I Dlno Campana i (žanti I ©rfici MARRADI Tipografia F, Ravagli 1914 - 58 — corre la memoria ancora alle signore gentili dalle bianche braccia ai balconi laggiü : come in un sogno: come in un sogno cavalleresco! Esco : il piazzale e deserto. Seggo hw\ muricciolo. Figure vagano, facelle vagano e si spengono : i frati si congedano dai pelle-grini. Un alito continuo e leggero soffia dalla selva in alto, ma non si ode nö il frusciare della massa oscura ne il suo fluire per g[[ antri. Una campana dalla chiesetta francescana tintinna nella tristezza dePcKiostro : e päre~il giorno dair ombra, il giorno piagner che si mnore. Ij, — SO- IL RITORNO salgo (nello spazio, fuori del tempo) L' acqua. il vento La sanita delle prime cose — II Iavoro uraano sull' elemento Liquido — la natura che conduce Strati di rocce su strati — il vento Che scherza nella valle — ed ombra del vento La nuvola il lonta.no ammonimento Del flume nella valle — E la rovina del contrafforte — la frana La vittoria dell' elemento — il vento Che scherza nella valle. Su la lunghissima valle che sale in scale La casetta di sasso sul faticoso verde: La bianca immagine dell' elemento. — 60 - La tellurica melódia delia Falterona. r. onde telluriche. Ľultimo asterisco della melódia delia Falterona s' inselva nelle nuvole. Sn la costa lontana traluce la linea vittorjosa rle; giovani abeti, ľavanguardia dei giganti giovi-netti serrati in battaglia, felici nel sole lung0 la lunga costa torrenziale. In fondo, nel frusciar delle nere selve serapre piu avanti accampanti lo scoglio enorme che si ripiega grottesco su sé stesso, pachiderma a quattro zampe sotto la massa oscura: la Verna. E varco e vatco. Campigno: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del caos. U tuo abitante porge la hotte delľ antico ani-male umano nei suoi gesti. Nelle tue messe montagne ľ elemento grottesco proflla: un gaglioffo, una grossa puttana fuggono sotto le nubi in corsa. E le tue rive bianche come le nubi, triangolari, curve come gonfie vele: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mi-tsico incubo del Caos. Riposo ora per ľ ultima volta nella solitudine della foresta. Dante la sua poesia di movimento, mi torna tutta in memoria. O pellegrino, o — 61 — pgllecrini ehe pensosi andate! Oatrina, bizzarra fio-lia Hell a montagna barbariea, della conca rticC/iosa dei venti, come h dolce il tuo pia.nto: fonie é dolce quando tu assistevi alla scéna di dolore delia madre, della madre ehe aveva uinrto ľultimo fio-lio. Una delle pie donne a lei dintorno, inginocehiata cercavá di consolar-la: ma lei non voleva essere consolata, ma lei wettata a. terra voleva piangere tutto il suo piante. Figúra del Ghivlandaio, ultima figlia delia poesia tosenna ehe fu, tu scesa allora dal tno cavallo tu allora guardavi: tu ehe nella pľofluvie ondosa dei tuoi capelli salivi, salivi con la tu a compagnia, come nelle favole ďanti-ca poesia: e giä dimentica delľamor del poeta. Monte Filetto 25 Setlembre Un usignolo canta tra i rami del noce. II poggio é troppo bello sul cielo troppo az-zurro. II flume canta bene la saa cantilena. E' un'ora ehe guavdo lo spazio laggiu e la stráda a mezza costa del poggio ehe vi conduce. Quassú abitano i falchi. La pioggia leggera ď estate batteva come un ricco accordo sulle foglie — 62 — del noce. Ma le fog-lie dell' acacia albero caro alia notte si piesrava.no senza rumore come un'ombra verde. L'azzurro si a pre tra questi due alberi. II noce e davanti alia rinestra della mia stanza. Di notte sembra raccogliere tutta I'ombra e curva.re le cupe fog-lie canore come una messe di canti sul tronco rotondo lattigi-noso quasi umano : 1' acacia sa profilarsi come un chimerico fumo. Le stelle danzavano sul pog-gio deserto. Nessuno viene per la strada, Mi piace dai balconi guardare la campagna deserta abitata da alberi sparsi, anima della solitudine forgia.ta di vento. Oggi che il eielo e il paesaggio erano cosl dolci dopo la pioggia pensavo alle signorine di Maupassant e di Jammes chine F ovale pallido sulla tapezzeria mem ore e sulle stampe. II flume riprende la sua cantilena. vi7ado via. Guardo ancora la finesti^a :1a costa e un quadretto d' oro nello squittire dei falchi. Presso Campigno (20 Setlembre.) Per rendere il paesaggio, il paese vergine che il flume docile a valle solo riempie del — 6» — 8ll0 rumore di tremiti freschi, non bašta la nittura, ci vuole ľ acqua, ľelemento- stesso, la |nťlodia docile delľ acqua che si stende tra le forľe alľ ampia rovina del suo letto, che dolce coroe ľ antica voce dei venti incalza