Ladino in contatto. Aspetti linguistici e sociolinguistici ILARIA FIORENTINI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 1 Introduzione L’attuale condizione di plurilinguismo dei ladini è il frutto di secoli di continuo contatto interlinguistico con le aree e le popolazioni circostanti, più o meno intenso a seconda del ceto sociale e del luogo di provenienza dei parlanti; Al giorno d’oggi, non esistono parlanti ladini adulti monolingui: i ladini monoglottici della Ladinia centrale sono scomparsi già a partire dal XX secolo; Ciononostante, vari fattori hanno contribuito a dare l’impressione di un sostanziale isolamento della comunità ladina. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 2 Introduzione 1. frammentazione territoriale: l’area è caratterizzata da un territorio montuoso, i cui centri abitati sono tutti situati al di sopra dei 1000 metri, formato «dalle testate di vallate disposte per linee divergenti e divise da alti valichi alpini» (Chiocchetti 2005, 68). 2. configurazione orografica: le valli Gardena e Badia si affacciano primariamente sulle valli d’Isarco e Pusteria, di lingua germanica; la Val di Fassa, Livinallongo e Ampezzo confinano con territori di lingua romanza. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 3 SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 4 Introduzione Dal punto di vista storico, è stato asserito che la ladinità andrebbe concepita «come il risultato di una resecazione dei contatti con la situazione linguistica propria dell’Italia cisalpina, padana e prealpina» (Belardi 1991, 46) ; Belardi nota tuttavia che, se tale «resecazione» si fosse effettivamente verificata, non si spiegherebbe la notevole presenza negli idiomi ladini di influssi da varietà limitrofe (italiano, tedesco, ma anche trentino e veneto); La resecazione implicherebbe «un isolamento rigoroso, il quale di fatto non trova riscontro nella realtà» (ibidem). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 5 Introduzione Nel corso della sua storia la popolazione ladina è stata partecipe delle culture e delle lingue di maggioranza con cui è venuta in contatto; «[L]a complessità e la ricchezza dei fenomeni di contatto che si verificano in una minoranza come la ladina, contigua ad altre lingue e culture, trasformano di fatto gli aspetti di marginalità connessi con la perifericità geografica e con la esiguità demografica in aspetti di rilevante centralità» (Belardi 1991, 39). → Il presunto isolamento della Ladinia è dunque solo apparente, e la situazione risulta nella realtà decisamente più complessa. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 6 Struttura della presentazione 1. Introduzione: breve panoramica sull’area ladinofona 2. Effetti e ripercussioni del contatto sul sistema, in particolar modo a livello lessicale: 1. Influssi germanici 2. Influssi romanzi 3. Uno sguardo alla situazione attuale: i segnali discorsivi SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 7 Manuale di linguistica ladina (2020) SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 8 Il ladino e l’area ladina Il ladino è una lingua di minoranza retoromanza suddivisa in più varietà parlate da circa 40.000 parlanti in diverse aree amministrative dell’Italia nord-orientale, tra Trentino-Alto Adige e Veneto; Nonostante sia considerato a rischio (threatened; cfr. Ethnologue), appare oggi come una lingua di minoranza abbastanza vitale e relativamente in buona salute; L’area di lingua ladina risulta interessante perché presenta similitudini e differenze: ◦ la stessa lingua di minoranza è presente in varietà (a loro volta suddivise in sottovarietà); in Trentino-Alto Adige, si riscontra un’alta percentuale di popolazione ladinofona nelle tre valli di Fassa, Badia e Gardena, ma in misura diversa; ◦ la compresenza di due diverse lingue di maggioranza e di prestigio, tedesco e italiano, a contatto sia con la lingua di minoranza, sia con diversi dialetti (sudtirolesi, veneto-trentini), che porta a una diversa struttura dei repertori linguistici dei parlanti; La Ladinia dolomitica, nonostante l’unitarietà geografica conferitale dalla contiguità territoriale delle aree che la compongono, si presenta «tutt’altro che come un’area minoritaria compatta e unanime» (Berruto 2007: 50) SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 9 Il ladino e l’area ladina Anche Ascoli, nei Saggi ladini (1873, 1), rimarcava come il territorio fosse tutt’altro che unitario: La continuità della zona ladina più non sussiste, avendola rotta, in più d’un punto, il soverchiare della favella tedesca da settentrione e d’altri dialetti romanzi da mezzodì; ma le interruzioni son tuttavia molto più scarse che non si soglia credere agli studiosi. L’esistenza del gruppo linguistico è individuata dall’Ascoli sulle basi di alcuni caratteri distintivi presenti negli idiomi parlati nell’area. