LABORATORIO DANTESCO £ mprendere il canto _ Canto v Inferno ual ě la causa del pallore di Vírgilio alľentrata del primo hio? E come interpreta inizialmente Dante tale pallore? w. 13-22) uali categorie di anime sono raccolte nel Limbo cristia-(cfr. w. 31-42) hi venne liberato dal Limbo per opera di Cristo e quan-;cfr. w. 52-63) chi appartengono le "quattro granďombre" incontrate ante e Virgilio nella zona piů luminosa del Limbo? Cosa comuna e le rende familiari ai due viaggiatori? (cfr w 3) oscere la lingua di Dante tuisci i termini e le espressioni dí Dante con termini ed ;ssioni ehe appartengono alľŕtaliano contemporaneo: eve truono.............................................................. la proda mi trovai................................................... ■ lo viso................................................................... che tu per terna senti.............................................. zi ehe piú andi........................................................ >er altro rio.............................................................. eci ľombra del primo parenie.................................. wam la selva tuttavia.............................................. ?/ gente possedea quel loco..................................... particolare condizione di Virgilio, a cavallo fra cultura Da e mondo eristiano, ě sviluppata nel canto XXII del tor/o, nel corso del colloquio fra lo stesso Virgilio e un oeta latino, Stazio, in particolare ai versi 55-114. Leg-quei versi troverai anche i nomi di altri autori delia let--a latina ospitati nel Limbo. DStruisci, sulla base del racconto biblico, le principáli dei patriarchi citati ai versi 55-61. aga, sul piano teologico, il significato delia discesa di nel Limbo per liberare i patriarchi úelí'Antico Testa- 5. Descrivi i dintorni del "nobile castello" e indica il luogo in cui Dante si pone per osservare gli "spiriti magni". (cfr. vv 106-120) 6. Cosa collega i personaggi epici e storici citati nelle prime due terzine dell'elenco? (cfr. vv. 121-126) 7. Nel gruppo dei filosofi, tre vengono accompagnati da una precisazione dantesca: il "maestro di color che sanno", co-lui "che 'I mondo a caso pone" e I'autore del "gran comen-to*. Individua i tre filosofi e spiega cosa significano le pre-cisazioni dantesche. (cfr. w. 131, 136, 144) cotanta onranza................................ satire............................................... ciascun meco si convene / nel nome. sesto tra cotanto senno.................... terra dura......................................... fresca verdura................................... I'un de' canti..................................... verde smalto.................................... occhi gnfagni..................................... accoglitor del quale............................ mi caccia il lungo tema....................... ove non e che luca............................. 4. Nel gruppo di eccellenza del quattro poeti, la presenza di Lucano ě quella, per un lettore ďoggi, meno scontata: spie-gala, collocandola nel quadro della cultura medievale e in particolare dantesca (cfr. E. Paratore, Dante e il mondo clas-s/'co, in Tradizione e struttura in Dante, Firenze, Sansoni, 1968). 5. L'interpretazione awerroistica di Aristotele attraversa, suscitando dispute e accuse di eresia, la cultura tardo-me-dievale. Ricostruiscine i tratti essenziali e cerca nel canto X úeWInferno allusioni al medesimo tema. Cfr. Maria Corti, La felicitä mentale, Torino, Einaudi, 1983. I lussuriosi nella bufera. Francesca e Paolo, fra parole e lacrime II canto V descrive il primo contatto di Dante con ľatrocitä delľatmosfera infernale: in precedenza, il poeta ha visitato l'Antinferno e il cerchio del Limbo, dove la sofferenza ě squisitamente spirituále. Qui, invece, la vista di un demone dalle fattezze mostruose, Minosse, re cretese trasformato in giudice dalla lunga coda di serpente, si accompagna con le percezioni uditive delle dolenti note. II paragone con il suono del mare in tempesta ě reso ancor piú cupo dall'assenza di luce, Nella bufera che incessantemente trascina e scuote le anime dei lussuriosi appare subito chiara a Dante-personaggio la logica del contrappasso: egli «intende» il peccato punito senza la spiegazione di Virgilio. Le due similitudini rawicinate, dedicate alia forma delle schiere in volo degli stornelli e delle gru, f II gigantesco Minosse di Doré porta la corona di re di Creta ed e assistito da un diauolo (sulla sinistra) in atteggiamento composto e attento. serve invece a distinguere, nella schiera dei lussuriosi, il