Solcata ho fronte, occhi incavati intend, Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto; Labbro tumido, acceso, e tersi denti; Capo chino, bel collo e largo petto; Giuste membra, vestir semplice, eletto; Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti: VII - II sonetto, comparso la prima volta nel 1802, fu successivamente modificato piu volte. Qui si reproduce la stesura del 1803, la piu vicina al tempo degli altri sonetti. £ di rigore citare l'analogo componimento dell'Alfieri (e, possiamo aggiungere, quello del Manzoni, chc pero ebbc il buon senso di non pubblicarlo): risponde bene al violento autobio-grafismo che permea di se le opere foscoliane di quel periodo — non solo di quello — e anche alia moda di un tempo in cui la riproduzione meccanica delle cose della vita era ancora di la da venire. Metro: sonetto secondo lo schema ABAB BABA CDE CED. 1 Solcata: rugosa. II giovane poeta vuol farsi maggiore della sua eta; incavati: il termine ricorre anche nella descrizione di Jacopo Orris fatta dall'amico Lorenzo Alderani, nella nota Lorenzo a chi legge nella prima parte del romanzo. 2 Crin fulvo: le famose chiome rosse, di cui il F. era fierissimo; emunte: smunte, incavate. 3 acceso: rosso. 4 bel collo e largo petlo: e'e una certa nota di compiacenza, accre-sciuta nel 1808 dalla correzione in « itsuto petto ». Si sarebbe detto che, al di la del sospetto di ridicolo, il F. si losse rammentato del due versi del Casti « Pelo pelo ci vuol, pelo e non pelle, / Per far fortuna e inna-morar le belle ». 5 Giuste: ben proporzionate; vestir semplice, eletto: a una raffinata ma non vistosa eleganza il F. teneva moltissimo; anche se poi talvolta si dimenticava di pagare il sarro e il calzolaio, come insinuo lo Scalvini. 6 Ratti... accenti: un segno della smania di attivita, di eccesso in ogni passione, che furono a lungo caratterisriche proprie del F. 70 Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto; ^vverso al mondo, awersi a me gli eventi. Talor di lingua, e spesso di man prode; ftjesto i piu giorni e solo, ognor pensoso; Pionto, iracondo, inquieto, tenace: Di vizi ricco e di virtu, do lode Alia ragion, ma corro ove al cor piace. Jjorte sol mi dara fama e riposo. 10 7 Sobrio: il F. non beveva ed era parchissimo nel mangiare; soleva dire di se che non aveva bisogno di bere vino per eccitarsi, perche' era i'atto come la cake che al contatto dell'acqua ribolle. Suo solo vizio (se vizio si pud chiamare), a parte il gioco d'azzardo, era quello di tirare tabacco; prodigo: anche troppo, e per tutta la vita ne patr le dolorose conseguenze. 8 Avverso ... eventi: ribadisce l'incapacita di inseriisi in un mondo troppo mediocre per una persona eccezionale come lui. 9 Talor ... prode: coraggioso nel parlare ma, quel che piu conta, piu sovente {spesso contrapposto a Talor) ardito come coraggio fisico, da combattente e da duellatore. 10 Mesto ... pensoso: fondo vero — e documentato — di talora sel- vaggia malinconia foscoliana. 12 Di vizi ricco e di virtu: ammissione sincera, anch'essa con una punta di compiacenza. 13 corro ... piace: riscontro puntuale nelYOrtis, lettera dell'll dicem- bre ore 2. 14 Morte: un'altra costante foscoliana, il profondo senso della mortc e della sua imminenza. 71