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 10 Il ladino e l’area ladina Tra questi, troviamo: ◦ la conservazione della terminazione in [-s] nei sostantivi e negli aggettivi plurali maschili e femminili, nonché in alcuni derivati da neutri latini (come TEMPUS; lad. fassano temp, tempes); ◦ la palatalizzazione delle occlusive velari sorda e sonora davanti ad “a” (ad esempio, lad. fassano ciaval ‘cavallo’, dal latino CABALLU; lad. fassano gial ‘gallo’, dal latino GALLUS); ◦ la conservazione dei nessi consonantici latini PL, BL, FL e KL (ad esempio, lad. badiotto plöia ‘pioggia’, lat. PLUVIA; lad. badiotto fle ‘fiato’, lat. FLATUS); ecc. (cfr. Grassi, Sobrero & Telmon 1997, 50). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 11 Le lingue in contatto con il ladino Le valli ladine sono state per lungo tempo in contatto in prevalenza con varietà germaniche; Tali contatti, andati intensificandosi nel corso dei secoli, hanno portato gradualmente «a condizioni di bilinguismo e di multilinguismo» (Belardi 2003, 34-35); Ciò sarebbe stato favorito in particolare, a partire dal Seicento, dall’introduzione dell’italiano come lingua della Chiesa insieme al latino, e successivamente (seconda metà del XIX secolo), della tedeschizzazione delle scuole ladine. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 12 Influsso delle lingue di contatto sul lessico ladino Questa situazione aiuta a comprendere le ragioni della presenza, in tutta l’area ladina del Sella, di numerosi «lombardismi, venetismi, italianismi (della lingua italiana scritta) e germanismi (baiuvarismi e poi tedeschismi della lingua tedesca scritta)» (Belardi 1994, 64); Tali tratti linguistici, il cui passaggio negli idiomi ladini è andato intensificandosi nel corso dei secoli, sono soprattutto lessicali, ma anche sintattici e morfologici (e più limitatamente fonologici). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 13 Influsso germanico L’influsso germanico sulle varietà ladine, in particolare dal punto di vista lessicale e morfosintattico, è un fenomeno ampiamente riconosciuto e indagato; Una prima documentazione è presente già nelle prime pagine dei Saggi ladini; Ascoli (1873, 2) constata che alle differenze ingenite, e ai naturali sviluppi di esse, ormai si aggiunge, a rendere tra di loro vie più disformi le condizioni dei varj dialetti ladini, la diversa quantità o qualità di alterazione che per l’influsso di estranee favelle essi hanno patito, nella sintassi, nel lessico, nella tempra fonetica. In particolare, cita una «larga immissione di vocaboli germanici», accennando anche agli influssi a livello sintattico: «noi vediamo [...] snaturarsi, in ragguardevol parte, la costruzione, la frase; sì che si adoperi materia romana con ispirito tedesco» (Ascoli 1873, 2). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 14 Influsso germanico Bauer (2009, 299–300) attribuisce circa 150 germanismi riscontrabili nei primi quattro volumi dell’ALD-I (1998) a tre fasi storiche, ovvero: (i) uno strato antico: superstrati germanici, ovvero influssi da parte di Baiuvari, Alemanni, Longobardi, Ostrogoti e/o Franchi, prestiti dall’antico e medio alt tedesco: per es., grd. ciof ‘fiore’ < longobardo zuppfa ‘treccia’ (cf. it. ciuffo); (ii) uno strato tardo-medievale e moderno, ovvero un adstrato bavarese e alemanno, nonché prestiti dall’alto tedesco moderno; (iii) calchi recenti. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 15 Influsso germanico Haiman/Benincà (1992, 140–141) elencano alcuni (più o meno adattati) «transparent German borrowings» per il gardenese, tra cui: (1) strom ‘elettricità’ < Strom (2) sciazé ‘stimare’ < schätzen (3) pité ‘offrire’ < (an)bieten (4) snel ‘veloce’ < schnell Calchi: l dà ‘c’è’ (< ted. es gibt); costruzioni verbo+particella sul modello delle costruzioni tedesche prefisso+verbo: p. es., fé pro ‘chiudere’, sul modello di zumachen, dé pro ‘ammettere’, sul modello di zugeben, udëi ite ‘ammettere’, da einsehen (Haiman/Benincà 1992, 140). → si tratta di prestiti lessicali più che sintattici; l’ordine e il comportamento dei due componenti del composto sono radicalmente differenti nelle due lingue: «[t]he Ladin syntactic model is clearly Romance» (Haiman/Benincà 1992, 140–141) SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 16 Influsso germanico Anche il fassano presenta diversi livelli di prestiti germanici, tra cui smạuz ‘burro’ < mat. smalz, nonché prestiti adattati tirolesi più recenti (risalenti al XIX secolo) quali pech ‘panettiere’ < Peck (presente anche in gardenese) e tisler ‘carpentiere’ < Tischler (presente anche in badiotto e gardenese). Dell’Aquila (2010) constata come il lessico ladino sia «fortemente pervaso da prestiti germanici non solo antichi, come nelle altre lingue romanze occidentali, ma anche e in particolare costituiti da termini presi dai dialetti altotedeschi in epoche anche recenti», come i seguenti prestiti (più o meno recenti) del tedesco in gardenese e fassano: (1) fas. bòsserlait ‘acquedotto’ < ttir. wåsserteitung; (2) grd. e fas. flinch ‘fringuello’ < ttir. fink; (3) grd. berstot ‘officina’ < ted. Werkstatt. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 17 Influsso germanico Per quanto riguarda i neologismi, si riscontra un forte influsso del tedesco in particolare sulla varietà gardenese, sia attraverso prestiti (grd. strom ‘elettricità, corrente’ < Strom), sia attraverso calchi e semicalchi (per es. grd. jì cun la roda ‘andare in bicicletta’ < radfahren), mentre il ladino fassano e le varietà bellunesi subiscono primariamente l’influsso dell’italiano (Dell’Aquila 2010); Grazie a questo doppio bacino a cui attingere (tedesco e italiano), il ladino è in grado di creare «neologismi o risemantizzazioni di lessico tradizionale in modo originale e spesso autonomo» (Dell’Aquila 2010), p. es. grd. roda da mont ‘mountain bike’ (letteralmente ‘bicicletta da montagna’) o suricia, «topo», risemantizzato come ‘mouse (del computer)’. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 18 Influsso italiano e di altre lingue romanze Videsott (2001, 129) nota che tra gli influssi dei due principali «poli d’attrazione» del ladino (italiano e tedesco) solo quelli del tedesco sono stati oggetto di numerosi studi; mancano invece lavori paragonabili sull’influsso dell’italiano (ma cfr. le ricerche lessicali diacroniche presentate in Battisti (1941, 109–212) e l’analisi della stratificazione del lessico fassano in Elwert (1943, 203– 253; Videsott 2001, 130); Una possibile spiegazione per tale mancanza si può rintracciare nell’affinità del ladino dolomitico con l’area italiana nord-orientale, nella quale si collocano le sue radici storico-linguistiche; di conseguenza, in tali varietà «i prestiti romanzi più antichi […] poterono essere integrati del tutto dal punto di vista fonetico e morfologico e perciò non sempre si rivelano come tali» (Videsott 2001, 130). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 19 Influsso italiano e di altre lingue romanze Tra le circa 220 forme individuate da Videsott (2001) (che si basa su 21 punti d’esplorazione presenti sulle 884 cartine dell’ALD-I, 1998), le più diffuse nelle diverse varietà sono le seguenti: (1) balcon < it. settentrionale balcon ‘balcone’, presente in varie località gardenesi, badiotte, fassane e livinallesi (vs. forme ladine tradizionali come per es. fod. solé < lat. SŎLĀRĬUM); (2) fiera < it. fiera, presente in fassano e nelle varietà bellunesi (vs. forme ladine tradizionali come grd. marcià < lat. MERCĀTŬS); (3) giré < it. girare, presente in alcune località fassane indagate e in provincia di Belluno (vs. forme ladine tradizionali come per es. grd. rudé < lat. RŎTĀRE); (4) post < it. posto, presente in badiotto, gardenese e in alcune località fassane (vs. forme ladine tradizionali come per es. grd. luech, fas. lech, fod. luoch < lat. LŎCUS); (5) ros < it. rosso, presente in fassano e in provincia di Belluno (vs. forme ladine tradizionali come per es. grd. cueciun < lat. COCCĬNUM). La quantità degli italianismi supera (talvolta nettamente) quella dei germanismi in tutto il territorio indagato; ciononostante, bisogna considerare che si tratta spesso di elementi «meno antichi e meno caratteristici» (Videsott 2001, 148). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 20 Influsso italiano e di altre lingue romanze Va infine rilevata, per quanto riguarda gli altri influssi di tipo romanzo, la non trascurabile influenza del veneto sul lessico della varietà ampezzana (Dell’Aquila 2010): (6) vecio ‘vecchio’ < ven. vecio < lat. VĔTŬLU(M); (7) ocio ‘attenzione, occhio’ < ven. ocio < ŎCŬLU(M); (8) cariega ‘sedia’ < ven. carega < gr. kathédra. Alcuni influssi veneti si riscontrano anche, seppur in misura molto minore, sulle varietà badiotta (ad es. sćióna ‘scherzo’ o pèrsigo ‘pesca’) e su quella gardenese (per es. calighé ‘calzolaio’; cf. Belardi 1994, 63). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 21 Il contatto linguistico oggi L’aumento di competenze linguistiche dei parlanti ladini si è tradotto nella conoscenza attiva e passiva di almeno un’altra lingua di maggioranza, ovvero tedesco e/o italiano; Di conseguenza, i fenomeni di interferenza linguistica in entrambe le direzioni (ovvero dalle lingue di maggioranza a quella di minoranza e viceversa), che si sono verificati in passato così come al giorno d’oggi, contribuiscono anch’essi alla configurazione della struttura attuale del ladino (cf. Belardi 1994, 67). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 22 Il contatto linguistico oggi Secondo Forni (2000, 21), ancora oggi in Val Gardena «quando la lingua ladina, all’apparenza, non consente di esprimere concetti e pensieri si ricorre al conforto del lessico tedesco, in Val Badia e nelle altre valli ladine si propende per lo più per l’italiano»; Sarebbe frequente la propensione a ricorrere alle lingue di maggioranza qualora si ritenga che il ladino possa «suscitare lo scherno o una reazione di disappunto da parte di qualche uditore, poco propenso alle innovazioni – o adattamenti – in campo linguistico-lessicale» (Forni 2000, 19–20). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 23 Il contatto linguistico oggi Preoccupazioni simili a quelle riportate da Forni nei confronti delle interferenze nella lingua di minoranza ad opera di quelle di maggioranza sono presenti anche in altri parlanti di lingue di minoranza del territorio, tra cui i parlanti altoatesini di dialetto tedesco studiati da Ciccolone (2011); Il timore di tali interferenze, simbolizzate dalla minaccia «di un ‘annacquamento’ della lingua tedesca» (Ciccolone 2011, 330), risulta comunque inconsistente all’atto pratico, quando, esattamente come i parlanti ladini, i tedescofoni sudtirolesi utilizzano senza problemi forme derivate dal contatto con l’italiano; È un esempio di questa tendenza lo stralcio riportato di seguito, che mostra tanto la consapevolezza dei parlanti (in questo caso fassani) delle interferenze da parte della lingua di maggioranza, quanto la volontà di continuità degli stessi nei confronti del mantenimento e nella trasmissione del ladino SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 24 Il contatto linguistico oggi (1) Comunque noi rejonon con muie influenze taliane de chio e de ló, però comunque l’important l’é magari ge rejonar ence un talian che ge somea al ladin ai nosc fies, però comunque l mantegnir perché alla fine l’é nosc esser. ‘Comunque noi parliamo con molte influenze italiane di qua e di là, però comunque l’importante è magari parlare anche un italiano che somiglia al ladino ai nostri figli, però comunque mantenerlo, perché alla fine è il nostro essere.’ [F, 19 anni, Vigo di Fassa] La dichiarazione della giovane parlante sembra confermare che non sempre l’esposizione (anche massiccia) a un sistema linguistico «dominante» sia necessariamente «un segno di prossima agonia del sistema linguistico ‹dominato›» (Berruto 1994, 32); È inoltre interessante notare la presenza di segnali discorsivi e connettivi italiani come comunque, perché e alla fine (cfr. Fiorentini 2017), nonché di ibridismi come important (fas. emportant). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 25 Il contatto linguistico oggi In campo lessicale e lessicografico si è passati «da un aggiornamento passivo, quasi subìto perché indispensabile, (…) a un aggiornamento prevalentemente attivo e programmato, guidato dal sano scrupolo di adattare il materiale lessicale nuovo alle caratteristiche strutturali del ladino» (Belardi 1994, 65) → cfr. le considerazioni di Forni (2013, XI), che nell’Introduzione al Dizionario italiano-ladino gardenese/ladino gardenese-italiano sottolinea che «negli ultimi tempi si è reso necessario accogliere e coniare neologismi per far fronte alle nuove esigenze comunicative»; Qui sono presenti alcuni termini nuovi, legati soprattutto alla tecnologia, spesso mutuati dalle lingue in contatto con il ladino: cfr. i prestiti riportati da Giovannini (2014, 62–69) dall’inglese (sovente mediati da tedesco e italiano, ad es. internet), adattati dall’italiano (fas. chiaveta < it. chiavetta (USB), dischet < it. dischetto; grd. stampé < it. stampare) e dal tedesco (ted. Diskette, grd. dischëta), nonché calchi semantici (fas. sgnech < it. chiocciola, leam < ingl. link). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 26 Dizionario italiano-ladino gardenese/ladino gardenese-italiano https://forniita.ladinternet.it/ SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 27 Il contatto linguistico oggi Non va sottovalutato, inoltre, il ruolo dei parlanti stessi nella creazione e nella trasmissione di neologismi, come esprime bene il seguente stralcio, tratto dall’intervista a un parlante fassano, in cui è presente (e riconosciuto come tale) un prestito adattato dall’italiano (sdoganèr ‘sdoganare’; fas. sdoanèr), oltre a segnali discorsivi e connettivi italiani (perché, cioè): (2) L'è i neologismes! Valgugn vegn da la jent, el ciuciapolver, valgugn vegn da la jent valgugn vegn da hh/ dal Comun General, da l'Istitut Ladin dal da l'Union, da la Usc, da la stampa (…). El fonin! el fonin. Chisc chiò i vegn touc su! i vegn touc su e donca gè die/ cognassane varder a l ladin, a la jent, de ge der linfa/ de ge der paroles / dir “Cheste l’è parola neves! Durales!”, perché se cogn cioè, coche se disc per talian, sdoganèr! Perché se no i se sent, no l’é la parola, i la tol da l talian. ‘Ci sono i neologismi! Qualcuno viene dalla gente, l’aspirapolvere, qualcuno viene dalla gente, qualcuno viene dal Comune Generale, dall’Istituto Ladino, dall’Unione, da La Usc, dalla stampa… Il cellulare! Il cellulare. Questi qua vengono presi! Vengono presi, e quindi io dico, dobbiamo guardare al ladino, alla gente, di dare loro linfa, di dare loro parole, dire “Queste sono parole nuove! Usatele!”, perché so deve cioè, come si dice in italiano, “sdoganare”! Perché sennò loro si rassegnano, non c’è la parola, la prendono dall’italiano.’ [M, 46 anni, Canazei] SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 28 Il contatto linguistico oggi In conclusione, dunque, l’introduzione di «parole nuove», sia che esse siano formate con materiale già presente nella lingua, sia che provengano dalle lingue in contatto, risulta fondamentale per la sopravvivenza delle lingue di minoranza (cf. a tale proposito Mischì 2002– 2003). D’altronde, non va dimenticato che lingue «lessicalmente pure o semplicemente pure, incontaminate da influssi alloglotti, nel nostro mondo umano e nella storia di tale mondo non esistono e non sono mai esistite» (Belardi 2003, 34). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 29 Il caso dei segnali discorsivi Il passaggio da una lingua all’altra dei segnali discorsivi in situazione di contatto linguistico è stato oggetto di numerosi studi (più ridotti in contesto italiano); Le lingue di minoranza tenderanno a replicare i segnali discorsivi di quelle di maggioranza o dominanti; a questo proposito, vari studi hanno evidenziato come i parlanti bilingui distinguano la classe dei segnali discorsivi da altre categorie di elementi con funzione di strutturazione del discorso (per esempio i connettivi semantici) proprio attraverso strategie di commutazione di codice: “The fact that in a variety of bilingual situation bilinguals switch languages when verbalising discourse markers suggests that these elements of language are perceived as a distinct and unified category. [...] Bilingual conversation, in highlighting these linguistic elements via language alternation, allows us to observe what these often very different elements of language have in common from a functional perspective, in terms of where and how they are employed in actual conversation” (Maschler, 2000, 437- 8). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 30 Il caso dei segnali discorsivi La language alternation può essere impiegata come strategia per marcare il contrasto tra SD e connettivi semantici; Esempio: connettivo inglese cause ‘perché’, che non costituisce un “conversational action boundary” e contrasta con l’equivalente ebraico ki ‘perché’ usato come SD: 1. “I really appreciated Lazar, cause Lazar came and took off all the làistim (‘wooden bars’).” 2. “I’m less expressing the ‘atsabim (‘annoyance’). Ki again, for me to really express it, then it comes out in English.” (Maschler 1997, 292) SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 31 Il caso dei segnali discorsivi Indagare la presenza di segnali discorsivi italiani nel ladino parlato permette di stabilire: 1. Se i segnali discorsivi italiani abbiano sostituito quelli della lingua di minoranza (dimostrando così che l’italiano è la lingua pragmaticamente dominante, cfr. Matras 1998), e 2. nel caso in cui i segnali discorsivi della lingua di minoranza siano ancora una risorsa, se siano usati in maniera intercambiabile o se si siano specializzati in una specifica funzione (cfr. Auer 1998, Maschler 1997). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 32 L’area di ricerca e la raccolta dati Approfondiremo il comportamento dei segnali discorsivi nelle tre valli ladine del Trentino-Alto Adige (Fassa, Badia e Gardena). Repertori linguistici: Val di Fassa Val Gardena e Val Badia a: italiano, ladino a: italiano, tedesco, ladino b: italiano, ladino, dialetti trentini b: italiano, ladino, sudtirolese SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 33 L’area di ricerca e la raccolta dati L’analisi si basa su un corpus di dati di parlato bilingue raccolto tra aprile 2012 e giugno 2013 (interviste semi-strutturate; descrizione di vignette; traduzione della favola de “I tre orsi”, 430 parole; cfr. Fiorentini, 2017), per un totale di circa 60.000 parole; I segnali discorsivi presenti nei dati sono stati annotati: o per lingua (italiano, ladino, tedesco; comprese interiezioni); o per macrofunzione (interazionale, metatestuale, cognitiva, Bazzanella 2006, 2011, con aggiunta di categoria connettivi semantici). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 34 Il corpus SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 35 I risultati: ladino fassano Nella varietà fassana, risultano frequenti i segnali discorsivi italiani con funzione interazionale; tra questi, i più comuni sono no?, con diverse funzioni, come la richiesta di conferma, quella di accordo, o la cessione del turno conversazionale; ma e allora, entrambi usati con funzione di presa di turno: (3) la scola l’é aposta per ensegnar dalvers no? ‘la scuola c’è apposta per insegnare bene [la lingua], no?’ (4) /D/ [i tuoi] genitori [sono] nati a? /R/ allora mia mere / a Cianacei / e mie pere en Val di Sole ‘allora mia madre a Canazei, e mio padre in Val di Sole’ SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 36 I risultati: ladino fassano In entrambi i casi, il segnale discorsivo (all’inizio o alla fine del turno del parlante) è inserito in un enunciato per il resto completamente in ladino; I segnali discorsivi interazionali sottolineano la dimensione interattiva della comunicazione, contribuendo a strutturare l’interazione (come nel caso dei segnali relativi alla gestione del turno) e a negoziare aspetti del rapporto tra i parlanti (come nel caso dei segnali relativi all’accordo): in questa funzione, prevalgono le forme italiane, mentre risulta molto ridotto il ruolo del ladino; → si tratta di una funzione particolarmente sensibile al contatto linguistico (come già rilevato dagli studi precedenti); nel caso specifico, si può ipotizzare che i segnali discorsivi italiani interazionali si siano affermati a discapito dei corrispettivi ladini, quasi del tutto assenti in questa funzione. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 37 I risultati: ladino fassano Una situazione simile si riscontra per i segnali discorsivi con funzione metatestuale; anche in questo caso, le forme più frequenti sono italiane, soprattutto con valore argomentativo, come perché e però, ma anche demarcativo, come comunque, o riformulativo, come cioè (tra le forme ladine, troviamo dijon ‘diciamo’); Nell’esempio (5), troviamo un’occorrenza di perché giustificativo (Berretta, 1984, 245), che introduce una spiegazione o una giustificazione per quanto il parlante ha appena detto: (5) secondo me l’é: chesta chiò del zenter de Fascia fosc proprio percheche la é defenuda no? / l’é mingol un’isola felice / perché veide che i lo rejona ence i bec ‘secondo me è... questa qui del centro di Fassa forse proprio perché è difesa, no? è un po’ un’isola felice. Perché vedo che lo parlano anche i bambini’ SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 38 I risultati: ladino fassano Nell’esempio, perché segue un’opinione del parlante, introducendo una spiegazione che contribuisce ad argomentarla: si potrebbe parafrasare il segmento con “la mia opinione è che sia un’isola felice perché vedo che anche i bambini parlano il ladino”. → non connette due fatti oggettivi (Fa freddo perché è inverno), ma un’opinione con l’argomento a suo sostegno (Fagard, Degand, 2010), stabilendo una relazione a livello di discorso e funzionando in questo senso come segnale discorsivo; Si può notare come nello stesso esempio sia presente il corrispettivo fassano di perché, ovvero percheche, che però non è un segnale discorsivo, ma una congiunzione subordinante causale a livello frasale: in questo caso, si instaura effettivamente un rapporto di causa-conseguenza tra due fatti (parafrasabile con “i paesi del centro della Val di Fassa sono un’isola felice a causa del fatto che sono difesi”). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 39 I risultati: ladino fassano L’opposizione tra i diversi usi delle forme italiane e ladine emerge qui in maniera particolarmente evidente, dal momento che la parlante le impiega entrambe all’interno dello stesso turno. → la situazione di contatto permette di rilevare come il passaggio da una lingua all’altra sia in questo caso impiegato come strategia per evidenziare il contrasto sia tra il testo e la sua cornice (costituita dai segnali discorsivi), sia tra i segnali discorsivi e le congiunzioni (Maschler, 1997, p. 282). In entrambi i casi, le distinzioni non sono visibili o risultano ambigue in contesto monolingue, poiché le funzioni sono coperte dalla stessa lingua e dalle stesse forme. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 40 I risultati: ladino fassano Una situazione diversa si riscontra per quelli che nel modello di Bazzanella sono definiti segnali discorsivi cognitivi; In questo caso, prevalgono nettamente le forme ladine: prime tra tutte mingol ‘un po’’ e fosc ‘forse’, che servono ad attenuare la forza dell’affermazione del parlante: (6) peisse che l lengaz l vae mingol / mh: // l peora l doventa manco: manco bon ma chest me sà che sozede ence per l talian ‘penso che la lingua vada un po’... mh... peggiora, diventa meno... meno buona, ma questo mi sa che succede anche per l’italiano’ SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 41 I risultati: ladino gardenese e badiotto Guardando infine brevemente ai dati raccolti in Val Badia e Val Gardena, dove il contatto con l’italiano è meno intenso, riscontriamo nuovamente una maggiore frequenza di segnali discorsivi interazionali italiani rispetto a quelli ladini (p. es. allora e no?, con le funzioni descritte), mentre nella funzione metatestuale, al contrario, prevalgono le forme ladine (come ajache ‘perché’); lo stesso vale per quella cognitiva, in cui l’italiano risulta quasi del tutto assente (cfr. Fiorentini, 2017): (7) /I/ sono arrivata a popa dopo popa non ho capito più niente /VB_06 / allora / mësses t' chirì n cherstian da chilò spo impares dessigü ‘devi trovarti un ragazzo di qui così lo impari di sicuro’ SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 42 I risultati: ladino gardenese e badiotto Anche in questo caso, troviamo un’occorrenza di perché, con le stesse funzioni viste all’esempio (5): (8) mah tlo a santa cristina rejoni me sà eh deplù ladin perché mi sor sta a urtijëi y iló dijela che l ie scialdi deplù tudësch ‘lì a Santa Cristina parlano mi sa sì di più ladino perché mia sorella sta a Ortisei e lì diceva che c’è molto di più il tedesco’ SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 43 I risultati: ladino gardenese e badiotto In Val Gardena (e in misura minore, Val Badia) si verifica inoltre la presenza di modal particles tedesche (p. es. holt): (9) /VG_04/ chël ne