivati aunasorgente da cui nascono due fiumi (Lete ed Eunoei: Beatrice esorta la giovane donna, finalmente chiamata per nome. MateUa. a condurre Dante a bere Tacqua del secondo fiume; essa esegue invitando anche Stazio a seguirla. Grazie a quell'acqua che lo ha rinnovato, Dante dichiara di sentirsi puro e "disposto a salire a le stelle'\ al Paradiso. Segni deWantica fiamma Abbiamo visto che nel Convivio Dante fa entrare in scena la Donna Gentile citando con il titolo la Vita Nova: "quella gentile donna [di] cui feci menzione nella fine della Vita Nova". Non diversamente anche l'apparizione di Beatrice nell'Eden e accom pagnata dalla citazione del medesimo titolo: "questi [Dante] ru tal ne la sua vita nova"2. E solo uno dei tanti segnali che mettono in relazione i canti del Purgatorio con il romanzo giovanile. A esserne richiamati sono principalmente due episodi: la prima epifania di Beatrice bambina e la sua morte. Nell'Eden Beatrice appare "dentro una nuvola di fion /[...] / sovra candido vel cinta d'uliva /[...]/ vestita di color di fiamma viva". Prima ancora di averla riconosciuta - scrive Dante 11 suo "spirito", che da tanto tempo non tremava in presenza di quella donna, "per occulta virtu che da lei mosse, / d'antico amor la gran potenza". Ma quando poi vidi - prosegue ancora -} aha virtu che gia m'avea trafitto / prima ch'io fuor di puenz.a mi voltai verso Virgilio con l'intenzione di dirgh: Men che dramma / di sangue me rimaso che non tremi: / conosco Segni de l'antica fiamma"3. Si fig di I). im an 8'« nc «C in M dt ca all so u III vi Illustration! per la Divina Commedia di Francesco Scaramuzza, 1853-76, Paradiso terrestre. Dante vede al di la di un fiumicello Matelda che va cantando e cogliendo fiori (Purg. XXVIII). Paradiso terrestre. Matelda dice a Dante che i poet, che cantarono leta deWoro forse la immagimrom nel Parnaso Vuomo mvecefufel.ee nd Paradiso terrestre (Purg. XXVIII). Matfa " * Dante e dice di essere venuta per >re« ogni sua domanda (Purg. XXVIII). Paradiso terrestre. Dante e Matelda "^k' delfmme e Valtra lungo la sponda oppostä im g- 132 Le donne amate n ~ri versi riprendono puntualmente la descrizione di Bea produsse su Lunie, iui ť Aonarve vestita di nobilissimo colore, umile ed onesto, sanguign0, cinta e ornata a la guisa che a la sua giovamssima eta si convenia. In que] p d,co v racemente che lo spirito della vita [. ] conuncio a tremar si f0rte. mentě, che apparía nelli menimi polsi ornbilmente; e tremando disse.j. Sebbene il tremore fisico preannunciante l'epifania dell'amata nella Vita Nova sia descritto molte volte, non ci sono dubbi che, in questo caso il nuovo inizio in Cielo prenda le mosse dali antico inizio in Terra. E dunque una corrispondenza da luogo a luogo: la fabula della Commedia rimanda a quella del romanzo. Quelle del lutto, dicevo, sono le altre sequenze a cui la scena purgatoriale rimanda. Nell'incubo che ne preannunciava la morte l'anima di Beatrice aveva lasciato questo mondo nascosta in una "nebuletta bianchissima" scortata dagli angeli che intonavano "Osanna": A me parea che questi angeli cantassero gloriosamente, e le parole del loro canto mi parea udire che fossero queste: Osanna in excelsis; e altro non mi parea udire5, parole alle quali corrispondono quelle della canzone Donna pietosa: e vedea che parean pioggia di manna, gü angeli che tornavan suso in cielo-e una nuvoletta avean davanti, dope- la qual gridavan tutti "Osanna'" esaltroavesserdetto.avoidireV.' ' Adesso, nell'Frlpn 1 nuvola di fior Tk u mabeata scende dal Cielo "dentrouna *a/ e ricadeva1nCpi'»Ci0,' ^ ' ^ da le ™ni Proprio come annen ' V1S° nascosto "sovra candido vel , avevano coperto la X "^-y*' "C°n Uno bianco vel°" le donne ^ che nel delirio Dant/^ ' Sol°' ^uelle Parole dei Vangeh ,0sanna,benedictm "°n era riuscito a intendere pienamente 8*ori<»e nelle bocche