Comitato ďonore On Salvalore Leanza prtstdenle deüa Regime Sialiana On. Paolo Piccione Prestaente deit Assemblea Regionale Sialiana On. Filippo Fiorino Vice Prestaente deila Repone Sialiana e Assessor? dei Bern Culturali. Ambtentali e deüa Pubbiica Istruzkme Möns Emanuele Catannicchia Vexovo di Mazara dei Vallo Don. Andrea Genlile Prefetto (h Trapani DotL Mario Barbara Prestaente deüa Prottnaa Regionale h Trapam Dott. Girolamo Di Giovanni Presidente dell'Azienda Proiindale di Turismo dt Trapam Prof Ignano Melisenda Giambertoni ■■■ Rettoredelt'Universita di Palermo DotL Karl Koehler Console Generale della Repubblica Federale di Germania a Palermo Dott. Britta Anwandter Direttore del Goethe-Institut di Palermo GOETHE IN SICILIA DlSEGNI E ACQUERELLI DA WEIMAR Acura di Paolo Chiarini Con la collaborazione di Andrea Landolfi e Roberto Venuti Comilato tecnico - scientifico Alberto Bonibace Antonino Buttitta Rosalia Camerata Scovazzo Paolo Chiarini LudwJco Corrao Vincenzo Innocenti Furina Jochen Klauß Margarethe Oppel Roberto Venuti Janne Viback ^■Wi.Wit-c.iJeo ARTEMIDE EDIZION1 UStdlat nol/PosUlli ma írn-nell'al-e nuovo, nfantili. ssibile ul-o all'arti- quell'idea io, e come jrale si fa archeolo-ipercorre il nalinconia irovarsi. E j aver con-ssica si era lai piede in tutto il di-ll'antico: in na anche in virtu delia prodigiosa capacitä goethiana di trarre da essa gli elementi di una propria visione del mondo classico non solo, e non banalmente, "serena", ma anche mitica e profonda, e senza alcuna "romantica" oscuritä. Ma il viaggio di Hofmannsthal ě ancora qualcos'altro: ě consapevolezza della propria irredimibile modernita. Ai suoi occhi, la Sicilia sulla quale «i secoli trascorrono quasi senza lasciare traccia», e Goethe che «aderiva alia terra», sono ancora parte di uno stesso mondo, un mondo che ancora poteva awertire, vicinissimo, l'alito del passato mitico. un mondo ancora tutto intero. Ad esso egli contrappone il proprio, che ě ancora il nostra, sede della frantumazione, della fittizia contra-zione dello spazio e del tempo, della promiscuita etnica e na-zionale. Anche in questa luce l'essenza insulare della Sicília goethiana assume ai suoi occhi una valenza mitica: essa e dawero la favolosa isola beata dei Feaci. Ma, modeme» viag-giatore, giä quasi 'turista', egli ne serba il ricordo fennandolo su una lastra fotografica: illusione suprema di un classic.smo ormai impossibile. La Sicilia del 700 e il "Grand tour" (Ii Césare tk' Seta La straordinaria forluna della Sicilia nella seconda metá del Settecento é detemiinata da diversi fattori: forse due, tra i molti che si possono indicare, sono eminenti. La seoperta e la rivalu-tazione del Dorico grazie a una passione archeologica sempre piú consapevole, e la presenza in essa di fenoméni naturalistici (i vuleani) e tellurici (i terremoti) che erano tristemente celebri in tutto il mondo. Con la distruzione di Messina nel 1783 la fal-ce arcuata della morte si dislese tra Scilla e Cariddi. seminô paura e sbigottimento: come il terremoto di Lisbona questi eventi toccarono la coscienza di ogni savant. sollecitarono gli interessi geologici e naturalistici, furono occasione di pensose riflessioni sul destino della terra e delle sue relazioni con le sorti storiche delľuomo. Antropológia e scienze naturali mai come in Sicilia trovarono un punto di contatto e ďincontro. D'altronde anche questa pecu-liaritä non é certo in assoluto una novita, se é vera che Dante nel Paradiso čosi deserive la Sicilia: "E la bella Trinacria che caliga / tra Pachino e Pelo-ro, sopra il golfo / che riceve da Euro maggior briga / non per Tifeo ma per nascente zolfo". Ľisola dunque diviene nel corso del XVIII secolo un crocevia ideále di interessi: do-ve artificio e nátura, mito e pit-toresco, il senso del caos e il sentimento del sublime, il gro-viglio delle civiltä, si amalga-mano. Viaggiatori provenienti da ogni parte d'Europa giudi-cano ineludibile concludere il "grand tour" con un viaggio nelľisola che aceoglie nel suo grembo memorie che sono sin- tesi di quanta ě accaduto nel Mediterraneo dal tempo dei feni-ci. Goethe nella Italienische Reise istituzionalizzerä a canone questa tappa e scrivera, dopo due settimane di soggiorno a Palermo, che «senza la Sicilia non ci si puö fare un'idea dell'Ita-lia: qui ě la chiave di tutto» («hier ist der Schlüssel zu allem»). Ma giä in precedenza, e in modo istintivamente peren-torio, come solo puo forse esserlo un poeta grandissimo, prima ancora di esser giunto in Italia aveva scritto: «La Sicilia ě per me preannuncio dell'Asia e deH'Africa, e il trovarsi in persona al centra del prodigioso cui convergono tanti raggi della storia del mondo non ě cosa da poco». Epifania dunque di un destino che si riduce a un punto, punto di fuga nella prospettiva di una storia plurimillenaria. Lo precedono in molti: Lord Hamilton, ambasciatore a Na-poli, compie il viaggio con Patrick Brydone tra 1767 e il 1771; Ii seguono il Barone von Riedesel che aveva progettato il viaggio con Winckelmann, poi Dolomieu - geologo che darä il nome al tratto Orientale delle Alpi - e tanti altri; in questo contesto di interessi ar-tistici, archeologici e naturalistici si compie il viaggio di Dominique Vivant-Denon. Sodale di queM'abate Richard de Saint-Non entusiasta, il quale mai si spinse in Sicilia, ma fu geniale promotore di una delle opere piíi degne del Settecento: il suo Voyage Pittoresque de Naples et de Sidle l'impegnö per gli Ultimi quindici anni della sua vita e i cinque grandi tomi in-folio apparvero tra il 1781 e il 1786. Quesťopera tutwa non s, M* N Ml Ml ■« ** « "fT f í stuolo di girraii artisti fBK« »I ™oenale I" ""P"*"e ,1 suo secondo' condussero con loto per luno II Mezzogiomo dltalia in un siagg» che durb circa due anni l'na appassio-ninle antntura che si risolse in un'opera imporünle pet la qualita delľapparato icoiiografico - senza dubbio la piü ncca e la piii degna itilla a illustrate il Mezzogiomo c la Sicília - e pet la nlevanza dell impresa ediloriale in senso moderno. I dellagli di queslo vlaggio si sono ulteriormente definiti da quando disponiamo del Duno che di suo pugno redasse ľaba-te. 11 journal ou Kokssur un Voyage jail "< Mil 1759 et 1760 - tale il titolo originale del (esto - d é perrenuto in una copia redatla da un copista di professione e apparlenuta a Philippe Bum (1830-1890). cnlico e collezionista celehte. amico dei Goncourt, di Puvis de Chawnnes e di Eduard Manet. Pur-troppo - come sl é giä detto - Saint-Non non si spinse in Sicília, e dunque a mancano le sue note pungenti. precise, e ci mancano le sue stdutazioni su uomini e cose. i suoi giudizi secchi. Egli afľidŕi alľinlalicabile Vivant-Denon il compito di condune gli artisti per ľisola. Dalla lettura del journal si Irag-gooo indízi imponanli sulla personalia delľautore. ma pure -e direl soprattuito - si ha la possibilitä di comporre una minu-ziosa mappa del suo gusto e dei suoi interessi artisuci Chiari-menii ehe sono pure ulili per comprendere il clima cullurale e la lempene artbtica in cui si prepara e si consuma una tale impresi U ambizróni dl Sainl-Non furono cerumenle grandi e se quelle i imprendnore culturale sono ben note, piú appan-iiale erano rimaste le sue prove dl espeno delľaquatinľuna "22 . a W1 "evwnnaont ehe fosse capace di non ni 1 inreitore. ma certo comnbui alia sua diffusione cor, il SS*"-' -»«* sue altota« quanto riguarda i disegni di paesaggi e monumenti faftidan dosi a ChaleleU Delvaux, Renard. Fragonard, Huben Roben Louis-Jean Desprez autore di un gran numero di \edute sicilia-ne comprese quelle dei templi), sia per le incisioni redatte M'equipe operante a Parigi. Ritenne forse la sua "incisione alia maniera dell'acquerello" non idonea alia sua opera, o. forse piíi wrosimílmente, non pan alia qualita espressa dagli artisti ingaggiati. E la stessa coraapevolezza dei propri meza di fatlo moslro per il těsto, che affidö per intern a \.vam-Denon. In queslo deve riconoscersi all abate un alto e nwdemo senso di una sua speeifica professional itä: quello deH'imprenditort culturaJe nel significato moderno del termine, quello che oggi definiremmo il grande editore di cultura A seguire il lestosi ha netta questa consapevolezza: cosi come sono evidenii le sue predilezioni e le sue rimozioni Non un cenno alia guerra dei Sette anni in corso, né un riferimento al nuovo papa Clemente XIII: la politica non linteressa affatto. Certainente é ietiore da Voyages piü celebri che sono sul mercato: de Brosses, Cochin. Richard, Lalande erano certamente parte del suo bagaglio La prima citta che visita - dopo un breve soggiomo a Ginevra per salutare Voltaire - é Torino: ma il diario pnncipia da Bologna e ha una narrazione giornalieni, saho che a Roma - dow sog-gioma complessivamente per tre settimane - preferendo un or-dine tipologico perchiese, palazzi, oggetti dane ea. poi^raa a Napoli, da cui parte per Paestum Stazione piü a personale itinerario: rinuncia infam alia Sicilia per siancneza e forse per quell'alone di rischio che gravava sulla üppaej^ ma. Nel 1777. quando il conte Borch saccinge a intrapreno^ il viaggio in Sicilia, gli amici napolelani non I'lrworaggia" certo: "pays desert, beute, sans police, sans aucune surw pour les TOvageurs (...) et n'offrant aucun aliment a unecuw-sité bien píacée...". Saint-Non nentra dal suo lungo pe«P" _ reperl Italia ncll aphle del 1761 quando l^^1^ d, Denon non ha esitazione. giunto in Sicilia, a reiwersi ^ trovarsi in un contesto dominato dall Antico. a juj «™> ^ esser noto // véag&o per tuff* le Mttcbitä dem principe di Biscari, il cui celebre museo P"1^0^;^^ era stato create nel 1748; inollre il principe di Torrent va in corso dal 1764 un piano sistemaiico di ncerche arclieolo-glehe. A conferma della loro reputazione il primo era stato no-minato Regio direttore delle Antichita di Valli Démona e Noto (Sicilia onentale). il secondo della Val di Mmra (Sicília occi-dentale) Alia diffidenza, al clima di segretezza che circondava-no gii scavi di Ercolano e Pompei corrisponde in Sicilia la ma-gnanimitá del Pnncipe é Biscari: -il gentiluomo- - scrive Vivant-Denon nel Voyage - -piu nobile ed onesto che esista. eb-be la bontá di famii vedere quati scavi [le terme di Catania] che aveva faito a sue spese, come anche quelli dell'anfiteatm [ .] Ha raccolto con gusto e grandiosita una collezione o Mu-seum per la cui visita ho impiegato ben tre giomi [...). Mal-grado che il progetto del PriiKipe [la pubblicazione del catalo-go] fosse giä molto avanzato. la sua tnftnita compiacente cor-tesia ci ha consentito di copiare un gran numero di cose che chiunque di animo meno nobile del suo ci avrebbe perfino ini peditodi vedere-. II gusto erudito delle antichita, rivisitate sulla scoria de-gli antichi testi letterari, e ľinteresse appassionato - e tutto set-tecentesco - per una terra esotica quarto a clima. vegetazione, fenoméni vulcanici e sommovimenti tellunci sono due dei filoni rintracciabili nelle tavole che illustrano il Voyage siciliano. Non a caso le prime due del IV volume - dedicato appunto alia Sicilia - ci mostrano "Cicerone che scopre la tomba di Archimede presso la porta di Siracusa" ttavola ideata da Hubert Robert) e una fantastlca scena di tenemoto ideata da Desprez a Roma con evidente rifenmento alia cataslrofe messinese del 1783 Messina é descrilta com'era nel 1778. alia data del viaggio di Vivant-Denon e compagni. e le tavole ad essa dedicate sono tra le piu belle e celebri fra quelle di carattere urbano sia per la monumentalita della citia - "le plus magnifique Port que la nature ait jamais forme, entouré du plus beau Quai qui existe dans aucune ville d'turope" -. sia perché ce ne mostrano laspetto pochi anni prima della distruzione. La descrizione del lerremoto