gruppo particolare dei morti violentemente per amore. Nella serie di donne antiche e' cavalieri illustri che Virgilio indica a Dante viene anticipate il motive centrále del canto: il coinvolgimento della letteratura nella costruzione di modelli peccaminosi. Ecco perché Dante confessa la propria pieta e il proprio smarrimento quando apprende ľidentitä di quelle arame celebri, cantate dai poeti. II sentimento dantesco di turbamento e di colpa compie il definitivo _ distacco dai modelli cortesi che avevano ispirato la giovinezza letteraria dello serittore. Tale svolta trova precisa conferma nelľincontro con Paolo e Francesca, che costituisce un ulteriore restringimento del campo visivo, dopo quello che giä aveva ridotto la scéna panoramica della bufera al dettaglio della schiera in fila per uno (dove Paolo e Francesca, affiancati, sono un'eccezione). Nel raccontare la propria vicenda con toni dolenti, Francesca ripropone le formule del De amore di Andrea Cappellano, ben noto, fra gli altri, agli stilnovisti. 55 I Canto V PRESENTAZIONE ENTRAT A NE L SECONDO CERCHIO. MINOSSE GIÜDICE INFERNALE Canto V Dante coglie subito, íielľintreccio crudele e apparentemente banale di quella morte, una filigrána letteraria; e subito il suo interesse si volge alla prima radice di quelľadulterio conclusosi tragicamente. La risposta di Francesca non lascia adito a dubbi: ě il nobile Lancillotto ľistigatore di quella passione; e la responsabilitä delia letteratura appare tanto piu grave perché essa non ha assunto l'aspetto di un vizio Aj i ? á* n questa illustrazione trecentesca, Minosse appare SU una sedia di giudice, lunito di bastone e con una coda che avvolge il suo corpo umano (codice '253, Biblioteca Trivulziana, Milano). Luoghi in cui si svo I'azione ;ungo la discesa dal primu al secondo erchio. AlTentrata del secondo cer-hio. Nel secondo eerchio e nella bu-;ra che si muove al suo interno. 2ondizione delle anime lussuriosi sono trascinati e percos-i dalla bufera, che nel contrappasso er analogia rappresenta la passione irnale di cui furono schiavi in vita a ragion sommettono al talentu). ssi voláno in schiera larga e fitta, 'anne alcuni - morti violentemente 3r amore - che procedono in fila. In aesta seconda schiera Paolo e rancesca sono, a differenza degli .tri, affiancati. Lnime incontrate Semiramide. Didone (colei che sancise amorosa I e ruppe fede al cener di Sicheo). • Elena di Troia. • Achille. • Paride. • Tristano. • Francesca da Polenta e Paolo Ma-latesta. Custodi e figure allegoriche delToltretomba • Minosse, giudice infernale. Personaggi nominati o a cui si allude • Nino, marito di Semiramide. • Gian Ciotto Malatesta, marito di Francesca e fratello di Paolo (chi a vita ci spense). • Lancillotto, eroe dei romanzi artu-riani. • Ginevra, moglie di re Artú amata da Lancillotto (disiato riso). • Galeotto, il siniscalco che favori 1'amore fra Lancillotto e Ginevra. degradante, ma quello di un eroe cavalleresco e della sua nobilissima dama. Di fronte a questa conferma che suona come denuncia morale di un'intera tradizione letteraria, Dante, angosciato e vinto dalla pieta, sviene. La trama in sequenze w. 1 - 24___ Entrata nel secondo cerchio: Minos-se, il giudice infernale. w. 25 - 69 Fra i lussuriosi: la «bufera infernal» e i celebri «peccator carnali» della leggenda antica e medievale, w. 70 -108 Ľincontro con Francesca da Rimini e Paolo Malatesta. w. 109 - 142 Ľ. racconto di Francesca e il turba-mento di Dante. Figure retoriche salienti • La sinestesia loco ďogne luce mute (v. 28). • Le due similitudini stornelli/lus-suriosi e gru/lussuriosi morti per a-more (w. 40-49). • La metonimia favelle per «popoli» (v. 54). • Ľ«hysteron proteron» (inversione delľordine delle azioni) succedette ... sposa (v. 59). • La similitudine colombe/Paolo e Francesca (w. 82-87). • La metafora seguaci per «affluen-ti» (v. 99). • La perifrasi doloroso passo per «morte» (v. 114), • Ľepifonema (sentenza di caratte-re universale collocata all'interno di un discorso) Nessun... miseria (w. 121-123). • La metonimia (ľeffetto per la causa) riso per «bocca» (v. 133). Cosi discesi del cerchio primaio giú nel secondo, che men loco cinghia e tanto piú dolor, che punge a guaio. Stawi Minos orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne ľintrata; giudica e manda secondo ch'awinghia. Dico che quando ľanima mal nata li vien dinanzi, tutta si confessa; e quel conoscitor de le peccata vede qual loco ďinferno ě da essa; cignesi con la coda taňte volte quantunque gradi vuol che giú sia messa. Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: vanno a vicenda ciascuna al giudizio, dicono e odono, e poi son giú volte. «0 tu che vieni al doloroso ospizio», disse Minös a me quando mi vide, lasciando ľatto di cotanto offizio, «guarda com' entri e di cui tu ti fide; non ťinganni ľampiezza de l'intrare!». E '1 duca mio a lui: «Percha pur gride? ■ II verso 15 trae la sua efficacia dalla successione di tre verbi che, con un processo di intensificazione del significato (dalla confessione al definitivo precipitare), danno rilievo drammatico alia scena. Si noti che la climax ě realizzata in modo complesso: alla rapidita dei due verbi sdruccioli {dicono, ôdono) si corrtrappone il ritmo piu cadenzato del terzo verbo in forma passiva (e poi son giú volte); al far I'azione del primo verbo (dicono) si contrappone il subir I'azione degli altri due (odono, son giů volte). Peter-Paul Rubens: La caduta dei dannati, 1619 (Alte Pinakothek, Monaco). E una visione dinamica, costruita su una drammatica verticalita discendente, del momento della dannazione. 1 del: dal. - primaio: primario, primo. 2 che... cinghia: che cinge minore spazio. L'Inferno ě appunto a forma ďimbuto o di cono rovesciato. 3 e tanto... guaio: e tanto mag-gior dolore (compl. ogg. di cinghia) che stimola al lamento. 4 Stawi... orribilmente: Vi si erge in modo spaventevole. Minosse, figlio di Giove ed Europa, mitico re e legislato-re di Creta, giá assunto a giudice dell'Ade in Omero e Virgilio (che gli as-socia il fratello Radamanto), ě qui tra-sformato in demonio e ininistro di Dio. Si noti la costruzione sintattica di questo verso chiuso da due verbi (Stawi, ringhia: e i] secondo in rima aspra con cinghia, v. 2, e avvinghia, v. 6) e oceupato centralmente dall'awerbio orribilmente che qualifica Minus, il mostruoso giudice deirinferno, in tutta la sua persona. 5 ne 1'intrata: alTingresso (del eerchio). 6 manda... avvinghia: assegna ai diversi luoghi di pena indicandone 1'ordine col rispettivo numero di av-volgimenti della coda (cfr. w. 10-12). La concisione estrema ha richiesto la suc-cessiva spiegazione introdotta da Dico. mal nata: nata per il suo male (la dannazione). 8 tutta si confessa: il tutta, predi-cativo del soggetto, serve a qualificare in posizione forte (al centro del verso, messa in risalto dalla pausa della virgo-la), il verbo si confessa (come prima orribilmente qualificava Stawi al v. 4). 9 conoscitor: giudice istruttore e insieme ministro esperto (il «quaesi-tor Minos» di Virgilio, cioě l'«inquisitore Minosse» che «vitasque et erimina di-scit», ossia «indaga le vite e le colpe», in Aen. vr 432-433). - peccata: peccati: neutro latino conservatosi come femmi-nile nelfantico italiano. 10 é da essa: le si adatta, le spetta. 11 taňte volte: di seguito, ripeten-do cioě quelfatto di cingersi. 12 quantunque gradi: quanti gradini, cerchi. 13 molte: riferito a un «amme» sot-tinteso. 14 a vicenda: avvicendandosi. 15 dicono... volte: confessano le colpe, ascoltano la sentenza (cfr. v. 4 ringhia) e subito dopo vengono tra-scinate, preeipitano in basso. 16 doloroso ospizio: dimora, al-bergo di dolore. 18 lasciando... offizio: interrom-pendo I'azione del suo terribile compito. 19 guarda: sta' bene attento. -cui: chi (allude a Virgilio). 20 l'ampiezza de l'intrare: la spa-ziositä e quindi Pagevolezza dell'in-gresso (al vero e proprio Inferno). II «facilis descensus Averno» («facile e la discesa nell'Averno») di Virgilio (Aen. vi 126) s'incrocia col «mille aditus» di Ovidio («i mille ingressi», in Metam. n 439) e con !a «spatiosa via» dell'evange-Hsta (Matth, vu 13). 21 pur gride: continui a blaterare. Canto V PKESENTAZIONE ENTRATA NEL SECONDO CERCHIO. MINOSSE GIUDICE INFERNALE Dante coglie subito, nelľintreccio crudele e apparentemente banale di quella morte, una filigrána letteraria; e subito il suo interesse si volge alia prima radice di quell'adulterio conclusosi tragicamente. Canto V La risposta di Francesca non lascia adito a dubbi: ě il nobile Lancülotto ľistigatore di quella passione; e la responsabilitä delia letteratura appare tanto piú grave perché essa non ha assunto ľaspetto di un vizio degradante, ma quello di un eroe cavalleresco e delia sua nobilissima dama. Di fronte a questa conferma che suona come denuncia morale di un'intera tradizione letteraria, Dante, angosciato e vinto dalla pietä, sviene. La trama in sequenze ví In questa illustration*! trecentesca, Minosse appare su una se Luoghi in cui si svolge l'azione Lungo la discesa dal priroo al secondo cerchio. Alfentrata del secondo cer-chio. Nel secondo cerchio e nella bu-fera che si muove al suo