Tv™ ? n°mine Domini"8) echeggiano degl1 an§eü: "Tutti dicean: 'Benedictas V 1 vctiis sta donnř "l'alta vir fosse", e mi (d trc passata, r Nova9. C< che la Be Vaccust La de "benigní "ammira£ mente [.. sia "per ti lunga e d I rimp scorso, rř subito do conseguei celesti e h va guidan di false e i chiede a 1 a cui lei lc guadagni a cortegg infine, pe il fascino dandogli terrena (" guardare come son Portava a Beatrice visitato "í il suo ar II ritorno a heat rice di Bea-3fa essa n°. cinta el Punto si forte-disse...4 l'amata >bi che, l'antico i luogo: a scena a morte i in una •navano arole del i; e altro pietosa: itro una igeliche Jo vel , 3nne ne Vangeli iamente eggian°. 133 D°P° \che, Dante si preoccupa di sottolineare che que sta donna beata e la stessa che Im aveva amato fin dalla puerizia-"l'alta virtü che gia m'avea trafitto / prima ch'io fuor di puerizia fosse", e che lui, ora, prova gli stessi sentimenti e gli stessi sinto mi (il tremore) che giä provava, verrebbe da dire, nella sua vita passata, ma che in realtä provava il suo personaggio nella Vita Nova*. Con ogni evidenza,^ Dante vuole che i lettori riconoscano che la Beatrice dell'Eden e la stessa da lui amata in gioventü. Vaccusa di tradimento La donna perö e assai cambiata. La Beatrice che incedeva "benignamente d'umiltä vestuta", nell'Eden appare come un "ammiraglio" che incoraggia i suoi alia battaglia, negli atti "regal-mente [...] proterva"; usa la lingua come una spada che colpisce sia "per taglio" sia "per punta". Dalla sua bocca, infatti, esce una lunga e dura reprimenda nei confronti di Dante. I rimproveri sono distribuiti in tre interventi. Nel primo di-scorso, rivolto agli angeli, lo accusa sostanzialmente di infedeltä: subito dopo la sua morte, lui "si tolse a lei, e diessi altrui". La conseguenza e stata che le buone predisposizioni di cui gli influssi celesti e la grazia divina lo avevano dotato, e che lei in vita governa-va guidandole nella giusta direzione, sono state svilite nella ricerca di false e illusorie "imagini di ben". Nel secondo discorso, Beatrice chiede a Dante quali ostacoli avesse incontrato sulla via del bene a cui lei lo indirizzava o, peggio ancora, quali agevolazioni o quali guadagni egli avesse scorto "ne la fronte di altri", tali da spingerlo a corteggiarli ("per che dovessi passeggiare anzi"). Nell ultimo, infine, per rinforzarlo nel caso avesse ancora a subire in tuturo Jl fascino di simili "sirene", gli spiega che proprio la sua morte, dandogli concreto esempio di come perfino la suprema bellezza terrena ("il sommo piacer") sia caduca, avrebbe dovuto indurlo a guardare verso il cielo. Una "pargoletta / o altra novita etrime e c°me sono, non avrebbero dovuto piegare a basso il volo cne Portava a lei e ai beni celesti. Alia fine dell'aüocuzione agh angel Beatrice ricorda che proprio per salvare D^te tra^w ^ ^itato "Puscio d'i mortis e aveva pregato Virgilio di condu il suo amico fino alia cima del Purgatorio. r 134 Le ionne amate Dalle parole di Beatrice si evince che il traviamento ě state di aJco Diu precisamente erotico-sentimentale. AU'orbi« moi che hanno condott, Dante a d.perare^ salvezza la donna addita, infatti il tradimento da lui perpetrat* nei suoi confront!: "questi si tols* a me, e diessi altrui". A cio lo avevano condotto l'allentarsi del sentimenti amorosi nei suoi confront! ("fu io a lui men cara e men gradita") e l'attrazione non vinta per altre donne. Naturalmente, non dobbiamo pensare a colpe sentimentali e a tradimenti consumati sul piano del vis-suto, ma a un traviamento sul piano della poesia. E significativa l'insistenza con la quale Beatrice colloca il tradimento di Dante subito dopo la propria morte: "Si tosto come in su la soglia fui / di mia seconda etade e mutai vita, / questi si tolse a me..."; "e se '1 sommo piacer si ti fallio / per la mia morte, qual cosa