jissa nia tan saurì holt iló messëssen propi fé na campania ‘Quello non sarebbe tanto facile appunto, in questo caso si dovrebbe proprio fare una campagna’ →Differenti situazioni di contatto si rispecchiano in una diversa penetrazione dei SD italiani e nella presenza di particelle tedesche (interazionali) SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 44 Un caso particolare: dijon/dijun Nei dati, le forme dijon/dijun, corrispondenti alla prima persona plurale dell’indicativo presente del verbo dire, mostrino funzioni paragonabili, se non identiche, a quelle del SD italiano diciamo, basato sulla prima persona plurale dell’imperativo (10) al telefon sce iö à valch a che fare dijun cun n ufficio per esempio sëgn ài messè cherdè sö a Burnech pur la dichiarazione dei redditi / dailò ài baié tudësch [VB] ‘Al telefono se io ho qualcosa a che fare diciamo con un ufficio, per esempio ora ho dovuto chiamare su a Brunico per la dichiarazione dei redditi, lì ho parlato tedesco’ (11) gé veje ence: pecia jent / hh che dijon pece mame che ge rejona ladin al fiel [VF] ‘Io vedo anche poca gente che, diciamo, poche mamme che parlano ladino al figlio’ SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 45 Un caso particolare: dijon/dijun Come diciamo, dijon/dijun hanno mantenuto il proprio valore come forme verbali, allo stesso tempo assumendo funzioni di SD; Il fatto che tali funzioni, legate alla forma imperativa, siano svolte da quella indicativa (omofona in italiano, ma non in ladino) permette di ipotizzare che si tratti di un caso di rianalisi dovuta al contatto, e non di uno sviluppo autonomo delle funzioni da parte della forma ladina; Riprendendo la distinzione di Matras/Sakel (2007) tra matter e pattern replication, possiamo dunque collocare dijon/dijun nel secondo caso, per quanto solitamente i SD siano più soggetti a matter replication; in questo caso, a essere mutuata non è la forma, ma le funzioni a essa collegate. In tal senso, le forme sarebbero rianalizzate sulla base dell’italiano diciamo (in virtù dell’omofonia in italiano tra la forma indicativa e quella imperativa) e assumerebbero i suoi schemi d’uso e le sue funzioni, senza che avvenga il passaggio della forma dall’italiano al ladino. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 46 Conclusioni I differenti gradi e tipi di contatto linguistico nelle tre valli si riflettono in comportamenti differenti; Nel ladino parlato, i segnali discorsivi con funzione interazionale tendono a essere mutuati più facilmente dall’italiano, mentre altre forme sembrano essere meno sensibili al contatto; Per quanto riguarda in particolare la situazione della Val di Fassa, la specializzazione delle due lingue nelle diverse funzioni, con la creazione di un sistema di segnali discorsivi che non corrisponde a nessuna delle lingue di partenza (che mostra, come nel caso di perché/ percheche, due forme per due diverse funzioni, laddove le lingue di partenza ne posseggono una sola), porta a ipotizzare che ci si trovi di fronte a una emergent bilingual grammar (Maschler 1997, 2000); Nel caso specifico, questa “grammatica” contrasta il livello pragmatico-discorsivo con quello semantico, separando il discorso dai segnali discorsivi che lo strutturano e differenziando i segnali discorsivi dai connettivi semantici (Fiorentini 2017, 197). SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 47 Conclusioni (fassano) SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 48 Conclusioni (badiotto e gardenese) SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 49 Conclusioni Gerarchia di prestito delle diverse funzioni (anche dal confronto con Val Badia e Val Gardena): Interazionale > Metatestuale > Cognitiva L’analisi di questa particolare situazione di contatto linguistico permette una distinzione più sottile tra i diversi livelli e le diverse funzioni dei segnali discorsivi italiani. SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 50 Grazie! SEMINARIO PERMANENTE DI LINGUISTICA ITALIANA - 27 NOVEMBRE 2023 51 Bibliografia Bazzanella, Carla (2006). Discou rse Markers in Italian: towards a ‘compositional’ meaning. In Fischer, K. (a cura di), Approaches to discourse particles. Amsterdam: Elsevier, 449-464. Bazzanella, Carla (2011). Segnali discorsivi. 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