Dante Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io Guido, io vorrei che tu e Lapo ed io siamo presi in incantesimo (magia), e messi in una barchetta che con qualunque vento va per mare (naviga) secondo il vostro volere e il mio, sicché la tempesta o altro tempo cattivo non ci può impedire la navigazione, anzi, vivendo in uno stesso volere (una volontà comune) cresce il desiderio di stare insieme. E vorrei che il buon mago (Mago Merlino) pone con noi, (anastrofe = inversione) monna Vanna e monna Lagia poi e quella che è il numero trenta (da un sirventese sulle 60 donne più belle di Firenze) e qui possiamo parlare sempre di amore e ciascuna di loro è contenta cosi come credo che siamo felici noi. (testo originale) Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento, e messi in un vasel ch’ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio, sì che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse ‘l disio. E monna Vanna e monna Lagia poi con quella ch’è sul numer de le trenta con noi ponesse il buono incantatore: e quivi ragionar sempre d’amore, e ciascuna di lor fosse contenta, sì come i’ credo che saremmo noi.