mortale / dovea poi trarre te nei suo disio?". E per l'appunto in quel periodo che lui la dimentica come ispiratrice poetica a favore di altre, che dimentica cioě il nuovo orizzonte poetico, letterario e umano che gli si era dischiuso al momento di quella morte, per ricadere in una concezione e in una pratica della poesia inconciliabili con la nuova visione amorosa che il libro giovanile lasciava scorgere. Piedistallo o trampolíno di un'opera piu elevata, la Vita Nova era preannunciata da un solenne proposito, che Dante, perö, non ha adempiuto. Se, come ě probabile, quando prendeva quell'im-pegno pensava a un poema in forma di visione che celebrasse la gloria dell'amata salita in Paradiso, quando Beatrice lo rimprovera di aver gravato le sue "penne in giuso" invece di levarsi "suso / di retro a let", forse allude proprio a quel mancato salire al cielo, sulle sue orme, che una visione paradisiaca avrebbe realizzato alia lettera. E vero che le sue accuse potrebbero a deyiazlon, dantesche di carattere intellettuale i a - -----.divili, jiaiauisiaia avicuuc icaiuiaiu .era. L.vľ"° che le sue accuse potrebbero avere di mira anche fiľľmn - f di Carattere intellettuale come una eccessiva a Seľeľe í T ^ filosofíea> ma due indizi conereti inducono di ordinen °88ett° pnmario della rampogna sia un traviamento alia ^ NoľľeCľemŤentale: fa PrÍm° lu°g°> 1 V°lutÍ rim3n del presumikil fCondariamente, il fatto che il Convivio, la prova mai n„ku,: 6 ^amento filosofico. fosse rimasto interrotto e i™!"?!6 cheľ°ggetto primario della rampogna sia un traviamento primo luogo, i voluti rimanc l fatto che il Convivio, la prov mai pubblicafn T''™"T iUosotico, fosse rimasto interrotto Vurgatono era il r* ^ °pera di Dante nota ai lettori del delľoperazi0ne di n"1""20 ďamore- NeIla Ior° otúca la linearita Promessa di j , fUante nsulta allora evidente: morte di Beatrice, ľla ln clelo, mancato rispetto della promessa, pentimento per que Commedia stessa. la misteriosa Mat Solo alia fine d< nuncia il nome, Ma raccogliendo fiori si enigmatico e inaffer sono riusciti a stabi. un personaggio siml di un insieme di tul quale sia la sua ver; sia una stabile abitai Matelda e un no: tosto diffuso nell'It anche in Toscana. Ir a un personaggio de personaggio simboli una sorta di 'ufficia stre, dovrebbe trovs con la morte di Cri alle anime dei defur un personaggio antii compito o lo assolve e, eccezionalmente, 1 Beatrice pud lasciar< compiere la sua mis da potrebbe trovars testo, pero, non con delle poche certezze nessuna delle amant ° delle donne innon a Beatrice: se in qui a ehe fare con lui, < sce? Insomma, Mat wnmaginario, un per Perfezione umana i ritorno a Beat 'rice 135 di ne :11a ito :io aoi »ne are ds-iva ite ii / se e/ io-:re, tno ere :on :re. ova ion im-:1a era o/ ;lo, ilia ;he iva >no nto ndi ^va o e del ritä ice, >sa. „rimento per quella colpa e risarcimento. U risarcimento e k Cornrnedia stessa. la misteriosa Matelda Solo alia fine della lunga sequenza narrativa Beatrice pro nuncia il nome, Matelda, della bella donna apparsa cantando e raccogliendo fion sei canti prima. E questo il personaggio piü enigmatico e inafferrabile della Commedia. Secoli di esegesi non sono riusciti a stabilire se si tratti di un personaggio storico, di un personaggio simbolico, di una rappresentazione allegorica o di un insieme di tutti questi aspetti. Non solo e difficile capire quale sia la sua vera funzione nelPEden, ma, addirittura, se ne sia una stabile abitatrice. Matelda e un nome di origine germanica, nel Duecento piut-tosto diffuso nell'Italia settentrionale, ma abbastanza comune anche in Toscana. In quanto moderno, quel nome non si addice a un personaggio del mito o della storia antica, e nemmeno a un personaggio simbolico-allegorico. E tuttavia, se Matelda fosse una sorta di 'ufficiale', tipo Catone, addetto al Paradiso