verso le v&]]\ in curve regali: poi che essa ě qul ve-ramente la regina del paesaggiOi Valdervé e una costa interamente alpina che scende a tratti a dirupi e getta sulľacqua i) suo piedistallo come la zanna del leone, Ľ acqna volge con tonfi chiari e profondi la-sciando ľalto scenario pastorále di grandi alberi e colline. Ecco le rocce, strati su strati, monumenti di tenacía solitaria che consolano il cuore deg-li uomini. E dolce mi ě sembrato il mio destino faggitivo al fascino dei lontani miraggi di ventura che ancora arridono dai monti azzurri: e a udire il sussurrare dell'acqua sotto le nude roccie, fresca ancora delle profondita della terra. Cosl conosco una musica dolce nel mio ricordo senza ricordarmene neppure una nota: so che si chiama la partenza o il ritorno : — 64 — conosco un quadro perduto tra lo splendo^ dell' arte fiorentina. colla sua parola di dolf(1 nostalgia : e il figliuol prodigo all'omhra de?]j alberi della. casa paterna. Letteratura? Noti r0 TI mio ricordo, ľ aequa e cosi. Dopo gli sfondj spiritual! senza spirito, dopo ľoro crepuscolare dolce come il canto dell' onnipresente tenebra ě il canto delľacqua sotto le rocce : cos} crime ě dolce ľ elemento nello splendore nero de?]j ocehi delle vergini spagnole : e come le corrlo delle chitarre di Spasma...... Ribejca, dove vidi le tue danze ariegsriate di secchi accordi ? 71 tuo satiro agnzzo alia danza dei vittoriosi accordi ? E in contro ľ altra tua faccia, il eava-liere della morte, ľ altra tua faccia cuore pro-fondo, cuore danzante, satiro cinto di pampini danzante sulla sacra oscenita di Sileno ? Nude scheletriche stampe, sulla rozza parete in un meriggio torrido fantasmi della pietra.... Ascoltoi Le fontáne hanno taciuto nella voce del vento Dalla. roccia cola un filo d'acqua in un incavo. II vento allenta e raffre-na il morso del lontano dolore. Ecco son volto. Tra le rocce crepuscolari una forma nera — 65 — pornuta immobile mi guarda immobile con occhi ď oro. Laggiii nel crepuscolo la pia.nura di Ro-mflřna. O donna sognata, donna adorata, donna forte, profilo nobili tato di un ricordo di immobility bizantina, in linee dolci e potenti testa nobile e mitica doráta delľ enigma delle cjfjngi : occhi crepuscolari in paesaggio di tnrri lä sognati sulle rive della guerreggiata pianura, sulle rive dei fkimi bevuti dalla terra avida lä dove si perde il grido di Francesca: dalla raia fanciullezza una voce liturgica risuonava in preghiera lenta e commossa : e tu da quel ritmo sacro a me commosso sorgevi, gia in-quieto di vaste pianure, di lontani miracolosi destini : risveglia la mia speranza sull'infinito della pianura o del mare sentendo aleggiare un sofflo di grazia: nobiltä carnale e doráta, profondita doráta degli occhi: guerriera, aman-te, mistica, benigna di nobilta umana antica Romagna. Ľ acqua del mulino corre piana e invisible nella gora. Rivedo un fanciullo, lo stesso — 66 — fanciullo, laggiu steso sulT erba. Serabra dor-mire. Ripenso alia mia lanciullezza : quanto tempo b trascorso da quando i bagliori ma-gnetici delle stelle ml dissero per la prima volta dell' infinita delle morti !...... II tempo e scorso, si b addensato, b scorso : cosl come 1'acqua scorre, immobile per quel fanciullo < lasciando dietro a sb il silenzio, la gora pro-fonda e uguale : conservando il silenzio come ogni giorno 1' ombra...... Quel fanciullo o quella immagine proiet-tata dalla mia nostalgia? Cosl immobile laggift: come il mio eadavere. Marradi (Antica volta. Specchio velatn) II mattino arride sulle cime del monti. In alto sulle cuspidi di un triangolo desolato si illumina il castello, phi alto e piti lontano. Ve-nere passa in barroccio accoccolata per la strada conventuale. II fiume si snoda per la valle: rotto e muggente a tratti canta e riposa in larghi specchi d' azzurro : e piu ve-loce trascorre le mura nere (una cupola rossa — 67 — rj(ie lontana con il suo leone) e i campanili 8i affollano e nel nereggiare inquieto dei tetti sole una lunga veranda che ha messo un commit0 variopinto di archi! Presso Marradi (ottobre) Son capitato in mezzo a bona gente. La finestra della mia stanza che affronta i venti: e la....... e il figlio, povero uccellino dai tratti dolci e dall' anima indecisa, povero uccellino che trascina una gamba rotta, e il vento che batte alia finestra dall' orizzonte annuvolato i monti lontani ed alti, il rombo monotono del vento. Lontano ě caduta la neve...... La pa- drona zitta mi rifa il letto aiutata dalla fan-ticella. Monotona dolcezza della vita patriar-cale. Fine del pellegrinaggio.