comunque precede quella della citta e costituisce dopo il Discountpréliminaire il vero incipif del volume. Ma subito dopo le tavole messinesi. cosi perfettamenie aderenti ai modi del miglior veduusmo unSano settecentesco. quelle illustranti il percorso MB Taormina si popolano di roc-ce scabrose. d'impem dirupi, di nuclei abitati arroccati su Cime inaccessibili. V questo un altro topos obbligato. un'inter-pretazione quasi pre-romantica del paesaggio che resta pur sempre esotiai. ma a rafforzame il carattere aspm é la reale scomodilä del viaggio - ancora nellultimo quarto del XV1I1 secolo viaggiare per le strade siciliaiie non doveva certo essere facile - e la spigolositä del cammino finisce per riverberarsi sulla descrizione del paesaggio circostante. Ma unaltra lente sinterpone quasi ovunque tra il paesaggio naturale e umano e i suoi descrittori, ed é quella. cui accennavo all'inizio. del gusto antiquario ed erudito \ivant-l)enon legge la Sicilia anche attraverso le parole delle fonti antiche, esotismo ed erudizione si congiungono nel-la costruzione di una Sicilia che - come é stato notato - é -improbabile come I'America precolombiana. come le Antille. come I'.Arcadia- r un atteggiamento mentale esaltato al massimo dal contatto con le zone di piü difficile accesso, come la Cava d'Ispica, "vallee habitee parces homnies simples qui vivoient du lait de leurs troupeaux. s'habillolenl de leurs peaux". I pa-ston che si aggirano sui pendii della cava, tra le grotte scavate dagli antichi progenitor nmandano a Omen) a Ksiudo \"ivant-I)enon in ciö non e solo, lo stesso Goethe, it 7 apnle 17«7 descrivwido le -tranquille ore deliziöse- trascorse -nel giardino pubblico, in prossimita del molo-, (Villa Giulia un giardino d'impianto a lui conteinporaneo) scrive: «Nel giardino pubblico vicino alia manna ho passato ore di quiete soavissima- E' il luogo piü stupendo del mondo. Nonostante la regolanta del suo disegno ha un che di fatato: risalc a pochi anni oreono. ma ci trasoorta in tempi remoti. [ 1 Tutto richia-mava ai sensi e alia memoria ľisola beata dei Feaci-. E sara un atteggiamento mentale di lunghissima durata. se ancora nel Maurice Maeterlinck viaggia per la Sicilia alia ricerca degli -idilli di Teocrito, e sogni di Virgilio, anlri. foreste opačne, pastori dalla fronte nocioluta. sorgenti ciliare, capre. peco-re. zampogne e sponde costellate di placidi stagni- Sembra quasi la descnzione intercambiabile delle vedute del IVMJf dimensioni: cosi vediamo un gruppo di uomini cíngere tenen-dosi per mano uno dei grandi tronchi. altri prendere con una fune le misure dell 'area coperta dalla chlonia del castagno sot-la quale ě stesa una grande tenda. La saiita aJ eracere dellRtna. tappa obbligala di ogni viaggio in Sicilia ed esperienza veramente unica per la varieta delFambiente naturale e lenormita dellallezza (tremila me-tri). ě deserilta in piu tavole e in pagine che sembrano ancora pervase da un terrore quasi milologico per un luogo abitato da divinitá infernali. Ben diverso dall'analogo racconto di 1'atrick Brydone, ma attentissimo nelle tavole agli aspetti materiali i viaggio: muli, portantine. soste a Trecastagni e nella grotta del-le capre, ma soprattutto i mantelli mossi dal vento impetuoso sulla sommitá del vulcano. in quella che ě certaniente la piu originále delle vedutě etnee del Voyage incisa a differenza delle altre (di Chatelet e Desprez) su disegno del cavalier de Bosre-don Vatange. LKtna e Catania formano nel volume un binornio in-scindibile. La ciltá definila «sans contredit la plus magnifique Ville de la Sicile«. visitata con la guida colta e raffinata del principe di Biscan, ě illustrata in varie tavole in cui predomina piu linteresse per 1'antico che per la citta moderna (due vedutě complessive dal maře e dalla grande colata lavica del 1669, le piazze del Duomo e del Mercato). Certamenle si deve al molo del principe di Biscan il rilievo dato a monumenti ďela classi-ca talora da scavare integralmente, come nel caso della síngo-lare veduta deiranfiteatro. B ancora un omaggio al principe ě la tavola, tni le ranssime dedicate in tulta 1'opera a una strut-tura contemporanea raffigurante il grande aequedotto fatto costruire da Biscan -pres de Catane et renversé par un Oura-gan en 1780». una struttura che in lutto il Regno trovavacon-fronto solo con i vanvitelliani Ponti della Valle di Maddaloni, La difficolta del viaggio aHinlemo delHsola é evidente nella deserizione di Adenio ďattuale Adrano). Centorbi (Cen-tunpe). leoníorte l'na particolare attenzione é rivolta da Yi-vant-Denon e compagni a Sperlinga, raffigurata anche in una tavola disegnata dal cavaliere di Bosredon: -Un des lieux les plus sauvages, les plus étrangemenl escarpes quil y ait dans la Sicile. mais que notre curiosite nous porta a aller voir, est le Chateau de Sperlinga-; un interesse spiegahile non solo con la cimoMta. ma con un ^sentiment plus noble et plus attrayant pour des Francois-. Sperlinga fu infatti la sola citta siciliana che non partecipo ai Vespri sicdiani, la rivolla anliangioina del 1282. La singolarita del caso di Sperlinga rimase eternata in una lapide posta nel Caslello e ricordata anche nel Voyage: -Quod Siculis placuit, Sperlinga sola negavit-. Oiunti a Enna, allora chiamala Castrogiovanni, I'inieresse e ancora per le me-morie classiche. mai come qui legate solo alia descrizione delle fonti. la rupe su cui sorgeva il Tempio di Cerere. il lago di Per-gusa dove Phitone rapi Proserpina ecc. Vivant-l)enon con i suoi compagni giunge a Palermo il 2 luglio. dieci giorni prima della grande festa di Santa Rosalia celebre per -mettre en mouvement. cinq jours de 1'annee, un des plus graves Peuples de 1'Europe- E la testa sari la prolago-nista delle planches palermitane la Cattedrale, Porta Felice. Porta Nuova. i Quattro Canti, architetture e ambient! celehn sono solo lo sfondo delle cerimonie