terre-stre, dovrebbe trovarsi in quel luogo almeno dal giorno in cui, con la morte di Cristo, la strada della salvezza e stata riaperta alle anime dei defunti, e quindi, come Catone, dovrebbe essere un personaggio antico. Ma e davvero stabilmente addetta a quel compito o lo assolve in via eccezionale perche a guadare il Lete e, eccezionalmente, un vivente o, meglio ancora, quel vivente? Se Beatrice puö lasciare il cielo dei beati e scendere sulk Terra per compiere la sua missione in aiuto di Dante, allora anche Matelda potrebbe trovarsi nell'Eden soltanto per quell'unica yolta 11 testo, perö, non consente di scegliere fra le due possibihta. Una delle poche certezze e che questa figura non e identiiicabile con nessuna delle amanti celebrate da Dante nei suoi versi giovanm o delle donne innominate che nella Vita Nova fanno da contomo a Beatrice: se in qualche modo Matelda in passato avess. avuto a che fare con lui, come mai Dante personaggio non la ric s^e? Insomma, Matelda sembra proprio essere un perso gg^ "amaginario, un personaggio che rappresenta lai beat t ^ Perfezione umana e, nello stesso tempo, quella a cui V 136 U tonne amate ě desátá; una so? ^^ZZZ^^o^ pin bello e perfetto del creato. una foresta fitta e rigogliosa tempera i raggi del sole, erbette, fiori e arboscelli colorano i prati e profumano 1 ana, le acque dei ^ sono di una limpidezza che non ha paragoni, una brezza soave e costante fa frusciare le foglie senza disturbare il cinguettio mat-tutino degli uccelli, vi regna un'eterna pnmavera: "qui primavera sempře e ogne frutto". In questo paesaggio incantato a Dante appare, lasciandolo stupefatto di meraviglia, una donna soletta che si gia e cantando e scegliendo fior da fiore onď era pinta tutta la sua via10. AU'invito di Dante di awicinarsi, essa avanza sul prato fiorito a piccoli passi, con i piedi uniti aderenti al suolo, come eseguisse un movimento di ballo: Come si volge, con le piante strette a terra e intra sé, donna che balli, e piede innanzi piede a pena mette, volsesi in su i vermigli e in su i gialli fioretti verso me11. Tiene gli occhi pudicamente abbassati, ma non appena ha raggmnto a nva del piccolo fiume li solleva, piu splendenti di quem di Venere quando, accidentalmente, fu ferita dalla freccia coS°a' ?Ín ant°' dritta sull'altra ^ponda, intreccia fiori o o on Z ■ E1 a ddea da rakra ^a dritta, / trattando piú cuior con le sue mani 12. meme ^C^VT"* d°nna Piena di letizia fa * centre raccojlv, f °Ser?ina com'er^ P"ma di essere rapif3 Narra il mito ch7L fr' Pfdendo cosi la sua eterna primavera ■ giovinetta da Plut0n 8. dl Cerere> dea delle messi, venne rapi» nel s"o regno Donn 1 ° Inferi> che la condusse come spos* a ritr°varla e'a otten. . e disPerate ricerche, la madre riusci tGnerne 11 naselo, ma siccome la figlia infranto la 1< mangiato qu mesi Pwsert sarebbe ritor: nel sottosuo. di far germi rigogliosa n< sarebbe natc luogo dell'et Proserpina c e inverno, ě cui l'uomo a Matelda, C Matelda Al suo prir incedere ch comportam turali dell'E varieta dell, si rivela adc che Dante fargli attra\ e, cosi puri sua princip che potřebí retrogrado: Un rite nitente nel battesimo i se Dante c smemorani postazione tenere pre; raPpresent e quindi i cupola de' n° tratti 0struirl0 e Passate ;1 creato-fe> fiori de* fiumi i soave e ttio mat-rimavera a Dante to fiorito eseguisse ppena ha ndenti di la freccia eccia fiori tando piu venire in sre rapita imavera13-me rapita Dme sposa dre riusci trlia aveva // ritorno a Beat rice 137 infranto la legge che vieta Ü ritorno dagli Inferi a chi vi avesse fflangiato qualcosa, dovette accettare un compromesso: per sei mesi Proserpina sarebbe nmasta con il marito e per gli altri sei sarebbe ritornata con la madre Nei mesi che Proserpina trascorreva nel sottosuolo, Cerere per il dolore della sua assenza si rifiutava di far germinare e crescere