interno. Condizione delle anime I lussuriosi sono trascinati e percos-si dalla bufera, che nel contrappasso per analogia rappresenta la passione carnale di cui furono schiavi in vita (la ragion sommettono al talento). Essi voláno in schiera larga e fitta, tranne alcuni - morti violentemente per amore - che procedono in fila. In questa seconda schiera Paolo e Francesca sono, a differenza degh altri, affiancati. Anime incontrate • Semiramide. •Didone (colei che s'ancise amoroso I lití I e ruppe fede al cener di Sicheo). • Elena di Troia. • Achille. • Paride. • Tristano. • Francesca da Polenta e Paolo Ma-latesta. Custodi e figure allegoriche dell'oltretomba • Minosse, giudice infernale. Personaggi nominati o a cui si allude • Nino, marito di Semiramide. • Gian Giotto Malatesta, marito di Francesca e fratello di Paolo (chi a vita ci spense). • Lancillotto, eroe dei romanzi artu-riani. • Ginevra, moglie di re Artii amata da Lancillotto (disiato riso). • Galeotto, il siniscalco che favori l'amore fra Lancillotto e Ginevra. Entrata nel secondo cerchio: Minosse, il giudice infernale. w. 25 - 69_ Fra i lussuriosi: la «bufera infernal., e i celebri «peccator carnali» della leggenda antica e medievale. w. 70 - 108_ L'incontro con Francesca da Rimini e Paolo Malatesta. to109 -142 II racconto di Francesca e il turba-mento di Dante. Figure retoriche salienti • La sinestesia loco d'ogne luce mu-to (v. 28). • Le due similitudini stornelli/lus-suriosi e gru/lussuriosi morti per a-more (w. 40-49). • La metonimia favelle per «popoli» (v. 54). • U«hysteron proteron» (inversione dell'ordine delle azioni) succedette ... sposa (v. 59). • La similitudine colombe/Paolo e Francesca (w. 82-87). • La metafora seguaci per «affluen-ti» (v. 99). • La perifrasi doloroso passo per «morte» (v. 114). • L'epifonema (sentenza di caratte-re universale collocata all'interno di un discorso) Nessun... miseria (w. 121-123). • La metonimia (l'effetto per la causa) riso per «bocca» (v. 133). Cosi discesi del cerchio primaio giů nel secondo, che men loco cinghia e tanto piu dolor, che punge a guaio. Stawi Minös orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l'intrata; giudica e manda secondo ch'awinghia. Dico che quando l'anima mal nata li vien dinanzi, tutta si confessa; e quel conoscitor de le peccata vede qual loco d'inferno ě da essa; cignesi con la coda tante volte quantunque gradi vuol che giu sia messa. Sempre dinanzi a lui ne stanno molte: vanno a vicenda ciascuna al giudizio, dicono e odono, e poi son giu volte. «0 tu che vieni al doloroso ospizio», disse Minos a me quando mi vide, lasciando 1'atto di cotanto offizio, «guarda com' entri e di cui tu ti fide; non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!». E 1 duca mio a lui: «Percha pur gride? ■ II verso 15 trae la sua efficacia dal| successione di tre verb! che, con un processo di intensificazione del significato (dalla confessione al define precipitare), danno rilievo drammatico] scena. Si noti che la climax ě realizzati modo complesso: alia rapiditä dei dug verbi sdruccioli {dicono, ödono) si contrappone il ritmo piů cadenzato dei terzo verbo in forma passiva (e poi sm giů volte); al far l'azione del primo vertj {dicono) si contrappone il subir ľ azioni degli altri due (odono, son giü volte). Peter-Paul Hubens: La caduta dei dannati, 1819 (Alts Pinakothek, Monaco). E una visione dinamic^ costruita su una drammatica verticalitä discendente, del memento della dannazione. primaio: prunario, 1 del: dal. primo. 2 ehe... cinghia: che einge minore spazio. L'tnferno e appunto a forma d'imbuto o di cono rovesciato. 3 e tanto... guaio: e tanto mag-gior dolore (compl. ogg. di cinghia) che stimola al lamento, i Stawi... orribilmente: Vi si erge in modo spaventevole. Minosse, figlio di Giove ed Europa, mitico re e legislato-re di Creta, giä assunto a giudice delTAde in Omero e Virgilio (che gh as-socia il fratello Radamauto), e qui tra-sformato in demonio e ministro di Dia. Si noti la costmzione sintattica di questo verso chiuso da due verbi (Stawi, ringhia: e il secondo in rima aspra con cinghia, v. 2, e avvinghia, v. 6) e occupato centralmente dall'awerbio orribilmente che qualifica Minös, il mostruoso giudice dell'Inferno, in tutta la sua persona. 5 ne l'intrata: all'ingresso (del cerchio). 6 manda... avvinghia: assegna ai diversi luoghi di pena indicandone l'ordine col rispettivo numero di av-volgimenti della coda (cfr. w. 10-12). La concisione estrema ha richiesto la suc-cessiva spiegazione introdotta da Dico. 7 mal nata: nata per il suo male (la dannazione). 