religiose, della processione con il caratteristico carro. delle corse di cavalli lungo il Cassa-ro E' evidente che non e'e un aJtro principe di Biscari a con-durre la comiliva nella capitale siciliana. Ma I antichita classi-ca e gii dietro langolo pronta a esercitare di nuovo tutto il suo fascino: la tappa successiva - il tempio dorico di Segesta - assume nel volume tutto il nlievo che morita. VI sono dedicate ben cinque tavole di Chalelet e Desprez (il rilievo e opera di Renard); e poi Selinunte con limpressio-nante distesa delle sue rovme. e a Campo Bello la sorprendente scoperla della cava con i rocchi di colonna visibili nelle fasi di lavorazione': sbozzati, parzialmente lavorati. pronti alluso. II lettore del volume e maturo per lo studio della «table comparative des different* temples et monuments antiques de la Sicile-; nel testo i riferimenti a edifici gia visli e stato conti-nuo (Segesta e confrontata con Metaponto e Crotone); nella tavola, ai templi e ai teatri piii celehri raffigurati in scala sono affiancati piante e alzati di slrutture minori' come la Tomba di Terone e I'Oratorio di Falaride ad Agngenlo. citta che cosli-tuisce la meta successiva del viaggio e a cui sono dedicate mol- 21 sto ľaspetto piú felice del suo iiinerano. la compltcila con cut larusta nesce ad offnrei una panoramica globále ddľtsoli Gli aspetti natural) e ■■MtaM in senso lato sono qudli die ni i woo piů congenial! ma Houel é un enoctopedista come al-Utudine mentole, posiede un occhio che tnclina alla classifi-caooneě opu fenomeno e dunque non trascura nulla. Cli interesu etnoiogici wno mol to evident! (feste ovili e reiipose. coftumi contadini ecc). cosi cone é ma! aoenzione alluni-veno urbano ai mapuficentia che offrono oni come Catania. Palermo e Messina, ben evidenle in tanti scorn di piazze. palazn e cattedrali Ma se btsogna fare una stima dei suoi inle-nssi 2 pudxarc dalle yf*mcbes - che sono pane ddle coJleao-m delí F.mutage di San Pietroburgo e de! museo del Louvre -non \ é dubbio che il suo gusto indina prepotentemente agli aspeoi pittonsdu dell tsola per cosi dire rrunori. appartau og-p diremmo fuon delle grandi vie del traffico turisJjco Quando nenirerá in patna 3Wierä un \vro e propno atelier dove mcide-re i rami del suo Voyage ptttoraque des iles de Siate. deMal-ttedeUpari. dove - reata ancora il titoto - si irafa delle anti-chita, dei pnnopali fenoméni di nátura, dei costumi e degli abitanli. Lh ntratto" dunque a tutto tondo che verrä edito in cinque torní i partirc dal 1782.1 deegnj origináli furono messi m vendita al nentro dal suo viaggio per finanziare ľimpresa editoriait solo cinquania furono acquistarj dal re di Francia e il resto. oítre cinqueoenio fogli. da Calenna II di Russia. Hotiel fu sfortunaio perché íntanio ľ abate di Saint-Non aveva dato alle slampe il primo tomo del suo \oya%> al quale avevano la-vwalo alcuní tra i piú celebri artisti ďi Franda. La concorrenza tra un artigiano e una équifx giä a quel tempo era dura, e Houel pagô tutto il prezzo di questo suo romantico' individualismu Goethe fino alla soglia dei quarant anni coltivb con passione 1 idea che potesse divenire pittore e nel corso del suo viaggio in Italia moito disegno: dapprima con rigidita scolastica, poi con mano piu saolta compose acquerelli quasi sempre monocro- mi. I vapon sulfurei dei Campi Flegreí e il sole ardente delia .V alia I'indussero a una maniera semita: la mano hgxia dell ap-prendista si distese in una piu conipiuta forma. Ma il disegnare e il dipingere restarono comunqiie una sua non sopita passione per lintero arco della lunga vita, come ben testi monia 1 in-genie corpus di Weimar 1 suoi amici in Italia furono in prevalent pinon: Ml Tlschbein, presso il quale soggiomerä a Roma. Angelika Kauffmann, Cnsthoph Heinrich Kniep che lo accompagno in Sídlia e naturalmente Philipp Hacken < 1737-1807). Quest'ultimo era state allievo dell'Accadernia di Berlino e a soli renuquattro anni era giä celebre. visto che alcuni suot paesaggi furono acquistati per la collezione di Feuenco II di Prussia. II successo lo spinse a Pangi. dove trascorse tie anni avendo contatti con artisti celebri come Francois Boucher e so-praflutto con quel grande pittore di marine e di porti che fu Joseph Vemet II quale diviene subito. agli occhi del ledesco. un paradigma e un modello della sua arte. Hacken. col fraiello Johann Gottlieb, anche egli pittore. giunse a Roma nel 1768 e di ň a N'apoli: dove trascorrera il resto della sua vita, onorato come pittore di cone e protagonista nella vita cosmopotita della capitale borbonica. Goethe I'incontra una prima volu in pa-lazzo Cellamare che sapre su via Chiaia e sul golfo con le sue splendide terrazze. Dal balcone della stanza da cui scnvo posso sflorare con lo sguardo il magnifico edificio di Feniinando fuga, a distanza di quaJche dedna di metri una stradina conduce alia residenza di Lord Hamilton, dove Emma Hart - la belles ma e giovanissima arnica dellAmbasciatore di Sua Maesta bri-lannica - illanguidi con i suoi veli e le sue danze I autore del Wilbdm Master. In una lettera del 28 febbraio 1787 Goethe segnala soddisfatto: «Oggi abbiamo visitato P H. il celebre pit-lore di paesaggi-. Gli incontri dovettero essere da quel P0"10 continui e ripetuti: il poeta abitava a poco piu di cento metn Facevano passeggiate lungo la riviera, a volte si spinfP*10 con un asino su in cima a Posillipo, dove i frateili Hackert p*j sedevano un villino detto delle Cannonale Cosa si dicesser^ poetaeil pittore, non mě difficile immaginarto la ricerca di un sentimento dell'arte che fosse sottratto trio del gusto e capace di adeguarsi alle leggi della natura nitida pittura del maestro di Prenzlau dove appanrgli come una evidente rivelazione e risposta alle sue ansie tassonomiche. I paesaggi a tempera di Hacken hanno la lu-centezza degli smalti e la preziosa minuzia dd codid mi