la vegetazione, che invece ritornava rigogliosa nei mesi che la dea trascorreva in superficie. Da qui sarebbe nato il ciclo delle stagioni. Come il Paradiso terrestre ě il luogo dell'eterna primavera, cosi Matelda, assomigliando a quella Proserpina che ancora non conosce la ciclica alternanza tra estate e inverno, ě l'immagine dell'eterna giovinezza, quella giovinezza di cui l'uomo avrebbe potuto godere se non fosse caduto nell'errore. Matelda, Giovanni Battista e il battesimo nel Giordano Matelda compie sostanzialmente tre azioni in successione. Al suo primo apparire passeggia tutta sola cantando, con un incedere che ha l'aspetto di una danza; in seguito assume un comportamento magistrále: spiega a Dante come i fenomeni na-turali dell'Eden, cioě la brezza costante, la presenza di acque, la varieta delle piante, abbiano tutti una causa non naturale; infine si rivela addetta, in stretto rapporto con Beatrice, ai riti iniziatici che Dante deve compiere. Ě lei a condurlo al guado del Lete, a fargli attraversare il fiume e poi a immergergli la testa nell'acqua e, cosi purificato, a metterlo al cospetto della beata. Questa e la sua principále funzione: traghettare Dante a Beatrice. Funzione che potrebbe svelare il significato del suo nome, se letto in modo retrogrado: "Ad letam", cioě alia beata. Un rito di purificazione consistente nell'immergere U pendente nelle acque di un fiume rinvia, con ogni evidenza, al battesimo che Giovanni Battista impartiva nel Glordano;,TL Dante contamina il gesto battesimale giovanneo con let etto smemorante che Virgilio assegna al bere l'acqua del LeK> Postazione evangelica resta limpida. In particolare Dante: s ^ tenere presente il battesimo per immersione di Lnstc. c rappresentato dalla iconografia piü antica. Nella fasc«nnfcnoie, e quindi piů facilmente leggibile, dei mosaici ^eGiovanni CuPola del battistero fiorentino, tra le "Stone di san u !38 Le donne amate ■ » a t,u\\\ al decennio 1280-90, poteva vedere a „ T"" í'uľd ' tra, due immagini raffiguranti Giovan„fľ,Ca vSZ » crist°- Ntptima ü ba«-«: solo i p.edi nel fiume e il Bamsta gh versa sulla iesta tiene qua da un'anfora: ě dunque un rito per infusione; nella seconda Cristo ě immerso nel fiume fino alle ascelle e d Battista non ha in mano alcun recipiente. Questa immagine del battesimo di Gesu corrisponde a una iconografia che tra Due e Trecento stava ormai tramontando. Nelle rappresentazioni piu antiche la figUra di Cristo era immersa nel Giordano fino al collo; con il passare del tempo emerge gradualmente dalle acque, che dalPaltezza del collo scendono progressivamente alia vita, alle ginocchia finché, nella seconda meta del Quattrocento, lambiscono solo le caviglie! II battesimo di Giovanni preparava all'avvento del Messia: la purificazione con l'acqua simboleggiava quella interiore neces-saria per ricevere il Dio che sarebbe venuto. Richiedeva dunque la conversione, il pentimento nell'animo reso visibile all'esterno dalla pubblica confessione dei peccati. Anche Dante puö essere purificato dall'acqua del Lete solo dopo essersi pentito e avere ammesso la propria colpa. Beatrice afferma che, se lui bevesse l'acqua di quel fiume senza aver prima versato lacrime di autentico pentimento, verrebbe infranto un solenne decreto di Dio: "Alto fato di Dio sarebbe rotto, / se Letě si passasse e tal vivanda / fosse gustata sanza alcuno scotto / di pentimento che lagrime spanda"14, e che deve necessariamente confessare i suoi errori: "a tanta accusa / tua confession conviene esser congiunta"15. ^La sequenza confessione - pentimento - purificazione lustra-L r1S10nu 7- Beat,rice risPecchia dunque la successione di atti TcllZ u 6 di,Stati PsicoI°gici del battesimo giovanneo, e a Dame it ' "*? Che materi^mente fa attraversare il fiume che il Battista' 1 Tc ' rigenerato' a B^trice, possiamo dire battista sta