Canto fatali, ed il diverso esiglio per cui bello di fama e di sventura Bacio la sua petrosa Itaca Ulisse. Xu non altro che il canto avrai del figlio, 0 materna mia terra; a noi prescrisse Il fato illacrimata sepoltura. 10 IX Né piú mai toccherö le sacre sponde Ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde Del greco mar, da cui vergine nacque Venere, e fea quell'isole feconde Col suo primo sorriso, onde non tacque Le tue limpide nubi e le tue fronde L'inclito verso di colui che ľacque IX - Uno dei sonetti piü alti (coniposto a quanto sembra tra ľagosto 1802 e ľaprile 1803) ed é degno di nota come di nemmeno venticinque anni il F. sia riuscito a dare corpo al proprio mito, su cui insisterá a lungo, talvolta fino a restarne condizionato. La patria lontana, piena delle favole dell'aiitica Grecia, il mare, l'esilio, la solitudine e la morte non pianta: veritä, fantasie e presagi s'intrecciano, mentre il F. si sente insieme vicino ad Ulisse e piü sventutato di lui. £ questo uno dei mas sirai esempi di quella poesia virile e commossa ad un tempo, cosl rata in Itália, che il Foscolo sa raggiungere nei suoi momenti migliori. Metro: sonetto secondo lo schéma ABAB ABAB CDE CED. 1-11 Né piü ... Ulisse: tutt! i critici hanno rilevato ľinusitata arnpiez-za dei periodo iniziale, che si stende per ben undici verši e che contri-huisce ancor piii a far emergere la dura secehezza epigraíica delia ter-zina finale. 1 sacre: aggertivo (ľabbíamo giä detto) particolarmente čaro al F. e per lui riechissimo di significati; Zacinto sarä detta « sacra » anche nelle Grazie. 5 Venere: anche il mito delia nascita di Venere dal mare Ionio satá ripreso nelle Grazie; feconde: oppottunamente l'Orlando richiama qui ľ« alma Venus » lucreziana, nel senso di divinitä ereatrice e sostentatrice. 6 non tacque: litote per « celebrö ». 1 limpide: bellissimo aggettivo, ricco di una sua trasparenza estiva; fronde: Omero neWOdissea, I, 246, e Virgilio neWEneide, III, 270, chiamano « selvosa » Zacinto. 8 indito: illustre, ammirevole; verso: canto, poéma (qui é VOdissea). 8-9 ľacque... fatali: le lunghe navigazioni cui Ulisse fu costretto per volere del fato. 74 9 // diverso esiglio: 1'espressione ě di Virgilio {Aen., III, 4): « diversa exsilia », e significa 1'andar eriando in piú luoghí tutti lontani. 10 sventura: ricordiamo un autore che non amava molto il Foscolo, i! Manzoni dell'ode Marzo 1821, 79: «dove ha lagrime un'alta sventura ». La sventura ingiusta e nobilmente sopportata deve sempře com-muovere i cuorí generosi. 11 petrosa: in contrasto con la selvositá di Zacinto; Ulisse: posto cosi in chiusura del lungo periodo, il nome aequista maggior risalto e lega ancor meglio ťimmagine delTeroe greco a quella del F., che rientra subito dopo. 14 illacrimala: 1'aggettivo riempie fortemente di sé tutto il verso, a sigillo del componimento. Nessuno piangerá sulla mia tomba, petché moriro in esilio, dice il F.; ed era portroppo buon profeta. 75 43