man ■ ogni parte e composta con una mtsura esemplare. Si tratti di marine o di boschi. di rovine ar-cheologiche o di cactie pei Siti reah, il pittore sembra dominare con una suprema di-gnita la volubilita capricdosa degli elementi. Non cirri nei cie-li. non onde schiumose tra i flutti. non sciabolate di luci su queste terse manne e Campagne feconde: Hacken e proprio il rovescio di Ducros e, se si vuole. di John Constable, e riesce sempre a dominare con il suo occhio linfinita molteplicitä della natura e con il suo pennello lo spettro dei colon, rifratti dalla luce Inconsapevolmente figlio di Newton. Hackert dove1 tame in Goethe un interiocutore competent e sensibilissimo: affascinato da un pittore che possiede -un magislero incredibi-!e [eine unglaubliche Meisterschaft) nel ritrarre la natura e dare subito forma al disegno- Net corso del suo secondo soggior-no romano, nel giugno 1787. con Hacken visita le cascate di Tivoli: a contatto di gomito con il pittore forse si rende conto che replicare col pennello -una delle meraviglie di queslo mondo- e magistero che gli sfugge Goethe e troppo vigile e aculo per non darsi conto che la sua mano si muove sul foglio. mentre quel I a di Hackert vola ! contomi dei suoi paesaggi sono vaght. sfumati. pastosi: cosi come quelli di Hackert sono netti. lucenti di colore, capaci di ritagliare la foglia dentellata della quercia e quella lanceolata del salioe. Goethe della Farbenlehre e della Landschaftliche Malern non dove mai di- menticare queslo suo am (Co cartssimo co-me scrive nella biografia delľartisla Ponö con se alcune deüe sue tempere, che sono ancora nella casa-museo di Weimar ma soprat-tutto serbö di queslo amico un ncordo m-cancellabile E quando questi si spense a Fi-renze. per disposizioot lestamentaria volle che i suoi appunb autobiografia fossero do-nati al poeta quasi a suggello di un etemo sodalizio. Nel 1811. a quattro anni dalla morte, sulla base di questo manosentto -la cui grazia si fonda su uno Stile semplice -Tino ad essere quasi irKomprensibile- - Goethe pubblica la monografia dedicata a uno tra i massimi illustraton della Sicília Ii rilando storiografico della cultura anistica del Settecento si-ciliano segna al suo attivo una nuova lappa: costituita da una conoscenza piü altenta delle fonti onginali come cmnache di viaggi. éaii.purtuils- ľna realtä complessa, emarginata. e -per quanto riguarda la cultura figurativa - per molti aspetti as-sai poco conosciuta Soprattuiio nell ambito della pittura questo ritardo. fino ad oggi, s'e fatto sentire con maggiore acutez-za. infatti la stagione archilettonica settecentesca ha giä da molii anni una sua consolidata tradizione di studi sia locali sia intemazionali. Grazie ad essa la Sicília h sempre stata nel cuo-re dell'Kumpa piü colta. Ma la pittura ě n masu quasi sempre negletta dai viaggiatori per molte ragioni pratiche facilmente comprensibili: la Sicília settecentesca non é un momento aito della pittura del secolo, a petto di Roma Venezia. Napoli e Bo- CD CD Christoph Heinrich Kniep, ľaccompagnalore di Goethe dl Hanno-Valia Kruft in Sicília 26 logna le cui scuole erano giä ncl carrier del viaggiatore euro-peo. Ma sono proprio quesle periferie, quelle piú ricche di tension! e di umorí, provincial! se si vuole, ehe tuttavia hanno la forza di reslituirci una condizione civile nella sua totalita. Queslo niondo artisuco era per larga parte nascosto nei palazzi e nelle ville delľaristocrazia, per molti versi impenetra-bile: di tutta la pittura siciliana con i suoi risvolti e gli scarti ehe corrono tra anibiti geograhei tanto diversificati cultural-mente. i viaggialori ci offrono tasselli ehe. messi assieme, pos-sono contribuire a comporre una mappa del loro gusto e alio stesso tempo delia cultura siciliana. La tradizionale riservatez-za di queste famiglie, lo sfacelo di molti giä magnifici palazzi e residenze di campagna delia nobiltä o delia classe dirigente delľisola sono il primo ostacolo a un tale lavoro. ehe dovrebbe seguire gli itinerári dei viaggiatori e verificare quanto oggi ri-mane di questi oggetti. In molti casi si tratta di pittori ehe ope-rano prevalentemente a Roma e in subordine a Napoli dunque il viaggiatore non ha mouvo di parlame conoscendo giä opere piú important* dei medesimi. Altri artisti locali sono influenza-ti dalla pittura spagnola soprattutlo nella prima metá del seco-lo, ncl quale (le architetture soprattutto ma anche gli straordi-nan apparati decorativi) la presenza di čerta scuola spagnola piú ufmncesada si awerte con evidenza. Le grandi figure di Ciaquinto e Conca restano senza dubbio i numi tutelari di al-eune generazioni di pittori siciliani, cosi come De Matleis, Bonita e Giordano, per non dire naturalmente di Solimena. fanno capolino tra i pennelli di questi artisti ehe mai hanno la forza di una loro autentica Originalita. Ma il Martorana di Palazzo Butera a Palermo non c certo figura di secondo piano, ne" tra-scurabile e la finezza, la levitä, la pastosa irrisolutezza dei sum apparati decorativi: la sua grazia rococo e propria di una ci-viltä che giocava sul tavolo della storia con la antica svoglia-tezza dei signori dai latifondi arci e a perdita d'occhio. Gli am-bienti e i saloni di Palazzo Butera 0 di Palazzo Gangi hanno questo valore: sono luoghi di lontananza dal mondo e dalla realta. Non v'e viaggiatore illustre che non abbia la curiositadi essere accolto in questi palazzi per poi narrare della propria ammirazione. In ciö la Sicilia e la pittura che espresse ha un suo timbro originale: essa e1 lontana dal centro, anzi da qual-siasi centra potesse esservi a quel tempo: cosi come distanti erano i loro residenti. Vito D'Anna, col suo gusto alia grecae certo aggiomato: cosi come, a suo modo lo e Crestadoro, nei suoi affreschi a villa Airoldi: ma essi sono giä fuori moda nei momenta in cui sono alia moda. Soprattutto Crestadoro