8 tutta si confessa: il tutta, predi-cativo del soggetto, serve a qualificare in posizione forte (al centro del verso, messa in risalto dalla pausa della virgo-la), il verbo si confessa (come prima orribilmente qualiiicava Stavvi al v. 4). 9 conoscitor: giudice istruttore e insieme ministra esperto (il «quaesi-tor Minos» di Virgilio, cioě l'«inquisitore Minosse» che «vitasque et erimina di-scit», ossia «indaga le vite e le colpe», in ken. ví 432-433). - peccata: peccati: neutro latino conservatosi come femmi-nile nelfantico itahano. 10 ě da essa: le si adatta, le spetta. 11 tante volte: di seguito, ripeten-do cioě quelfatto di cingersi. 12 quantunque gradi: quanti gradini, cerchi. IS molte: riferito a un «anime» I tinteso. 14 a vicenda: avvicendandosf 15 dicono... volte: confessanl colpe, ascoltano la sentenza (cfrfl ringhia) e subito dopo vengono j scinate, precipitano in basso. 16 doloroso ospizio: dimora| bergo di dolore. 18 lasciando... offizio: internl pendo l'azione del suo terrin compito. 19 guarda: sta' bene attentxj cui: chi (allude a Virgilio). 20 l'ampiezza de l'intrare: la i ziosita e quindi l'agevolezza dell gresso (al vero e proprio Inferno! nfacilis descensus Averno» ((facile i discesa nell'Averno») di Virgilio {Aet 126) s'incrocia col «mille aditus* Ovidio («i mille ingressi», in Metarr. 439) e con la «spatiosa via., dell'evai lista (Matth. VII13). 21 pur gride: continui a blaterd I Inferno Canto V Non impedir lo suo fatale andare: vuolsi cosi colä dove si puote ciö che si vuole, e piü non dimandare». Or incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto lä dove molto pianto mi percuote. Io venni in loco d'ogne luce muto, che mugghia come fa mar per tempesta, se da contrari venti ě combattuto. La bufera infernal, che mai non resta mena Ii spirti con la sua rapina; voltando e percotendo Ii molesta. Quando giungon davanti a la ruina quivi le strida, il compianto, il lamento; bestemmian quivi la virtü divina. Intesi ch'a cosi fatto tormento enno dannati i peccator carnali, che la ragion sommettono al talento. La potente sinestesia del v. 28 e l'efficace insistenza sui suoni cupi (miito, jgghia) introducono i! lettore, a partire dal paragone con la tempesta marina, in ella bufera infernale che é il tratto caratteristico e permanente del secondo rchio. Oui la legge del contrappasso si realizza per analogia: come in vita i .suriosi sono stati travolti dalle passioni, cosi ora sono trascinati senza tregua IIa cupa e rapinosa bufera. La tempesta ě sempře stata metafora del prevalere gl] istinti («la tempesta della passione»): in questo canto essa trova una grande ilizzazione fantastica. LA ..BUFERA INFERNAL» E I ..PECCATOR CARNALI» E come Ii stornei ne portan l'ali nel freddo tempo, a schiera larga e piena, cosi quel fiato Ii spiriti mali di qua, di lä, di giü, di sü Ii mena; nulla speranza Ii conforta mai, non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di se lunga riga, 48 cosi vid' io venir, traendo guai, ombre portate da la detta briga; per ch'i' dissi: «Maestro, chi son quelle genti che l'aura nera si gastiga?». «La prima di color di cui novelle tu vuo' saper», mi disse quelli allotta, «fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu si rotta, che libito fe licito in sua legge, per törre il biasmo in che era condotta. Ell'e Semiramis, di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa: tenne la terra che '1 Soldan corregge. Semiramide (al centro) risponde al nunzio che la sua bellezza plachem la rivolta nel regno. '. fatale: voluto dal cielo. La for-la dei w. 23-24 ricorre giá in Inf. in 96, per Caronte. 3 dolenti note: suoni, voci di do- B. molto... percuote: un coro di lenti mi colpisce (nelľudito e nel-imo). B muto: privo. Ě una sinestesia, e in Inf. i 60, con scambio fra sensa-e visiva e acustica. I non resta: non s'arresta, non k fine. ! rapina: forza rapinosa (con ri-iento al valore etimologico del ver-■apio» e delľaggettivo «rapidus» in o). voltando... molesta: li tormen-voltandoli e percuotendoli. ruina: rovina. E il prrrno degli endimenti prodottisi (fra un cer- chio e l'altro) per il terremoto alla mor-te di Cristo (cfr. Inf. XU 37-45 e XXI112-114), da cui forse i dannati precipitaro-no dopo il giudizio (e attraverso il quäle, e presumibile, D, e Virgilio penetrano nel secondo cerchio). 35 quivi: lä (risuonano). - compianto: coro di pianti. Questo verso trae la sua efficacia dai tre sostantivi senza verbo (esempio di Stile nominale). 37 Intesi: Compresi (dalla natura della pena e dunque dall'evidenza im-mediata del contrappasso). 