V originále
Nel siciliano antico, le relazioni spaziali di base sono codificate per mezzo di frasi preposizionali introdotte da 'da' e 'di' (origine), 'a', 'in' e 'intra' (posizione e direzione), 'per/pir/pri' (percorso). Questo contributo offre una descrizione di questi mezzi di codifica basata sull'esame di un corpus di testi siciliani dei secoli XIV-XVI. L'analisi è condotta su uno sfondo teorico di grammatica cognitiva e tiene conto degli studi esistenti sulle relazioni spaziali nelle lingue del mondo. Questi studi hanno portato alla luce alcuni schemi ricorrenti: per esempio, la 'direzione' tende a essere codificata in modo più articolato di 'origine', mentre la codifica di 'percorso' sembra essere interlinguisticamente meno autonoma di quella delle altre relazioni spaziali. I dati ottenuti dall'esame del corpus permettono di osservare il grado di coerenza o di deviazione del siciliano antico rispetto alle tendenze linguistiche generali, nonché il grado di continuità o di discontinuità con altre varietà italoromanze coeve e, in diacronia, con il siciliano dei secoli nuovi.
In English
In ancient Sicilian, basic spatial relations are encoded by means of prepositional phrases introduced by ‘da’ and ‘di’ (origin), ‘a’, ‘in’ and ‘intra’ (location and direction), ‘per/pir/pri’ (path). This contribution offers a description of these encoding means based on the examination of a corpus of Sicialian texts of the 14th to 16th centuries. The analysis is carried out against a cognitive grammar theoretical background and takes into account the existing studies on spatial relations in the world languages. These studies brought to light some recurring patterns: for instance, ‘direction’ tends to be encoded in a more articlulated way than ‘origin’, while the encoding of ‘path’ seems to crosslinguistically less autonomous than that of the other spatial relations. The data obtained from the scrutiny of the corpus allow us to observe the degree of consistency or deviation of ancient Sicialin from the general crosslinguistic tendencies, as well as the degree of continuity or discontinuity with other coeval Italo-Romance varieties and, in diachrony, with the Sicilian of the newt centuries.