indu-gia in motivi decorativi che si direbbero post ra/faelleschi e strizzano 1'occhio a Giulio Romano. La pittura destinata apa-lazzi e ville e certamente quella che sollecita i maggiori tnfce-ressi; mentre la pittura religiosa viene spesso giudicata con suf-ficienza per la sua melensa qualita, con la rara eccezione erm-nente del Tuccari, che in San Benedetto a Catania dä provadi grande maestria e accende 1'entusiasmo soprattutto dei france-si. L'architettura costruita con il pennello e di una souana for-za tettonica, che si risolve in un cromatismo leggero e traspa-rente che seduce e affascina. A Christoph Heinrich Kniep la staria dellarte ha dedicata scar-sa attenzione. Kgli fu un artista di second'ordine che produsse una sorta di arte di consumo. un numero sterminato di vedute che vendeva a prezzi modici al viaggiatori. Se Goethe, nel Viaggio in Italia, non ci avesse tramandato il suo nome e non avesse tratteggiato un simpatico profilo dei suo carattere, oggi probabilmente non ci occuperemmo di lui. Kniep fu un artista privo di ambizione e di successo, una persona modesta che, lontana dagli eventi della storia e della stona dellarte. trascor-se nell'ombra. a Napoli, quattro decenni della propria esisten-za, mentre i suoi amici Philipp Hackert ejohann Heinrich Tischbein conseguivano fama nazionale e intemazionale. Kniep sostitui Tischbein nel ruolo di aecompagnatore nel viaggio in Sicilia. Egli si pose ai servizio di Goethe senza condizioni. e viaggiô con que- ,m sti in qualita di disegnatore sti-pendiato tenuto a fornire il prodotto dei suoi lavori e ad eseguire piü tardi i disegni in bella. II 23 marzo 1787 Goethe concluse con Kniep una specie di contratta in vista dei viaggio in Sicilia. II fatta é cosi descrit-to nel Viaggio in Ualia: «Ab-biamo dunque preso gli aecor-di seguenti. D'ora in poi vivre-mo e viaggeremo insieme. ed egli non si occuperä d'altro che di disegnare. come ha fatta in questi giomi. Tutti i disegni saranno di mia proprietä, ma affinché, dopo il nostro ritarno, nc derivi qualche effetto van-taggioso anche per lui, egli eseguirä. dietro compenso d'una somma determinata. un certo numero di soggetti da ri-servare alla mia seeita; quanto al resto le cose dipenderanno dalla sua abilitä. dallinteresse delle vwlute ritratte, e via dicendo»-. Non fa meraviglia che Goethe abbia portato con se in Sicilia un disegnatore supendiata Giä Richard Pav-ne Knight, nel IV. aveva visitato la Sicilia portando con se, ad analogue condizioni. Philipp Hackert e Charles Gore. e Goethe doveva essere stato informato compiutamente su questo viaggio da Hackert. Labate francese Richard de Saint-Non, che nel T81-P86 pubblico la sua monumentale Voyagepiitoresque ou description des roymimes de Saptes et de Sidle', percorse l'Ita-lia soltanto fino a Paestum. affidando direttiimente ad altri l'esplorazione della Sicilia. A paragone il modo di prtx»iere di Goethe appare modesta. II 29 marzo 1787 Goethe e Kniep si imbarcarono su una corvetta alia volta di Palermo Sei settimane piü tardi, alla meta di maggio. fecero ritomo a Napoli. II resoconto goethia-no sulla "Sicilia . in parte re-datto sulla base degli "sehizzi" che portö con se a U'eimar, e pieno di descrizioni dei lavuri di Kniep. K' curioso come questi disegni, consenati quasi integralmente nel läscito di Goethe, non abbiano avuto a tuttoggi che scarsaconsidera-zione; tanto piü curioso se si considera che essi possono ri-vestire un particolare interesse non solo relativamente a Goethe, ma anche. proprio, relativamente a Kniep. il quale, nei delicati sehizzi a matita, si dimostra disegnatore di rango Ai disegni eseguiti durante il viaggio va aggiunto un com- I Conosci il paese dove Boriscono i mostri? Goethe viaggialore apparteneva alia razza di coloro che cio che non amano respingono. e di cio che respingono tacciono A Padova non degno di uno sguardo la cappella Scrovegni. A Fi-renze si fermd soltanto poche ore. In Sicilia non vide Selinun-te, ma alia villa Palagonia (il -palazzo incantato-, come lo definira Herder nel 1788) dedico un inlera giomaia, e vi sareb-be nmasio di piu se non avesse avuto alle costole il suo amico pittore Kniep, che gli dkeva di sbrigarsi. che non ne poteva piu. che in quel manicomio si sentiva come disperalo. e. mentre Goethe cercava di fissare su di un foglio altn parttcolari, lo tra-scind via. Ma di una delle -stranezze- contenute nella villa il Kniep ci ha lascialo un disegno che sarebbe piaciuto a Grand-ville. a qualche surrealista, a Max Ernst, a Savinio. Ina donna con testa equina, seduta sopra una seggiola, giuoca a carte con uncavaliere vestitodalcollo in giii all'anucaecon una testa di gnfo. adoma di parruoca e di una grande corona. L'idea di un Goethe italiano immerso in un paesaggio di memone, di armonie. di bellezze perdute. non sfuma ma e piuttosto arricchita da quella del visitatore atlento della villa di Bagheria. -TUtta codesta pazza stregoneria mi ripugna», avra gridato come il suo Faust nella cucina della strega. Eppur non rifiutava di passare -sotto le verghe della follia- di quel tetro Mefistofele bigolto. Invece cioe di annullare quel cafamao in un'alzata di spalle e faggire. eglivisi situavadentroe cercava di riconoscerlo pezzo P« pez2o, di classificarlo. E. il suo calmo sguardo, elenca le figure dei mendi-le creature deibrmi. i nani, i musicanti. i perso-"aggi mitologici accoppiati alle maschere della comme-diadel'arte, Achille e Chiro-"e 01 Chirone del suo ^/'Icon Pulcinella. e i £g dalle estremita uma-^eleiestedicavallosucor- po umano e scimmie e draghi e grifoni e serpenti con sdoppia-menli e scambi di teste ecc: il tutto annotate come se temesse di dimenticare. con non so quale sublime accuratezza che sve-la un desiderio segreto. quello di utilizzare i suoi appunti per opere future - pnmo annuncio di una sorta di mondana notte di Valpurga. fantomatica e immobile. Goethe