Dante Alighieri, “Vita nuova” I. In quella parte del libro de la mia memoria dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice: “Incipit vita nova”. Sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d’assemplare in questo libello; e se non tutte, almeno la loro sententia. Parafrasi I. In quella parte del libro della mia memoria della quale si può leggere poco, si trova una rubrica (titolo scritto in rosso) nella quale è scritto: Incipit vita nova (inizia la vita nuova = inizia un nuovo capitolo della mia vita). Sotto la quale rubrica, io trovo scritte le parole (= i ricordi) che voglio trascrivere (= copiare da un originale, assemplare) in questo libello; e se non tutte (se non copiando alla lettera) almeno dando l’interpretazione generale (la sentenzia = il significato). la memoria è paragonata a un libro. NB: prestare attenzione al campo semantico del libro! SOTTOLINEARE LE PAROLE APPARTENENTI AL CAMPO SEMANTICO DEL LIBRO NEL TESTO ORIGINALE XXVI. Tanto gentile e tanto onesta pare Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia, quand'ella altrui saluta, ch'ogne lingua devèn, tremando, muta, e li occhi no l'ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente e d'umiltà vestuta, e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi sì piacente a chi la mira che dà per li occhi una dolcezza al core, che 'ntender no la può chi no la prova; e par che de la sua labbia si mova un spirito soave pien d'amore, che va dicendo a l'anima: Sospira. parafrasi Tanto nobile in senso spirituale (“gentile” = “piena di verecondia, soavità, amore”) e virtuosa (“onesta”, nell’aspetto) si mostra la mia donna quando ella saluta gli altri (“altrui”) che ciascuno ammutolisce (“ogne lingua deven […] muta”) e trema e gli occhi non osano guardarla. Ella se ne va, sentendosi lodare, benevola e umile (“d’umiltà vestuta”); e appare come una creatura venuta dal cielo alla terra a mostrare un miracolo, il miracolo di Dio creatore (tutta la perifrasi significa che Beatrice “si mostra”, è in terra miracolo di Dio). Si mostra così piena di ogni virtù e bellezza (“piacente”) a chi la guarda, che dona agli occhi di chi la guarda una dolcezza che non la (ogg. “la dolcezza”) capisce chi non la prova: e appare in tutta la sua evidenza (“par”, non nel significato di “sembrare”, ma “di apparire, mostrarsi in modo evidente”) che si muova dal suo viso (“labbia”; è una sineddoche) uno spirito soave e pien d’amore che va dicendo all’anima: sospira.