38 enno: sono (forma ancor viva in Toscana). 39 che la ragion... talento: che sottomettono la ragione al deside-rio sensuale. Giä nella Vita Nuova (xxxix 2) D. aveva cosi definito il prevalere degli istinti. 40 stornei: stornelli, storni. -l'ali: soggetto. Le due sinrilitudini col volo degli uccelli che occupano i vv. 40-49 (gli storni che volano a schiera larga e fitta; le gru che volano in lunga fila.) sembrano distinguere due gruppi di auime, quello dei lussuriosi senz'altra connotazione e quello di colore che hanno perso la vita per colpa d'amore. 41 piena: fitta. 42 fiato: vento (latino «flatus»). -spiriti mali: anime malvage. Com-plemento oggetto, ripreso dal successivo li pleonastico. 43 di qua... mena: la forte scansio-ne del verso e da mettere in rapporto al forte turbinio da cui la schiera e agitata. 44 nulla: nessuna. 45 non che di posa... pena: se non di una sosta, perlomeno di una di-miiruzione della pena. II verso speci-fica la speranza del v. 44. 46 lai: versi lamentosi. Nella lingua ďoil, il termine indica un genere li-rico accompagnato da musica che si pre-senta come lamento amoroso. Celebri i lai di Maria di Francia. In provenzale e nei volgari italiani, la parola viene ri-presa e riferita anche ai versi degli uccelli. 47 riga: fila. Volano cioě ľuna dietro l'altra. 48 traendo guai: emettendo ge-miti. 49 ombre: delle anime, quelle dei lussuriosi morti per causa di passione amorosa, «la schiera ov'e Dido (v. 85). -briga: bufera, in quanto impeto tor-mentoso. 50 per ch'i': ragion per cui io. 52 La... color: Colei che precede (nella schiera come nella fama leggen-daria) tutti quelli. - novelle: noti-zie. 53 allotta: allora. 54 favelle: genti, popoli dalle diverse lingue. 55-57 A vizio... condotta: Fu cosi sfrenata nel vizio di lussuria che con una legge dichiarö lecito ogni piacere (i latinismi riflettono diretta-mente le Historiae di Orosio: «...ut... quod cuique libitum esset, licitum fie-ret», ..affinche divenisse legalmente lecito ciö che per ciascuno fosse oggetto di desiderio») per scansare l'obbrobrio (letteralmente, «togliere il biasimo») in cui era caduta (sembra, fino all'ince-sto). 58 Semiramis: Semiramide, regina di Assiria (xiv o xiii secolo a.C), consi- derata nel Medioevo, sulla scorta dello storico cristiano Paolo Orosio (v sec. d.C), «exemplum» di sfrenata dissolu-tezza. A una sua morte violenta per mano del figlio accenna lo storico Giustino. 59 che succedette... sposa: traduce alla lettera il testo di Orosio (Historiae adversus paganos i 4), «Huic mortuo Semiramis uxor successit». Si noti pero, nel verso dantesco, la figura retorica del\'«hysteron proteron», che in-verte Fordine logico delle azioni: succedette / fu sua sposa. 60 la... corregge: i territori che o-ra governa (corregge) il sultano d'Egitto. Modo generico per designare regioni asiatiche; c'e chi pensa invece (con terra «citta») che D. abbia confuso la Babilonia egiziana (oggi D Cairo) con quella mesopotamica. I Inferno Canto V 24 27 30 33 36 39 Non impedir lo suo fatale andare: vuolsi cosi colä dove si puote ciö che si vuole, e piü non dimandare». Or incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto lä dove molto pianto mi percuote. Io venni in loco d'ogne luce muto, che mugghia come fa mar per tempesta, se da contrari venti e combattuto. La bufera infernal, che mai non resta, mena Ii spirti con la sua rapina; voltando e percotendo Ii molesta. Quando giungon davanti a la ruina, quivi le strida, il compianto, il lamento; bestemmian quivi la virtü divina. Intesi ch'a cosi fatto tormento enno dannati i peccator carnali, che la ragion sommettono al talento. ■ La potente smestesia del v. 28 e ľefficace insistenza sui suoni cupi (múto muggh.a) introduce™ il lettore. a partire dal paragone con la tempesta marina in quella bufera infernale che é il tratto caratteristico e permanente del secondo cerchio. Qui la legge del contrappasso si realizza per analógia: come in vita i lussunosi sono stati travoíti dalle passioni, cosí ora sono trascinati senza tregua dalla cupa e rapinosa bufera. La tempesta ě sempře stata metafora del prevalere degli istinti (.la tempesta delia passione-): in questo canto essa trova una grande realizzazione fantastica. 22 fatale: voluto dal cielo. La formula dei vv. 23-24 ricorre giä in Inf. III 95-96, per Caronte. 25 dolenti note: suoni, voči di dolore. 27 molto... percuote: un coro di lamenti mi colpisce (nelľudito e nel-ľanimo). 28 muto: privo. E una sinestesia, come in Inf. 160, con scambio fra sensa-zione visiva e acustica. 