a Cristo come Matelda sta a Beatrice. MateldaelaGi^nnaäiCaValcanti In un 1 de Beatrice 7ůÍmt Vm*lom tra una donna che přece- chiaramente. Si tra 2 a fecede Cristo ě suggerita molto pW "a dl ^uel Paragrafo della Vita Nova, che cl e capitato dl ricordare p -1'una appresso de 1 a .niega il significato della Vannaěchiamata Prima verra",cioě simostrerá rirá alla vista del suo i durante il quale Dante r Giovanna, significa "pr qual precedette la verž deserto: parate viam E del Purgatorio e il capi e Matelda stanno a Bež Non dobbiamo tuttí la stessa persona o, m che intercorrono fra lo preannunciante Beatric eccezionale, si era fiss riattivarsi, aspettava sol adeguate. E circostanz* canti dell'Eden. Prima ministra del rito assegn nelbimmersione in un che, pur necessario pe tato come il passaggio ga con Beatrice. II no continuamente evocatc a sovrapporsi a quello ostentato nel "libello" e le connotazioni prii ruolo rilevante nella Attraverso un nome 1 e ambientazione paes giovinezza di Matelda quella del "libello", pe almeno una volta Gui< ti prego, Giovanezza). il Primavera della Viti ^ante, ma sulla base c a Poca ^anni che 1 Secorida a °on ha "to stava la figura 1 Passare tezza del a fínché, caviglie. iessia: la 'e neces-dunque l'esterno 10 essere 1 e avere bevesse utentico o: "Alto ivanda / lagrime rrori: "a 5 5 lustra-B di atti inneo, e 11 fiume no dire r prece-)lto pi" -he ci ě 11 rit0rn° a Beatrice 139 capitato di ricordare piu di una volta, introduttivo al sonetto in cui "monna Bice vienepreceduta in pubblico da "monna W -ľu„a appresso de: 1 altra maraviglia- La prosa, si Z7e a' spiega il significato della doppia denominate Vanna-Primave a Vanna ě chiamata Pnmavera perché questo nome significa »„ I verra" cioě si mostrera per prima il giorno in cui Beatrice riappa rira alia vista del suo fedele dopo la imaginazione" l'incubo durante il quale Dante ne aveva visto la morte; anche il vero nome' Giovanna, significa "prima verrä", perché viene da "Giovanni lo qual precedette la verace luce, dicendo: 'Ego vox clamantis in deserto: parate viam Domini'"17. Mettendo in parallelo i canti del Purgatorio e il capitolo del "libello" si evince che Giovanna e Matelda stanno a Beatrice come il Battista sta a Cristo. Non dobbiamo tuttavia pensare che Giovanna e Matelda siano la stessa persona o, meglio, lo stesso personaggio. Le analogie che intercorrono fra loro indicano pero che la scena della donna preannunciante Beatrice, scena che in quel libro aveva un rilievo eccezionale, si era fissata nelľimmaginario dantesco e che, per riattivarsi, aspettava solo che si verificasse una serie di circostanze adeguate. E circostanze adeguate si verificano per ľappunto nei canti dell'Eden. Primári sono il ruolo di guida, traghettatrice e ministra del rito assegnato a Matelda, il fatto che quel rito consista nell'immersione in un fiume, cioě in un battesimo giovanneo, e che, pur necessario per entrare in Paradiso, il guado sia presen-tato come il passaggio indispensabile perché Dante si ricongiun-ga con Beatrice. Il nome di Giovanni, nell'Eden sottaciuto, ma continuamente evocato tramite la ritualitä battesimale, viene cosi a sovrapporsi a quello di Giovanna, anch'esso qui sottaciuto, ma ostentato nel "libello". L'ambientazione primaverile della scena e le connotazioni primaverili di Matelda giocano anch esse un ruolo rilevante nella rete associativa che stiamo ncostruendo. Attraverso un nome (Giovanna-Primavera), ntualita g»n(r" e ambientazione paesaggistico-simbolica si fondono. Ancne giovinezza di Matelda rimanda alia donna cavalcannan:^non a quella del "libello", pero, ma alia Vanna-Giovanna ^f^' aWno una volta Guido ha chiamato «Gjovanezza.