descrisse. come sappiamo, in uno dei gruppi sistemati nel viale lo stemma di casa Palagonia: un satiro che reggeva uno speochio a una donna dalla testa di cavallo. Senza pensare alia propria famigiia il pnncipe aveva mventato qualcosa che am un suo futuro. Il satiro che regge uno specchio a una donna dalla testa di cavallo riapparira nel Fausl. I mostri del Fausl! mostri classici cui Citati ha dedicalo pagine affascinanti: grifoni. colossali formiche. .Anmaspi. Stin-falidi. Lamie. Sfingi venule d Egitto dal viso impassibile a guardare guerre e inondazioni. la triade delle Forciadi. Nell'organizzazione di questa assemblea caotica. come la im-magino nel suo grande poema, egli awa un tenue ma tenace progenitore nel nobile siciliano. L'ltalia non era soltanto la terra delle statue e delle colonne adorata da Winckelmann Kra la terra degli alchimisti. dei maghi. dei fantasmi e del camevale, nella sua essenza demoniaca: e quella del camevale, con le maschere che gli suscitavano «impressioni disgustose e inquie-tanti-. fu la chiassosa im-1 magine di Roma ch'egli delle ai suoi lettori. La sua Sicilia era anche la terra di Fer-dinando Gravina di cui disegno. un anno prima che il principe monsse. questo ri-traltino indimenucabile 105 Palermo, giovedi. 12 aprile 1787 Un mio desiderio venne esaudito questa sera ed in modo tutto particolare Mi trovavo sul marciapiede del- I Albcro genealogico di Giuseppe Balsamo, delto Cagüostro Con aleune notizie sulla sua famiglia che ancora vtve a Palermo. dj Johann toBgangGoilhí il cum á Robtrki \muh ,tt> quei monti ci si rende conto quanto sia iwessano nell educa-108 MM forma frenare limmaginazione. Attrawrso "«b,l, immagim. niosirale pittocemenle. bisognaclx- ajiche 1 imma-ma-ione sia indirizaaa verso il fl«> del hello. 1 ■* <* pertóone. * cosi non fosse, essa diventerebbe un nemico polentě apposlalo dapertutto. Ai suoi pericoli sarebbe difficile sfuggire II classicisla. che inlende domaie la sensualila. assi-curare alia ragione il predoniinio, lancia i suoi analenn. Egli senle che limmaginazione per sua nátura tende verso 1'assur-do. e questa lendenza. spinu addirittura fino al grottesco. agi-sce anche su uomini di grande cultura Contro ogni cultura, nel niondo cosiddetto -per bene-, essa esalta la grossolanita ereditana dei selvaggi innamorati di quel grottesco. come forse eranostali i nobili siciliani di villa Palagonia In ritorno al pnmitivo. Mano a mano che il tempo passava. egli awertiva sempře di piů che il mondo rigurgitava di teste deboli e di pazzi. e non c era bisogno ďandare a cercarli in manicomio. luogo per cul senliva un acuta forma di repugnanza che confinava col tenore. Raccontó un giomo del 1850 ad Eckermann che il granduca aveva lentato una volta di soipresa. con astuzia, di condurvelo Ma Goetlie capi e dichiaro al suo granduca di non sentire alcun desiderio di vedere i pazzi nelle lom carceri: gli baslavano quelli che girano liberamente per le stradě. «Io son pronto- replico «a seguire vostra altezza. quando sia necessano. ancheallinfemo,maneimanicomi,no!» Edeccoriappa-rire, forse, un suo lontano ricordo O'episodio risale, si pensa, allanno 1815): la figurína di quel pazzo. lasciato libera per le vie di Palermo, tra la mota, věstilo di tutto punto, con le sue scarpine, seguilo dal servo, che chiedeva alla pověra gente un obolo per salvare i siciliani lenuti schiavi in Barberia. E inferno emanicomiosono i luoghi chegli denuncib nella sua accesa difesa del Wertber. Ed ecco in quale occasions lord Bristol, vescovo di Derbv, passando per Jena, volle fare la conoscenza di Goethe, e una sera il poeta gli offri locca-sione di fargli visita. Ma II vescovo si compiacque nel mostrarsi grossolano. e durante il colloquio tenne una specie di predica sul Wertber. chegli gitidicava libra assolulanmne immont da condaiinare, e che avrebbe dovulo suscilaie in chi r» seritlo un forte rimorso, perché induceva gli uomini al sine* Nella difesa del suo romanzo la \iolenla reazione dl Goar, coinvolse un po' tulti: principi, vescovi. potemi ilellaierra Puó un libro, il personaggio di un libro - domando - ,ndijm 1'uomo ad animazzarsi? Se si ammazza, egli era giádestinafc al suicidio. perché. falsaniente interpretando ció ch era scňjo nel romaivzo. quell'uomo non poleva far di megliochc -sofha-re sul debole lucignolo della sua vita-. Goelhe aveva peraó t berato il mondo da una dozzina di teste calde. e aveva reso. pubblicando quel libro, un vero servizio all umaniti E quel vescovo invece'' lui che chiamava in causa ano serittore e lo condannava e gli impulava come fosse un dělilo proprio l'aver vinto «una piccola buona battaglia-, die tmo avTebbe dovulo assumere, quel vescovo. contro i grandi delb terra, che in una sola battaglia mandano sul campo ooitomila uomini. di cui ottantamila si ammazzano o eccilano ;. alm allassassinio, allincendio. al saccheggio'Eppure.dopoano orrori. quel vescovo avm 1'animo di ringraziare Iddiotonli re il Te Deum. E ancora Con le loro prediche sui lerron e suk pene deH'infemo quegli stessi vescovi angustiano kammede-boli che vivono nella loro comunitA fino al punto ch ese per-dono la ragioneefiniscono lesislenza in un nianicorm u* quale dogma ortodosso. insostenibile dinanzi alla BJ»" seminano negli animi dei loro uditon cristiani il poj" germe del dubbio, cosi che quegli spirili. "f^S deboli. si perdono in un labirinto dal q^^™S altro scanípo che la mořte? E che cosa dicono asesiess. castighi vanno predicando? . frmiin* Inferno, manicomio, labirinlo suickUo W>» lentoscorciosul «sereno- mondo gocthiano Nel 1787. nel periodo in cui mi trovavo a Palermo, udii parla-re alla tavola di una locanda di Cagliostro, delle sue origini e delle sue vicende 1 palenmlani erano concordi nell'affemiare che un certo Giuseppe Balsamo. nato nella loro cilia, triste-menie famoso per aver commesso una serie di malefatte. era slato