31 non resta: non s'arresta, non avrä fine. 32 rapina: forza rapinosa (con ri-ferimento al valore etimologico del ver-bo «rapio» e delľaggettivo «rapidus» in latino). 33 voltando... molesta: li tormen-ta rivoltandoli e percuotendoli 34 ruina: rovina. Ě il primo degli scoscendiraenti prodottisi (fŕa un cer- chio e l'altro) per il terremoto alla märte di Cristo (cfr. Inf. XII 37-45 e XXI 112-114), da cui forse i dannati preeipitaro-no dopo il giudizio (e attraverso il quäle, e presumibile, D. e Virgilio penetrano nel secondo cerchio). 35 quivi: lä (risuonano). - compianto: coro di pianti. Questo verso trae la sua efficacia dai tre sostantivi senza verbo (esempio di Stile nominale). 37 Intesi: Compresi (dalla natura della pena e dunque dall'evidenza im-mediata del contrappasso). 38 enno: sono (forma ancor viva in Toscana). 39 che la ragion... talento: che sottomettono la ragione al deside-rio sensuale. Giä nella Vita Nuova (XXXIX 2) D. aveva cosi definito il prevalere degli istinti. LA «BUFERA INFERNAL» E I «PECCATOR CARNALI., 40 stornei: stornelli, storni. -l'ali: soggetto. Le due similitudini col volo degli uccelli che occupano i vv. 40-49 (gli storni che volano a schiera larga e fitta; le gru che volano in lun-ga fila) sembrano distinguere due gruppi di anime, quello dei lussuriosi senz'altra connotazione e quello di co-loro che hanno perso la vita per colpa d'amore. 41 piena: fitta. 42 fiato: vento (latino «flatus»). -spiriti mali: anime malvage. Com-plemento oggetto, ripreso dal successivo li pleonastico. di qua... mena: la forte scansio-ne del verso e da mettere in rapporto al forte turbinio da cui la schiera e agitata. 44 nulla: nessuna. 45 non che di posa... pena: se non di una sosta, perlomeno di una di-minuzione della pena. 11 verso speci-fica la speranza del v. 44. 46 lai: versi Iamentosi. Nella lingua d'oil, il termine indica un genere li-rico accompagnato da musica che si pre-senta come lamento amoroso. Celebri i lai di Maria di Francia. In provenzale e nei volgari italiani, la parola viene ri-presa e riferita anche aí versí degli uccelli. 47 riga: fila. Volano cioě l'una dietro l'altra. 48 traendo guai: emettendo ge-miti 49 ombre: delle anime, quelle dei lussuriosi morti per causa di passione amorosa, «la schiera ov'e Dido» (v. 85). -briga: bufera, in quanto impeto tor-mentoso. 50 per ch'i': ragion per cui io. 42 45 48 53 54 57 60 E come li stornei ne portan l'ali nel freddo tempo, a schiera larga e piena, cosi quel fiato li spiriti mali di qua, di lä, di giü, di sü li mena; nulla speranza li conforta mai, non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di se lunga riga, cosi vid' io venir, traendo guai, ombre portate da la detta briga; per ch'i' dissi: «Maestro, chi son quelle genti che l'aura nera si gastiga?». «La prima di color di cui novelle tu vuo' saper», mi disse quelli allotta, «fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu si rotta, che libito fe licito in sua legge, per törre il biasmo in che era condotta. Ell'e Semiramis, di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa: tenne la terra che '1 Soldan corregge. Semiramide (al centro) risponde al nunzio che la sua bellezza plachem la rivolta nel regno. 52 La... color: Colei che precede (nella schiera come nella fama leggen-daria) tutti quelli. - novelle: noti- zie. 53 allotta: allora. 54 favelle: genti, popoli dalle diverse lingue. 55-57 A vizio... condotta: Fu cosi sfrenata nel vizio di lussuria che con una legge dichiarö lecito ogni piacere (i latinismi riflettono diretta-mente le Historiae di Orosio: «...ut... quod cuique libitum esset, licitum fie-ret», «affinche divenisse legalmente lecito ciö che per ciascuno fosse oggetto di desiderio») per scansare l'obbrobrio (letteralmente, «togliere il biasimo») in cui era caduta (sembra, fino all'ince-sto). 58 Semiramis: Semiramide, regina di Assiria (xrv o Xffl secolo a.C), consi- derata nel Medioevo, sulla scortj storico cristiano Paolo Orosio d.C), «exemplum» di sfrenata - 128 Lancialotto: Lancillotto del Lago, eroe e cavaliere delia Tavola Rotonda. La storia del suo innamora-mento per la regma Ginevra, moglie di Artú, narrata nel roraanzo in prosa an-tico-francese (1220-1235) Lancelot, ven-ne letta da D., se non nelľoriginale, in un notissimo volgarizzamento. 129 sanza... sospetto: privi di qualsiasi timore, ignari del perico-lo di quella lettura. 130 Per piú fiate... sospinse: A piú riprese spinse i nos tri sguardi ad inerociarsi 131 scolorocci il viso: ci fece im-pallidire nel volto. 132 un punto: un passo di quel racconto. ci vinse: piegô ogni nostra resistenza alia passione. 