(Solp«P* «Prego, Gtovanezza). Il cerchio si chiude se teniamo co^ ^ JÍPrimavera della Vita Nova puö essere si, uns e kantiana Dante, ma sulla base della suggestion della baliata 140 Le donne amate Gustave Doré, Matelda; illustrazioni per la Divina Cornmedia, 1861 LFteľocoOSa nOVella' ' placente Primavera", dove il terming SZ:f TeZZa dell'-no Questa catena di associ*^. zbľeSľ 3 PreCÍSÍ e ^dubitabili rilievi testuali. U *>ne delľetemľ i'60151 e ^dubitabili rilievi testuan sua ^litaria abitamT^* dd Paradiso terrestre e ( e SOno Punteggiate di innesti, a volte divere e propne cit fosse 'namor boschetto tro esempio, rie donna solett innamorata" persona, tutt Dante abbia Beatrice serr quello tra C vigere un Je^ Nova presen cavalcantian primo passe riapparire d ne va izioni escri-della i vere ^ «>omo a Beat 'nee 141 e proprie citazioni, di versi cavaJcanti • fosse namorata" e "sola sola per lo h^1' Versi "cantava ™ esempio necheggiano nitidamente nel S ^j5?Ceden^), per donna soletta che si gia / e cantando- "Cam innamorata • Matelda e Giovanna - rinetn ° C°me don"a persona tuttavia 1 accumularsi di tratti comnni? 5°" S°n° Ia stes*a Dante abbia voluto istituire un parallelism*' ^ * Cfedere *e Beatrice sembra essere l'adempimento il rapporto Matelda-quello tra Giovanna e Beatrice, tra i d COmpluto reaJizzarsi di vigere un legame di tipo figurale La noes^ Tli^' d°h' sembra Nova presentata come uno svilupno e un ' nella Vita cavalcantiana, nel Purgatorio appare solo di quella pnmo passo in direzione di un amore ™UU "T premessa> " riapparire di Beatrice. SuWlme che si invera al Incontro dt Dante e M^.^'^olm Sporting and Dramatic News , 23 rebDrai VIL II ritorno a Beatrice L'incontro nelVEden Dante non attua il solenne proposito enunciato alia fine della Vita Nova di celebrare Beatrice in un'opera piú degna di lei. Anzi, abbiamo visto che nella seconda metá degli anni Novanta, invece di imboccare la strada la prefigurata della visione mistica, o ricade in un tipo di poesia che nega la nuova idea ďamore che il libro da poco concluso lasciava intravedere (le pargolette e le akre novitá), o abbandona il terreno amoroso per coltivare quello delPimpegno civile e dottrinale. Alle soglie della Commedia, nei primi anni del Trecento, si spinge addirittura fino a proclamare la superiorita della filosofia sulla lirica amorosa: e cosi nel suo imma-ginario la Donna Gentile subentra a Beatrice, la personificazione della conoscenza razionale alla figura simbolo del sentimento che miracolosamente eleva alia sféra del divino. II percorso di Dante verso Beatrice, cominciato con il suo progressivo spogliarsi delle erronee concezioni amorose ereditate dalla tradizione e approdato alia scoperta dell'essenza del vero amore, finisce con il suo allon-tanarsi da lei. II momentaneo tradimento allora perpetrate con la Donna Pietosa si trasforma in un tradimento che il Lonvivio dichiara irreversibile. , , ., i Daotrirp E invece da li a poco la Commedia ribalta il tavolo e Beatrice si insedia nuovamente sul trono da cui 1'aveva seacciata la Donna GentUe. Anche nel poema, come gia nella £M =a patrice passa attraverso un pentimento L at tes ^ fl* dai primi canti ed ě tenuta accesa lungo tutta *a l'incontro fra i due, con Dante che • «^3£n«i Pentito, ě raccontato alia fine del Purgatono nei canti 128 U donne amate nel Paradise terrestre1. Nella fcwtone l'incontro awiene esatta. U dopo la morte dell amata ma nella realta Dante mente dieci an v ^ probabilmente, poco doDo SCriV£ ql Enrico VII (agosto del 1313), quindi a oltre ventnr° "daqueU'eventobiografico e a quasi venti dal composizione anni fflqu"""- dell|l Iccontoti snoda in una lunga e complessa sequenza che ha rre nrotagonisti principal!: Dante, una donna mistenosa chiamata Matelda e Beatrice. Riassumiamola per sommi capi. Una volta salito nel Paradiso terrestre, collocato sulla cima della montagna del Purgatorio, Dante si inoltra in compagnia di Virgilio e Stazio in una "divina foresta" solcata da un flume. Al di la del fiume scorge