esiliato. Sulla queslione se egli fosse rvalmente il Conte di Cagliostm. le opinioni erano divise. Alcuni che in passato lo avevano visto. pretendevano di riconoscere la sua figura in quella stampa che da noi e abbastanza nota e che era arrivata anche a Palermo". Mentre si parlava di questi argomenti uno degli awen-tori riferi degli sforzi compiuti da un giurista palermitano' per metier in chiaro la faccenda. Aveva ricevuto da! govemo fran-cese I incarico di condurre delle indagini sulle origini di un uomo che aveva avuto I'impudenza di raccontare, al cospetto della Francia e si puo ben dire del mondo intera. le piii insulse fandonie in un processo grave e delicate*. Questo giurista. a quanlo si narrava. aveva ricostruito 1'albero genealogico di Giuseppe Balsamo e inviato in Francia una memoria esplicativa', accompagnata da documenti au-tenticali. destinata probabilmente ad essere resa di pubblico dominio. Manifestai il desiderio di fare la conoscenza di questo giurista. del quale tra laltro si parlava molto bene, e il mio informatore si offri di annunziargli la mia visila e di condur-midalui. \i andammo di R a qualche giomo. e lo trovammo oc-cupato con i suoi clienti. Dopo aver sbrigato le sue faccende con questi ed averci offerto il pranzo. trasse fuori un mano-scnito che conteneva lalbero genealogico di Cagliostro, la co-Pia dei documenti necessari ad accename la fondatezza e la "Kza della memoria Inviata in Francia. Mi mostro I'albero genealogico. cosi come lo si trova oi*gnato nella tavola allegata', e mi fomi i chiarimenti ne-„ "• ™ luali riporto qui solo quelli indispensabili per ^mprendere piu facilmente la questione Matim u onno di Giuseppe Balsamo da parte di madre fu Martello. II nome di batlesimo della bisnonna e igno- tc. Da questo malnmonio nacquero due f.glie. una di nome inc. Mana. marilala a Giuseppe Bracconeri e nonna di Giuseppe Balsamo. e I allra, di nome Vincenza. sposalasi con Giuseppe Cagliostro. originario di un piccolo paese. La Noara. siiuato a otto miglia da Messina Osseno qui che a Messina vtvono ancora due fondilon di campane che portano questo nome Questa prozia fu in seguilo la madnna di batlesimo di Giuseppe Balsamo. il quale ricevette il nome di suo mařilo, e infme. emigralo aH'estero. prese dal prozio anche il cognome di Cagliostro. La coppia Bracconieri ebbe Ire figli: Felicita. Matteo e Antonino Felicita ando sposa a Pietm Balsamo, figlio di un nego-ziante di naslri di Palermo. Anlonino Balsamo. presumibil-mente di origine ebraica Pietm Balsamo, padre del famigera-to Giuseppe, fece bancarotta e mori ailela di quaranlacinque anni La vedova. tultora in ula, gli diede. olire al giä rienrdato Giuseppe, anche un'altra figfia Giovanna Giuseppa Maria: essa sposb Giovanni Battista Capitummino. che generö con lei Ire ligli epoi mori Lalbero genealogico mostra abbastanza chiaramenle le discendenze dei parenti collalerali e i morti sono indicati con unacroce. Lt memoria che il conese estensore ci lesse e che. su mia richiesla. mi affidö per alcuni giomi. era documenlata da certificati di batlesimo. contratli nuziali e altri stnimenti. lulti raccolti con cura Essa conteneva pili o meno (come ho potulo conslatare da un estratto che ne feci allora) le circostanze che ora sono slate rese note dagli atti del processo di Roma' owe-ro che Giuseppe Balsamo. nato a Palermo agli inizi del giu-gno 1743. fu tenulo a baltesimo da Vincenza Manello. mariu-ta Cagliostro: che da giovane prese labilo dei Fratelli della Mi-sericordia'. un online dědilo in particolare alla cura degli in-feimi. che ben presto diede prova di intelligenza e attitudine per la medicina. ma fu espulso per cattiva condotta; che in seguilo a Palermo si dedicd allaltivila di mago e di cercalore di " Egli non irascurö di far uso della sua grande abilili - planto * nemi, in la loro ,te c°l risultato lualitä» 1896, pp. 11- 10. á 1902, p. Schreiben Render >ine Literatur- .266, PP- Trascunc wi* vu ^......—.....- "vi giaiumu ai villa Giulia - detto anche La Flora. «Quel giardino m'e rimasto impresso nell'animo- le onde nerastre a nord dell'orizzonte, il loro accavallarsi nelle sinuositä del golfo, perfino l'odore caratteristico dei vapori marini, tutto richia-mava ai sensi e alia memoria l'isola beata dei Feaci. Corsi subito a comprareun Omero». 8 apríle. Domenica di Pasqua. Pranza a Palazzo reale [oggi dei Normanni], con ilviceré, Francesco d'Aquino, principe di Caramanico. 9 apríle. Visita a Bagheria la villa del principe di Palagonia, Francesco Ferdinan-do II Gravina. La stravaganze architettoniche e scultoree della villa de-stano in Gothe sentimenti di ripulsa. 10 apríle. yisita I'abbazia di Monreale e il convento benedettino di S. Martino del-le Scale sui monti tra Monreale e Boccadifalco. da una řurtivo. Molte piai ndestoinmelave abbondanza la pi2 sta. Come riconosc ta, se non corrispor 18 apríle. Goethe Jascia Palen e Partinico, raggiun 19 apríle. «Alcamo ě in una m golfo. Fummo impre e valli profonde». 20 apríle. Visita al tempio di Sej sommodi una vallate colle isolate, esso dor scorge solo un breve; I Indicazioni bibliografiche e sigle Auch ich in Arkadien. Kumtreisen nach Italien IVH) l'MI. a cura di D. Kuhn, Mamach a.N. 1966 Christian Butler,///. K Tischbein - Goethe in der Campagna. Stuttgart 1962 (= Beutler 1962) Martin Bircher - Gisold Lammel, llelvelien in Deutschland. Zürich 1991 (= Bircher/Lammel) Corpus der Goethezeichnungen, a cura di Gerhard Femmel e a., 7 voll, in 10 tomi, Leipzig 1958-1973 (=0 Disegni di Goethe in Italia, a cura di G. Femmel, catalogo della mo-stra, Hanta 1977 Herbet von Einem, Deutsche Malerei des Klassizismus und der Romantik 1760 bis IH40, München 1978 (= von Einem) J.W. Goethe, Werke, hrsg. im Auftrage der Großherzogin Sophie von Sachsen, 133 vol. in 143 tomi, Weimar 1887-1919 (= WA) J.W. 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