133 riso: bocca ridente. Nel ro-manzo francese ě invece Ginevra ehe rompe gli indugi e bacia Lancillotto. 134 cotanto amante: un cosi nobile innamorato. 135 questi... diviso: Paolo, a nie unito per ľeternitä Ľopposizione fra il valore fiaemente letterario delia parola riso e il valore piú fortemente realistico delia parola bocca determina un rapporto complesso, di analógia ma anche di opposizione fra la letteratura e la vita, fra il modello cortese delľa-more e la forza prepotente delia passione. 137 Galeotto... scrisse: Tale libro e il suo autore rappresentarono per noi quello ehe il siniscalco Galehaut (Galeotto) per Lancillotto e Ginevra: ebbe la funzione di mezzano, ci aiutö a ri-velare il nostro reciproco amore. 138 quel giorno... avante: a parti-re da quel giorno, non andammo ol-tre nella lettura: quindi, ormai remo-ta ogni evasione letteraria, la passione ha signoreggiato la nostra anima. Cominciö il Boccaccio a banalizzare questo verso: «Assai aconciamente mo-stra di volere ehe, senza dirlo essa, i letter comprendano quello ehe delľessere stata baciata da Polo seguitasse». 140 di pietade: per la pieta. 142 E caddi... cade: lo svenimento (venni men, v. 141) suggella la dolorosa consapevolezza del protagonista con u-na clausula definitiva, marcata dalľas-sonanza (corpo morto) e dalľallittera-zione (caddi... corpo... cade). ,: „morendere il canto 1. Come appare Minosse e in che modo svolge il proprio compito di giudice infernale? (cfr. vv. 4-15) 2. Descnvi la pena dei lussuriosi e spiega il contrappasso che la determina. (cfr. vv. 31-45) 3. Cosa distingue alia vista le anime di coloro che moriro-no violentemente per la passione amorosa dalle anime de-gli altri lussuriosi? Quali due similitudrni Dante utilizza per sottolineare la differenza? (cfr. vv. 40-51) 4. Chi sono "le donne antiche e' cavalieri" indicati da Virgilio e perche i loro nomi suscitano il turbamento di Conoscere la lingua di Dante Sostituisci i termini e le espressioni di Dante con termini ed espressioni che appartengono aH'italiano contemporaneo: secondo ch'awinghia...................................................... I'atto di cotanto offizio.................................................... le dolenti note................................................................ che mai non resta.......................................................... mens li spirti.................................................................. talento........................................................................... i gru van cantando lor lai................................................. traendo guai................................................................... briga.............................................................................. Ubito.............................................................................. torre il biasmo............................................................... 7 Soldan corregge......................................................... Approfondire 1. Raccogli notizie sulla figura di Minosse, sospesa fra storia e mito, ed eventualmente confronta il ritratto dantesco con le fonti classiche di Omero (Odissea, XI) e Virgilio (Eneide, VI). 2. Individua gli elementi linguistici present! nel discorso di Francesca che possono essere ricondotti ai concetti e agli stilemi dell'amore cortese. Cfr. la traduzione di Andrea Cappellano, De Amore, Milano, ES, 1993 (in particolare II, 8). Dante? (cfr. vv. 52-72) 5. Cosa attira I'attenzione di Dante su Paolo e Frances, Quale similitudine descrive il volo dei due amanti i zione dei due viaggiatori? {cfr. vv. 73-87) 6. Quali sono i tre tempi della vicenda amorosa seal dall'anafora "Amor", nella narrazione di Francesca? (cttA 100-107) 7. Spiega il significato morale dell'episodio della let del Lancillotto e il motivo dello svenimento finale di DS| (cfr. w. 121-142) tanto reo / tempo........ pieta mi giunse............ per 1'aere maligno........ affettuoso grido.......... 1'aere perso................ ci tace....................... seguaci...................... dei costui piacer......... doloroso passo.......... tu hai cotanto affetto. Per piů fiate.............. disiato riso................ 3. Raccogli gli elementi essenziali della storia ďamj Lancillotto e Ginevra. Ad essa, fra ľaltro, é dedicate! moso film di Robert Bresson del 1974, Lancili\ Ginevra (Lancelot du lac). 4. Considera le interpretazioni della storia di R Francesca proposte da due autori italiani in formst gedia: Silvio Pellico alľinizio dell"S00 e G D'Annunzio alľinizio del '900. Titolo comune: France Rimini.