una giovane donna che, tutta sola, passeggia cantando e raccogliendo fiori. Invitata da Dante ad awicinarsi, questa gli spiega che quel luogo incantato era stato creato da Dio affinche l'umanita vi sperimentasse una sorta di anticipo della beatitudine eterna, ma che poi gli uomini ne erano stati cacciati a causa della loro colpa. II fiume da cui lei e Dante sono separati si chiama Lete e ha il potere di cancellare in chi ne beva l'acqua il ricordo dei peccati commessi, mentre le acque di un altro fiume - che Dante incontrera piu avanti - hanno quello di restituire la memoria del bene compiuto. Dopo di che, cominciano a cammi-nare, Dante, Virgilio e Stazio lungo una sponda, la giovane lungo i altra, fino a quando dalla parte di costei appare in lontananza una processione simbolica, seguita da un carro trionfale trainato da un gritone. Procede verso di loro e infine si arresta, una volta puma ail altezza di Dante. II deflagrare di un tuono e il canto fiori TiT annunciano 1'apparizione, in mezzo a una nuvola di di un cllZ COr,° dl angeli> di una donna con la testa coperta mito interior0 I n°n la Possa vedere in viso' dal °*" In quel ^1 !rmt.e la sua anima Dante riconosce Beatrice Beatrice per6 n u ' °he Cra Stato la sua §uida' scomParJ "mprovero- perrV * nevola> anzi> k sue prime parole sono di !a8na? Dante Si Ve aVeVa asPettato tanto a salire su quella mon-lui' ma Beatrice irltT3,' t an§eli manifestano compassione per averI* tradita pQlmplacabile, rivolgendosi agli angeli lo accusa di Confessare e tale ch€ a colp^ - §a' gU Parla direttamente e lo incita a Pei"de con!?' Dante confessa e si pente; il suo rimors° n°Scenza- Quando riprende i sensi si ritrova ritorno a Beatrice 129 immerso nell acqua del Lete: la giovane donna lo sta traghettan do verso la sponda dove si trova Beatrice. Arrivati in prossimita della riva, gli immerge la testa e lo costringe a bere. Purificato da quell'acqua, puo f inalmente vedere il volto di Beatrice. La proces-sione gira su se stessa e ritorna indietro, seguita da Dante, Stazio e dalla giovane donna; giunti a un albero spoglio, il grifone lega il carro al suo tronco e l'albero improvvisamente rifiorisce; segue una complessa azione allegorica che culmina con la scomparsa del carro nella selva. Beatrice pronuncia una oscura profezia e poi invita Dante a ricordare le sue parole. Nel frattempo sono arrivati a una sorgente da cui nascono due fiumi (Lete ed Eunoe): Beatrice esorta la giovane donna, finalmente chiamata per nome, Matelda. a condurre Dante a bere l'acqua del secondo fiume; essa esegue invitando anche Stazio a seguirla. Grazie a quell'acqua che lo ha rinnovato, Dante dichiara di sentirsi puro e "disposto a salire a le stelle", al Paradiso. Segni delVantica fiamma Abbiamo visto che nel Convivio Dante fa entrare in scena la Donna Gentile citando con il titolo la Vita Nova: "quella gentile donna [di] cui feci menzione nella fine della Vita Nova". Non diversamente anche l'apparizione di Beatrice nell'Eden e accom-pagnata dalla citazione del medesimo titolo: "questi [Dante] fu tal ne la sua vita nova"2. E solo uno dei tanti segnali che mettono in relazione i canti del Purgatorio con il romanzo giovanile. A esserne richiamati sono principalmente due episodi: la prima epifania di Beatrice bambina e la sua morte. . f Nell'Eden Beatrice appare "dentro una nuvola di faon / U-J / sovra candido vel cinta d'uliva /[...]/ vestita di color di:iam-ma viva". Prima ancora di averla riconosciuta - scrive: Dante il suo "spirito", che da tanto ^-^Soi quella donna, "per occulta virtu che dale \™ss^ ancora _ semi la gran potenza". Ma quando poi vidi preseg "1'aha virtu che gia m'avea trafitto / prima clno ^r^P^ fosse", mi voltai verso Virgilio con l'1"^"2^^, conosco i dramma / di sangue m'e rimaso che non tremi. se8ni de l'antica fiamma"3. ÍL. MARCO SANTAGATA LE DONNE